di Maria Francesca Alfiero- Anna Klaudia Fabbrocini-Negli anni 1992-1993 ricordiamo le 5 stragi della mafia: a Roma, Firenze, Milano, a Capaci e in via D’Amelio, in Sicilia. La prima avviene a Roma, in via Fauro, ai Parioli, dove rimane ferito il giornalista Maurizio Costanzo, successivamente a Firenze, dove un furgone pieno di esplosivi viene fatto esplodere sotto la Torre del Pulci, 5 sono i morti, 48 i feriti e la stessa Torre del Pulci venne quasi totalmente distrutta. A Milano, nello stesso periodo, esplodono due bombe in via Palestro ed infine i due attentati ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, rispettivamente il 23 maggio 1992 e 19 luglio 1992. Nella strage di Capaci furono uccisi il magistrato Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre componenti della scorta :Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, tre poliziotti trentenni, ligi al loro dovere fino alla fine, tre giovani del Sud che difendevano la legalità. In via D’Amelio, un altro attentato mafioso, mise fine alla vita del magistrato Paolo Borsellino e di cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. In onore di Falcone, Borsellino e di tutte le vittime di mafia, è necessario rafforzare quotidianamente la cultura della legalità e confidare nel sistema giudiziario per estirpare le radici della corruzione, della violenza e della delinquenza, come amava affermare Giovanni Falcone: “Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.”