di Evarelli Virginia, 3^B – Estate, 16.36, caldo torrido, ogni essere vivente cerca la grazia in un piccolo anfratto ombreggiato e fresco; ma ahimè non è molto semplice… solamente le creature più forti riusciranno in qualche modo a sopravvivere…
Ma adesso andiamo a vedere una figura tra le più intolleranti verso questo periodo dell’anno, quando i bollori della temperatura influiscono sull’ambiente circostante e sul consueto modo di vivere di tale creatura: un’adolescente.
Uno di questi esemplari, femmina, vive protetta tra le mura di quella che è la sua dimora, nella golena del fiume Piave; è per lei l’ambiente ideale. Queste case infatti sono per la maggior parte abitazioni costruite con le pareti in sassi (molte risalgono al dopoguerra). Sono dunque perfettamente adatte per proteggersi dall’afa estiva.
Ed eccola uscire dalla tana (la camera da letto). Maestosa, regale; imperterrita con passo deciso e sicuro, pari a quello di un leone; gli occhi furbi e svelti come quelli di una lince che però lasciano trasparire una vaga ombra di noia.
Si avventa sul frigorifero, sperando di scovare qualche bevanda dissetante. Ed eccolo il tanto agognato premio, l’unica ragione per cui la ragazza è uscita dalla sua comfort-zone. Con grande agilità afferra con una mano il bicchiere di vetro trasparente e versa al suo interno la dolce bevanda zuccherina. Osserva minuziosamente le bollicine di anidride carbonica che si formano dal fondo e che salendo diventano via via sempre più grandi. Appare in tutta la sua “lucentezza” il colorito tra il mogano e l’ambra della tanto agognata sostanza. Stando in silenzio si sente lo sfrigolio delle bollicine che scoppiano in superficie, quasi fosse dell’olio bollente su una padella incandescente. Anche senza assaggiarla si sente il retrogusto di limone che rinfresca tutto il palato. Chiude appena gli occhi ed è come se lo stesse già assaporando. Eccola dunque nell’atto di abbeverarsi con la dolce bevanda e la sensazione delle bollicine che massaggiano le guance, l’aroma di limone che contrasta la dolcezza dell’alta quantità di zucchero presente nel liquido: sensazione paradisiaca quella di dare poi aria alla bocca.
Ecco dunque esplicitato uno dei più consueti e rituali gesti adolescenziali:
BERE UNA COCA-COLA!