a cura di Margherita Verzini e Erki Zguri – classe I/A – scuola Secondaria di I grado –
C’era una volta una strega che viveva in una foresta tenebrosa, dove c’era sempre la nebbia. La foresta era piena di rovi e non vi cresceva neanche un fiore, da quanto era buia e triste. La strega si chiamava Jojo e viveva nel tronco di un maestoso albero che però, da quando era diventata la sua dimora, non aveva né le foglie né la vitalità di una volta. La strega viveva da sola, o meglio, aveva un rospo come animale da compagnia, che aveva il potere di incantare chiunque lo guardasse e, chi lo vedeva, lo seguiva dappertutto, tranne la strega ovviamente.
Jojo aveva sempre indosso una maglietta violastra con più di dieci toppe; indossava pure una gonna, un po’ più scura della maglia, tutta sporca e puzzolente. Calzava anche delle scarpe troppo piccole per il suo piede, tutte rovinate. Aveva la pelle verde, un grande naso con un grosso neo sopra ed era anche un po’ grassottella; non aveva che due denti e non si capiva niente quando parlava, ma il suo rospo da compagnia la capiva. La strega Jojo era invidiosissima del principe che, da li a poco, sarebbe diventato re; allora disse al rospo: – Voglio che tu vada dal principe e che lo conduca da me!-. Il rospo andò dal principe, un bel ragazzo ricco, con capelli biondi, la pelle chiara, vestiti pregiati e scarpe da gentiluomo. Il rospo, però, non riuscì ad incantarlo, cosi si recò da lui la strega; quando le persone la videro si spaventavano a morte e svenivano. La strega arrivò al castello e cercò di incantare il principe con il rospo in mano, ma non ci riuscì; il giovane si accorse che la strega voleva incantarlo per diventare regina, ma impaurito scappò via, cosi lei entrò nel castello e si impossessò della corona del futuro re. Le
guardie del principe si accorsero della strega Jojo e la misero in prigione. Dopo una settimana il principe diventò re e la strega morì dalla fame e dalla sete. E vissero tutti felici e contenti.