di Martina Pecorella –
“Ci stanno insegnando ad avere paura,paura di stare insieme,ci stanno insegnando a pensare che se il bianco è nemico..il nero è nemicissimo” Cosi si è aperto l’incontro tra noi,studenti dell’istituto Rosina Salvo opzione economico sociale e il Condominio sociale “La Zattera”,Laici Missionari Comboniani di Palermo, nati nel 1995. Fu proprio Daniele Comboni a fondare gli istituti missionari comboniani del Cuore di Gesù e delle Pie Madri della Nigrizia, con un obiettivo ben preciso: arrivare all’autodeterminazione. La stessa sfida si è posta la Zattera. Vorrei proprio concentrarmi sul nome di questa comunità: sicuramente quando penso ad una zattera mi viene in mente un naufrago, un individuo in pericolo che con grandi sforzi riesce a metterne su una e utilizzarla come appiglio. Indubbiamente un viaggio a bordo di una zattera,magari in mezzo all’oceano con il mare in tempesta è difficile,ma non impossibile. Quest’istituto, infatti, rappresenta proprio la speranza,la via del riscatto per quelle persone che magari non hanno avuto una vita facile come la nostra, ma che invece hanno dovuto affrontare ostacoli e tragedie per trovare la luce in fondo al tunnel. Una vita travagliata,per esempio, è stata quella di Kadija,una giovane ragazza africana che,insieme alla sua piccola Anastacia,oggi vive all’interno della Zattera. Con immensa forza ed estremo coraggio ha deciso di raccontarci la sua triste vita e il suo lungo viaggio dalla Costa d’Avorio (suo paese natale) in Libia,per poi giungere lungo le nostre coste a bordo di un barcone. Il suo è stato un viaggio tormentato, segnato da violenze fisiche e verbali,maltrattamenti,abusi e qualsiasi altro tipo di violazione dei diritti umani. Arrivata in Italia fu subito trasportata in ospedale dove partorì la bellissima Anastacia, Anastacia Greis “Grazie a Dio” dice Kadija. Infatti è proprio grazie a Dio se è riuscita a ribellarsi e a sognare una vita degna di questo nome, è grazie a Dio se è riuscita a superare da sola le difficoltà che ha incrociato nel suo cammino , difficoltà che “voi non potete neanche immaginare” continua la giovane africana; ed è proprio vero, perchè quelli che oggi etichettiamo come “negri”, immigrati che tolgono il lavoro agli italiani,come terroristi in realtà nascondono e portano dentro realtà lontane anni luce dalle nostre. Kadija conclude la sua toccante testimonianza affermando che mai avrebbe pensato di lasciare il suo paese,né tanto meno la sua mamma, ma aveva anche lei ha il diritto di vivere la vita a modo suo e solo scappando avrebbe potuto farlo. Non ha più lacrime,ha pianto abbastanza,sa che adesso è il momento di guardare avanti e non voltarsi mai più indietro. A rallegrare quell’atmosfera commovente che si era creata ci ha pensato Chris,altro ragazzo ospite della Zattera. Di origini nigeriane e da sempre amante della musica Chris oggi studia al conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo,che gli permette di viaggiare e di inseguire il sogno di diventare un cantante. Ci ha salutato e ringraziato della nostra presenza nel modo che più preferisce: cantando e suonando la sua chitarra. Quest’esperienza ci ha coinvolti,emozionati e commossi parecchio,facendoci tornare a casa con maggiori consapevolezze su cui riflettere e fare leva per creare una società che non solo sia tollerante della diversità,ma che faccia di essa il suo punto più forte. Non esiste una provenienza o una razza,esiste un’unica realtà colorata chiamata terra .