Di Luigi Ficociello IIID |
Giovanni Vannucci, nato nel 1913 e morto nel 1984, è stato un presbitero e teologo italiano dell’Ordine dei Servi di Maria. |
In un suo libro, “Ogni uomo è una zolla di terra”, ci spiega come sia importante scrollarci di dosso tutti gli interrogativi e passare alla nuova dimensione che è Cristo, cioè il donare noi stessi agli altri, abbandonare l’egoismo e andare sempre avanti. È questo il nuovo senso che Cristo ha portato nel cammino religioso. Nella storia dell’umanità mai nessuno ha avuto questo ideale di vita, se non solo Cristo. Il buddismo viene visto dal teologo più come una filosofia che come una religione, l’islam come un ideale politico,che però si riflette anche sulla vita personale. Inoltre l’islam, oltre ad essere una religione,è un culto che, influenza non solo le persone, ma anche lo stato(come alcuni stati islamici detti “teocratici”). |
Cristo non fa niente di tutto questo; anche noi abbiamo costruito delle teocrazie, ma il cristianesimo è sempre unico-dice Vannucci. Cristo è presente dove la vita viene meno, dove si soffre ed è in questa povertà che il cristianesimo si forma, si snoda, e vive nell’esistenza. La nostra pace viene raggiunta quando usciamo dal nostro guscio di egoismo,ma soprattutto offrendo noi stessi agli altri e riuscendo a vivere in serenità l’atto d’amore. La vita cristiana è semplicissima, è stato l’uomo a renderla complicata,costruendo una serie di strutture morali, mentali ed economiche: questa è la conseguenza della nostra paura verso la “troppa semplicità” di Cristo. |
Se vogliamo superare la disperazione di Giobbe non c’è altra via: quella di schiuderci all’amore, liberarci dal nostro egoismo e aprirci alla realtà degli altri. E quando riusciamo a vedere negli altri la continuazione di noi stessi, la presenza di Dio viva e operosa, allora noi scopriamo Dio e scopriamo il mistero di Cristo. |