//LA VERA STORIA DI BARBAROSSA

LA VERA STORIA DI BARBAROSSA

di | 2019-03-06T12:22:26+01:00 6-3-2019 12:22|Alboscuole|0 Commenti
Presi la mia scimitarra affilata come i denti di un leone, il mio kris d’oro e fui pronto alla conquista di un’altra nave carica di oro e di spezie. O almeno era quello che speravo di fare. Il mio capitano, Morgan, non vuole farmi assalire le navi e per non portarmi in battaglia dice: “È troppo pericoloso per un ragazzino” oppure “La prossima volta, Edward”. Ma ormai sono cresciuto. Forse oggi riuscirò a saccheggiare una nave tutta da solo. Immagino già la scena: io sopra la nave che ho conquistato, e Morgan (che ormai è un vecchietto) che mi supplica di dargli una parte del bottino, e io, da gentiluomo, gli cedo un barile di cannella e un forziere pieno di gemme. Tutto eccitato mi diressi verso Morgan, che stava sulla prua della nave a scrutare l’orizzonte e mi disse di raggiungerlo nel suo alloggio il prima possibile. Mi precipitai subito e vidi per la prima volta l’alloggio di Morgan. Era pieno di ricchezze, madreperla, teli rosso porpora, armi d’oro e gemme. Quando si assicurò che nessuno ci potesse ascoltare, mi disse: “Ora che sei cresciuto, posso dirti il motivo per il quale non ti ho mai fatto assalire una nave … Quando ti ho trovato, eri in un barile nel mare, un piccolo punto nell’oceano. Ti ho accolto con tutto quello che a un neonato poteva servire. Tu sei diventato come un figlio per me, ed ho deciso di darti tutto ciò che è in mio possesso al momento della mia morte, sei il mio erede”. Tutto ad un tratto l’urlo della vedetta tuonò: “NAVE ALL’ORIZZONTE!”. Morgan balzò in piedi, si preparò alla battaglia e armò pure me. Ordinò alla ciurma di preparare i cannoni alla battaglia e di proteggermi a tutti i costi. Quando la nave fu abbastanza vicina, riuscimmo a vedere le vele dell’imbarcazione. Aveva la bandiera del Regno d’Inghilterra. Questo poteva significare solo due cose: o che erano deboli, scarsi e ci avrebbero lasciato prendere il loro bottino; oppure che erano potentissimi e ci avrebbero sbaragliati in mezzo al mare. Ci spararono una cannonata, ma non ci colpirono, rispondemmo al fuoco nemico, inutile. Ci avvicinammo e vedemmo che a bordo della nave c’erano la regina e quaranta uomini, impossibili da battere. Morgan ci disse di sparare con tutto quello che avevamo, riuscimmo a uccidere circa 10 uomini. Suonò la campana del buttafuori, la vedetta avvisò la presenza di altre navi nemiche. Ci dovevamo arrendere. Morgan finora non aveva mai perso una battaglia; allora capì che sarebbe stata una sonora sconfitta e al fine di preservare almeno una parte del suo tesoro, chiese a tutti noi di prendere una parte di esso. Lo disse a tutti, tranne a me. Mi disse che non avevo bisogno di enormi ricchezze, e mi diede la sua scimitarra, il suo kris d’oro e una mappa. Tutta la ciurma, incluso me, ci lanciammo dalla nave, tutti…tranne Morgan. Se ne stava sulla nave, un tempo gloriosa, pronto a morire sotto il fuoco nemico. Ma da allora è passato molto tempo … Io mi sono guadagnato la mia fortuna e il titolo di Barbarossa. Ho una nave veloce, la più potente dei Caraibi. Sono a capo di una ciurma forte e ben organizzata; ho ritrovato mio fratello, un indigeno senza nome, l’ho chiamato Morgan II in onore del mio vecchio capitano. Credo che la nave sia in mano al regno inglese. Porto sempre con me la mia scimitarra, la mappa e il kris l’oro, nella speranza di poterglieli ridare. Accanto a me un primo ufficiale forte e fedelissimo di nome El Mustacho, che viene dalla Spagna. Eravamo in prigione insieme la prima volta che ci siamo visti. Io ero finito in galera dopo la disfatta di Morgan I; lui solo perché faceva parte di un villaggio nemico della Spagna. La mia bandiera è nuova e solo io la posso usare.  È un teschio con la barba rossa, con al posto delle tibie la scimitarra e il kris d’oro di Morgan I. Le vele sono nere come le ali di un merlo nella fuliggine. Ho un grande drago nella prua della mia nave, che si chiama “Drago Rosso”! Ho vinto numerose battaglie, e quella contro gli inglesi è stata l’unica persa nell’arco di alcune decine di anni. Suona la campana d’allarme. La vedetta avvisa la presenza di navi inglesi. Cinque navi inglesi. Per fortuna abbiamo degli alleati; ben dieci navi alleate contro le cinque inglesi. La vedetta mi chiama accanto a sé, e mi fa notare che su una nave c’è il cadavere di Morgan I! Era bianco, sporco, pieno di tatuaggi per ridicolizzarlo. Non potevo sopportare una tale presa in giro. Dovevo fare qualcosa. Assolutamente. In preda all’ira, diedi l’ordine di attaccare a vista, senza  pensare alle conseguenze. Riuscimmo così ad abbattere tre navi, di cui una con il cadavere. Mi buttai in acqua per cercare di recuperare il mio vecchio comandante defunto. Tutti noi contrabbandieri ci ritirammo momentaneamente dalla battaglia. In un’isoletta tranquilla seppellimmo degnamente Morgan I, con i tesori che mi aveva dato: la scimitarra, il kris e la mappa. Giacomo Ozzino, 1^H