“Il gatto nero porta sfortuna!” A tutti è capitato di sentire almeno una volta questa frase. Superstizione? Antiche credenze? Porta davvero sfortuna? Ma, soprattutto, si è mai chiesto a chi ci crede se conosce l’origine di questa superstizione? Poche sono le persone davvero informate.
Possiamo cominciare col dire che da sempre il gatto, per la sua personalità, è stato oggetto di leggende e superstizioni, talvolta positive altre invece dai risvolti abbastanza inquietanti, come ad esempio nel caso del gatto nero.
Fu nel Medioevo che l’uomo divenne un nemico di questo gatto, in quanto lo considerava un animale diabolico, l’incarnazione delle streghe, il simbolo del male. Tutt’oggi in molti paesi sussiste la superstizione del gatto nero e si crede che questo porti sfortuna, come in Italia, in Spagna, negli Stati Uniti; mentre in altri paesi il gatto nero è simbolo di fortuna e averlo in casa significa prosperità, questo in Giappone, in Scozia e in Inghilterra.
Ma nonostante il lungo trascorso dei gatti, questi sono riusciti a sopravvivere e a non estinguersi, purtroppo però non è così per le superstizioni che li riguardano.
Il gatto nero è tra gli esemplari più eleganti dei nostri amici felini, ma leggende e superstizioni tendono a metterlo sempre in cattiva luce.
Ancora oggi sono tante le persone che temono il peggio quando vedono un gatto attraversare la strada. Ma perché esistono queste leggende e quali sono le caratteristiche fisiche e comportamentali del gatto nero
Storia del gatto nero
La storia del gatto nero si intreccia con le numerose superstizioni nate a partire dal Medioevo. Fu proprio in questo periodo difatti che nacque la famosa diceria secondo cui portassero sfortuna.
All’epoca, quando ci si spostava ancora con le carrozze e le strade erano completamente buie, spesso capitava che i cavalli si spaventassero di fronte alla vista degli occhi chiari dei gatti neri. Da lì si diffuse la superstizione che fossero sotto il controllo del demonio.
Tuttavia la storia non si fermò qui, perché anche nel 1200 Papa Gregorio IX ribattezzò il gatto nero come fedele compagno delle streghe, dando origine ad una spietata caccia nei loro confronti.
La tradizione narra anche che anticipassero l’arrivo dei pirati, in quanto erano soliti viaggiare sulle loro navi, dove erano fatti salire per cacciare i topi nella stiva. Quando una nave attraccava, i gatti neri scendevano a terra e così i villeggianti capivano del loro arrivo.
Tuttavia esistono anche leggende buone: ad esempio nell’antica Roma i gatti erano considerati dei portafortuna, per cui dopo la loro morte, era usanza bruciarli e poi spargerne le ceneri per augurarsi un buon raccolto.
Il gatto nero per essere tale deve avere il pelo monocolore e uniforme dall’inizio alla fine, non sono ammesse sfumature né gradazioni di colore, il pelo deve essere nero in ogni angolo del corpo.
Ci sono numerose razze, la più nota e ricercata è quella del gatto Persiano, ma abbiamo anche la razza Bombay e la razza British.
Essendo un predatore, la vista è molto acuta soprattutto all’alba e al calare del sole, momenti della giornata in cui tipicamente il gatto va a caccia. Ma perché gli occhi dei gatti sono così luminosi di notte? Questo fenomeno dipende dalla presenza del tapetum lucidum, che riflette la luce artificiale esterna, illuminando così la retina.
Dal punto di vista delle condizioni di salute, si è visto che sono molto più resistenti contro infezioni e malattie. Secondo gli studiosi, questo si spiegherebbe grazie alla loro natura selvatica, che li avrebbe irrobustiti dal punto di vista immunitario.
Al contrario di quanto si creda, il gatto nero ha un buon carattere: è fedele, educato, ben predisposto a socializzare. Sente tuttavia il richiamo della natura, per cui non appena può, torna a gironzolare da solo per strada, proprio in nome delle sue origini selvatiche.
Secondo alcuni vi sarebbe una differenza caratteriale tra l’esemplare maschio e l’esemplare femmina: il maschio infatti sarebbe più tranquillo e sornione, al contrario delle femmine più irascibili e tendenti a graffiare se provocate. Tuttavia è sempre bene non generalizzare troppo. Scopriamo ora le loro differenze in basse alle razze principali.
Gatto persiano nero
Il gatto Persiano nero originario per l’appunto della Persia ed ha un aspetto molto robusto. Il pelo è particolarmente folto e di un colore nero lucente, alto circa 30 cm e lungo dai 40 ai 50, esclusa la coda.
Esemplare di gatto persiano nero
La testa è larga e di forma rotonda, gli occhi grandi e le orecchie piccole. In genere vive fino a 15 anni ed è il gatto ideale per vivere in casa, essendo amante delle coccole e della comodità. Necessità però di continue cure e spazzolate al mantello.
Gatto British nero
Il gatto British Longhair nero si distingue per i suoi occhi arancioni, che vanno dal rame al dorato. Il pelo è nero, ma molto corto e avvolge un corpo muscoloso e tonico. Le zampe sono molto grandi, così come la coda.
Il gatto Bombay nero è di origine statunitense e si distingue per i suoi caratteristici occhi gialli. Rispetto agli altri, è un gatto non molto astuto, quindi avrebbe difficoltà a vivere come randagio. Per questo si adatta molto bene alla vita casalinga, dove arreca il minimo fastidio considerando che miagola raramente.
Non ama essere circondato da altri cani, mentre riesce a socializzare con bambini e cani. Ha bisogno della vicinanza del suo padrone e non vuole essere lasciato solo per troppo tempo.
Fatto da di Rodi Natascia Carol, Prattichizzo Anna Carla Mele Ludovica Elenasofia Russi 2°H