di Luca Cognetti e Luca Losappio, 3^ I
Venerdì 24 marzo siamo andati ad assistere allo spettacolo “Rituzza…la Picciridda” presso l’Oratorio Salesiano della nostra città. Lo spettacolo raccontava la storia di Rita Atria, che si tolse la vita a 17 anni, una settimana dopo la strage di Via D’Amelio.
Nel 1985, all’età di undici anni, Rita Atria rimase orfana di padre, affiliato a Cosa Nostra e ucciso in un agguato. Era molto legata alla cognata, Piera Aiello, moglie di suo fratello Nicola (anch’egli mafioso) da cui Rita raccolse molte confidenze sugli affari e sulle attività della mafia a Partanna, piccolo comune del trapanese. Nel 1991 anche Nicola fu ucciso e Piera Aiello, che era presente al momento dell’omicidio del marito, decise di denunciare i due assassini per collaborare con la giustizia.
Nello stesso anno, all’età di 17 anni, Rita decise di seguire le orme della cognata, chiedendo aiuto alla magistratura. Il primo a raccogliere le sue rivelazioni fu il giudice Paolo Borsellino, all’epoca procuratore di Marsala, al quale si legò profondamente, quasi come a un padre. Le deposizioni di queste giovani donne, permisero di arrestare numerosi mafiosi di Partanna e dintorni.
Ma poco dopo la strage di via D’Amelio, in cui il giudice Borsellino perse la vita, Rita si uccise a Roma, lanciandosi dal sesto piano un palazzo. La perdita che la morte di Borsellino le causò fu così grande e incolmabile che ormai per Rita non vi erano più ideali, principi e verità in cui credere: l’unico baluardo di speranza era per lei Paolo Borsellino e averlo perso significò per lei perdere tutto, anche la fiducia nella vita, nelle persone e soprattutto nella giustizia.
La storia di Rita Atria è la storia di un’eroina, per aver rinunciato a tutto per inseguire un ideale di giustizia attraverso un percorso di crescita interiore che la trasportò dal desiderio di vendetta al desiderio di una vera giustizia. Rita e Piera hanno rappresentato e rappresentano il coraggio e la forza di volontà attraverso le loro scelte forti e rivoluzionarie.
Grazie Rita e Piera!