di DANILO LOGOLUSO e SALVATORE IMPAGLIATELLI (IIIª B) – Il giorno 6 aprile con i nostri amici e i professori della Scuola Media siamo andati a vedere una rappresentazione teatrale all’Auditorium Comunale dal titolo “Croce e fisarmonica … se passi da casa mia: fermati!”. Si tratta di uno spettacolo che racconta la vita e la storia di don Tonino Bello, vescovo di Molfetta che nato ad Alessano (LE) nel 1953, è morto all’età di 58 anni, a causa di un brutto male. I nostri insegnanti ci hanno raccontato la vita di questa persona. Molto umile, questo uomo di Dio ha proclamato il Vangelo e lo ha messo in pratica: invece di abitare da solo in Episcopio (così si chiama la casa dove abita il vescovo) ha ospitato alcune famiglie povere che erano state costrette a lasciare le loro case perché non riuscivano a pagare le bollette e l’affitto. Nel 1992, quando nell’ex Jugoslavia (che era una nazione che si trovava quasi di fronte alla Puglia, dopo il Mar Adriatico) dove si è svolta una terribile e sanguinosa guerra, lui e alcuni giovani del movimento pacifista “Pax Christi” è andato lì per chiedere gran voce che si finisse la guerra.
Sul palcoscenico si sono esibiti due attori Enrico Messina e Mirko Lodedo, i quali ci hanno raccontato in modo simpatico e senza farci stancare, la vita di don Tonino, accompagnati dal suono della fisarmonica. Di come da piccolo giocava come tutti i bambini, di quando divenne sacerdote a Tricase (LE) e poi divenne vescovo di Molfetta, fino al giorno della sua morte, quando dalla Puglia ma anche da altre parti d’Italia vennero molte persone a piangerlo. Tra l’altro questo spettacolo cade in momento particolare: infatti, il 20 aprile ricorrerà il 25° anniversario della morte di don Tonino Bello e per questo appuntamento si prevede la visita di Papa Francesco a Molfetta e ad Alessano. Infine, vogliamo ricordare che proprio perché è stato tanto buono e si è sempre occupato degli ultimi, è stato chiesto al Papa di proclamarlo santo, ma prima bisogna aspettare il processo.
Una bella figura quella di don Tonino! Speriamo che ci siano tanti esempi come lui.