Cosa si intende quando si parla di “Sviluppo Sostenibile”?
Sostenibilità e sviluppo si incontrano e si integrano a vicenda nel concetto di “Sviluppo Sostenibile”, che negli ultimi 20 anni è stato oggetto di diverse interpretazioni.
La definizione più famosa è quella del Rapporto Bruntland (1987):
“sviluppo che risponde alle necessità del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie necessità”
Un’altra definizione “storica” è quella formulata nel 1991 in “Caring for the Earth: A Strategy for Sustainable Living”:
“il soddisfacimento della qualità della vita, mantenendosi entro i limiti della capacità di carico degli ecosistemi che ci sostengono”
Le due definizioni danno assieme una chiara comprensione del concetto di Sviluppo Sostenibile inteso come beneficio per le persone e per gli ecosistemi.
Il Summit mondiale di Rio De Janeiro (1992) ha segnato un passaggio storico nella consapevolezza del problema ambientale planetario, che non può essere affrontato riparando i danni a posteriori, ma riorientando il modo di produrre e consumare verso la qualità ambientale e sociale.
Il World Summit on Sustainable Development (WSSD) di Johannesburg (2002) ha ampliato il concetto di Sviluppo Sostenibile come integrazione di tre dimensioni, strettamente collegate tra loro:
• economia (povertà, modelli di produzione e consumo…)
• società (pace, sicurezza, diritti e libertà fondamentali, diversità culturali…)
• ambiente (protezione e gestione delle risorse naturali…)
Lo Sviluppo Sostenibile può quindi essere considerato un equilibrio dinamico tra qualità ambientale, sviluppo economico, equità sociale: non mira al mantenimento di uno “status quo”, ma si muove invece nella direzione del cambiamento, riconoscendo che la società umana è in costante movimento.
La cultura è la base che consente di integrare economia, società e ambiente: quindi per lo sviluppo sostenibile l’educazione gioca un ruolo cruciale in quanto strumento per il rinnovamento culturale.