//La Shoah per me

La Shoah per me

di | 2019-01-31T19:44:44+01:00 31-1-2019 19:44|Alboscuole|0 Commenti
di Rutigliano Veronica – Quando si ascolta la parola “Shoah” viene automatico pensare al passato, a quello che è accaduto: ai bombardamenti, a Hitler e a Mussolini. In realtà, però, si dovrebbe pensare al futuro, a quanto potrebbe accadere di nuovo, perché basterebbero cinque o sei sprovveduti… La deportazione degli Ebrei è simile al razzismo di oggi, frutto del seme di odio ed infelicità. Si è solito fare lo stesso errore: ricordare l’Olocausto in un periodo e poi metterlo da parte nell’angolo, fino all’anno successivo. Si dovrebbe vivere con la consapevolezza che qualcuno lì c’è stato veramente, che gran parte degli Ebrei non è sopravvissuto e che ci sono state persone capaci di fare del male, inflessibili e con un cuore duro come la pietra… Oggi ci si lamenta se non si ottiene quello che si vuole, mentre loro non avevano nulla; non si mangiano le pietanze se non sono prelibate, mentre loro dovevano accontentarsi di una zuppa orripilante, preparata nel pentolone polveroso e sporco: non si è mai contenti! Quando vedo le scene dello sterminio rimango paralizzata, coi brividi e la pelle d’oca. Da bambini si inizia a capire la realtà, forse anche più degli adulti, perché questo periodo storico viene percepito come uno schiaffo, uno schiaffo che lascia le impronte, da cui non si può guarire né si può nascondere: anche se si indossasse una maschera quel vissuto resta scolpito dentro…