La SHOAH NELL’ ARTE
Il 27 gennaio è una data simbolica, scelta per ricordare tutte le vittime dell’olocausto e per non dimenticare mai ciò che è accaduto. Anche nei quadri vengono rappresentati questi anni bui. Si può affermare che c’è stata una “pittura della memoria”.
Marc Chagall, Crocifissione in giallo (1938-’42)
Il primo nome da citare è quello del grande Marc Chagall, nato nell’odierna Bielorussia da una famiglia di ebrei. Di lui ricordiamo la famosa “Crocifissione in giallo“, conclusa nel 1942, a cinque anni di distanza dalla “Crocifissione bianca” esposta a Milano. Ispirandosi al “Cristo giallo” di Gaugin, Chagall rappresenta nel quadro un’atmosfera da incubo, nella quale alcuni volti diventano blu, i cavalli vengono dipinti come simboli di Morte. Dal dipinto si percepisce una grande sofferenza e notiamo alcuni simboli tipicamente cristiani, così da creare un contesto di forte opposizione tra male e bene. Le case vanno a fuoco, domina la disperazione: è una completa Apocalisse.
Un altro autore da associare agli anni dell’ Olocausto e’ Felix Nussbaum, esponente dell’Espressionismo tedesco. L’autore, deportato ad Auschwitz ,dove morì, ci ha lasciato uno straordinario repertorio di immagini visive riguardo alla propria persecuzione. Ricordiamo una serie di autoritratti, eseguiti nei primissimi anni ’40, che mostrano tutti paura e disperazione. Fra questi, c’e’ l’Autoritratto con carta di identità ebraica (1943): l’artista mostra allo spettatore, come se si trovasse di fronte ad un soldato nazista, il segno tangibile della segregazione. Sul suo volto c’è la rassegnazione; la mano all’altezza del bavero, mostra qualcosa di nefasto, l’ansia di proteggersi. Si può notare alle sue spalle il muro del ghetto e un albero spoglio, simbolo della decadenza morale e umana
Felix Nussbaum, Autoritratto con carta di identità ebraica (1943)
Concludiamo la rassegna di opere della Shoah con una pittrice interessante
Charlotte Salomon (1917 – 1943), tra gli artisti più prolifici della Shoah. Dipinse 765 quadri, senza titolo, all’età di venticinque anni, tra il 1941-1942. Era ebrea, perseguitata dai nazisti in Germania e rifugiata in Francia. Dopo un rastrellamento della Gestapo, mori ad Auschwitz, a soli 26 anni. Di questa artista proponiamo tre quadri : il primo quadro, l’autoritratto del 1939;dai suoi occhi traspare forza e fiera determinazione, sembra trasmettere allo spettatore il tentativo disperato di aggrapparsi alla vita e di sconfiggere il suo destino di morte; il secondo quadro parla da sé e rappresenta l’avanzare dell’ esercito nazista con i suoi simboli di morte, lo stendardo della svastica, il corteo nazista su cui domina la data a rilievo del 30 /01/1933, l’inizio del governo Hitler, il più lungo della storia della Germania; il terzo dipinto rappresenta l’artista stessa, che dipinge e immagina che, attraverso l’arte possa sfuggire al suo atroce destino . Veniamo trasportati in una dimensione onirica, in cui si mescolano fiori, oggetti della vita quotidiana, immagini legate all’ infanzia turbolenta della pittrice caratterizzate dai suicidi della nonna e della madre.
(Charlotte Salomon opere senza titolo 1941-1942)
Mara Grimaldi
Biagio D’Avino
Carlotta Anna Granato (V M)