- La scuola è un posto dove andare
- dove puoi imparare.
- Lo renderai divertente
- e diventerai intelligente.
- La scuola è bella,
- la maestra è dolce come una ciambella,
- tu non impazzirai,
- ma anzi imparerai,
- tu non sarai arrabbiato,
- ma racconterai tutto il creato che hai studiato.
- Sono già dentro, non sapevo aspettare,
- e mi chiedo: “Cosa dobbiamo fare?”
- Dice la maestra: “vatti a preparare,
- che dobbiamo cominciare”.
- Io corro verso la classe
- ad alta velocità,
- e con tanta volontà
- mi preparo molto velocemente
- e metto in moto la mia mente.
- Comincia la lezione,
- con molta agitazione,
- arriva la maestra,
- come fosse lanciata da una balestra,
- la scuola è bella senza confine
- imparando lettere e letterine,
- la scuola è bella
- con molte attività
- e si usa la forza di volontà.
- Visto che abbiamo creato una poesia
- che ha fatto furore
- ci lasci seduti insieme per favore?
- La maestra è brava e serena
- e ha una voce come una sirena.
- La maestra non usa la mazza
- ma è un po’ pazza.
- Le stelle sono brillanti
- con scritte sopra le consonanti.
- La poesia è finita ora
- ma ne potremmo fare ancora.
Una maestra fa interessanti scoperte osservando i bambini durante la ricreazione. In quei tempi liberi, brevi in verità, tra una lezione e l’altra, dopo aver gustato le loro merende i bambini, se hanno altro tempo disponibile, lo gestiscono in autonomia: scegliendo di leggere un libro, scrivere un bigliettino al compagno, chiacchierare, disegnare, costruire una torre con gli oggetti che hanno nell’astuccio, creare un mercatino di compravendita con soldi disegnati da loro, ricercare rime per scrivere una poesia. Giochi sottobanco che lasciano lì in attesa del tempo della ricreazione del giorno successivo. La maestra osserva, curiosa di scoprire cosa confabulano, ed è una bella emozione quando nelle loro creazioni trova traccia del suo lavoro: una fisarmonica lunga un metro di “rime dedicate alla scuola”, solo di cose belle e vere sentite dai bambini. Una filastrocca scritta a tre mani da Vittoria, Pietro e Giuseppe, alunni di classe 4ª sezione B, durante i brevi momenti della ricreazione.