- è famosa l’usanza vichinga di attribuire soprannomi descrittivi a uomini ed eroi popolari; ne sono di esempio Ragnar brache di cuoio, Egill il monco, Harald denti blu e Oddr l’arciere, le cui storie vengono narrate nelle omonime saghe.
- verdura simile al sedano
Di Mirko Bellini
PREMESSA
Snorri Sturluson fu uno storico, mitografo, poeta e politico islandese vissuto tra il 1179 e il 1241.
I Testi scritti da Snorri Sturluson non sono al 100% affidabili dal punto di vista storico, ma rivestono grande importanza nel patrimonio culturale delle saghe medievali islandesi e scandinave. Queste ultime sono letture piacevoli, anche se talvolta possono risultare di lenta scorrevolezza per via di un linguaggio decisamente poco usuale. Vi si trovano spesso esagerazioni che raggiungono il limite del fantasy e scene simili a quelle tipiche di un odierno film splatter.
RIASSUNTO
La storia della battaglia di Svold è raccontata da Snorri Sturluson negli ultimi 20 capitoli (92 – 113) della saga di Olaf Tryggvason. Ho scelto di riportare solamente questi ultimi capitoli perché, a mio parere, sono i più avvincenti ed interessanti dell’intera saga. La battaglia si svolge a grandi linee nel modo seguente.
Olaf ha imposto con efficacia il proprio dominio su tutta la Norvegia, uccidendo o esiliando chiunque gli si opponesse; tra gli esiliati troviamo lo jarl (conte) Eirik Hakonarson.
Nel frattempo, Thyri, la sorella del re di Danimarca Svein Barbaforcuta (1), è stata data in sposa a re Burizlaf di Polonia; poiché è profondamente scontenta di questa situazione, Thyri fugge, trova rifugio alla corte di re Olaf e finisce per sposarlo.
Passa il tempo, Thyri rimpiange di aver perso le terre a lei destinate dal matrimonio con Burizlaf e se ne lamenta spesso con Olaf. Un giorno Thyri riceve in regalo dallo sposo un grosso gambo di angelica (2) ma lei, sentendosi offesa dal dono, coglie l’occasione per provocare Olaf, ricordandogli che suo padre, re Haral Bluetooth, oltre a farle regali migliori, era riuscito nell’impresa di conquistare la Norvegia. Sentendosi accusato di codardia dalla sposa, Olaf raduna sessanta navi (tra cui la “Lungo serpente”, la nave più grande mai costruita durante l’era Vichinga) e si dirige verso sud per recuperare l’eredità rivendicata della moglie. Lungo la strada, Olaf incontra parecchi nemici, tra cui re Svein e sua moglie Sigrid la Superba, il figlio di Sigrid (ovvero re Olaf di Svezia) e lo jarl Eirik. Re Burizlaf decide però di accordarsi con re Olaf per quanto riguarda le proprietà di Thiry. Conclusa la trattativa tra i due, entra in gioco Sigvaldi, il personaggio che segnerà la fine di Olaf Tryggvason. Egli infatti accetta di guidare Olaf attraverso i banchi di sabbia, ma lo conduce invece nelle fauci della coalizione nemica. Da qui infuria una violenta battaglia navale che riduce a due le imbarcazioni in gioco; la Barbadiferro (nave di jarl Eirik corazzata a prua) e la Lungo serpente (nave di re Olaf), che si troveranno ad essere ancorate l’una all’altra. Qui le sorti della battaglia vengono decise da Einar Tambarskelver e dal suo arco, che però si spezza nel momento cruciale. Simbolico è lo scambio di battute tra Einar e Olaf.
“Cosa è stato?” chiede Olaf sul cassero di poppa. “Qualcosa ho sentito come l’incagliarsi di un relitto infranto”. Ed Einar, rimuovendo la freccia dalla corda allentata, risponde “era la Norvegia che si spezzava nella tua mano, o re!”.
Lo jarl Eirik ed i suoi uomini riescono così a salire a bordo della Lungo serpente, avanzando senza sosta fino a quando re Olaf, disperato, non decide di buttarsi a mare. Non si avranno più sue notizie…
La Norvegia, come predetto da Einar, si spezzerà effettivamente, venendo suddivisa tra i domini dei re Svein, Eirik e Olaf di Svezia.
NOTE