//La ragazza che disse di no: Franca Viola

La ragazza che disse di no: Franca Viola

di | 2024-11-26T16:05:56+01:00 26-11-2024 16:05|Alboscuole|0 Commenti
di E.Serino- C.Criscitelli- G.Boccia-M.C.Batti- A.Mallia Milanes Elvira:Nel 1965 ad Alcamo, Franca Viola subiva un sopruso che a quel tempo non era raro. Rapita e violentata dall’uomo che aveva rifiutato, non sembrava avere scelta: e l’unica soluzione era sposare l’uomo che l’aveva disonorata. Solo così la macchia sarebbe stata lavata .Perfino la legge, che accettava il matrimonio <<riparatore>>, era contro di lei.  Questo è un dialogo tra tre ragazze che discutono su questo triste episodio Chiara: Filippo teneva Franca segregata per 8 giorni. Si comportava molto male con lei, la minacciava, la lasciava senza cibo, la prendeva a ceffoni, le faceva paura. E poi, quando lei era abbastanza spaventata e senza forze, la obbligava ad avere un rapporto con lui Giada: Si chiama stupro!
  • M. Consiglia: Sì, sì, ascolto anch’io le notizie del telegiornale e so di cosa si tratta. Ma “rapimento”, “violenza”, “aggressione” e anche questa cosa orribile che non voglio nemmeno ripetere… se la polizia ne viene a conoscenza mentre accadono, non sono più crimini nascosti, non possono venire cancellati! Il padre avrà pure denunciato il rapimento! La polizia avrà saputo quello che stava facendo quel disgraziato! 
  • Chiara: Certo che l’aveva saputo… il padre denunciò subito il rapimento e la polizia si mise sulle tracce di Filippo Melodia e dei suoi complici già dai primi giorni. 
  • M. Consiglia: Allora Filippo era un pazzo! Come poteva pensare di farla franca? 
  • Giada: Filippo era tranquillo, perché sapeva che anche la legge era dalla sua parte. Qui viene la parte complicata, spero di riuscire a spiegarla bene… Nel ’65 il matrimonio riparatore non era solo un’ usanza, era previsto anche nel codice penale; infatti se vittima e rapitore dopo si sposavano, tutto quello che era successo prima veniva cancellato. Non solo il rapimento, quindi, ma anche la violenza e tutto quello che l’aveva  costretta a fare. Diventavano marito e moglie e vivevano per sempre felici e contenti, come nelle fiabe… O quasi. 
  • M. Consiglia: Ma scusa, quando è stato scritto il nostro codice penale? 
  • Giada: Negli anni ‘20 e approvato nel 1930… Capisci, dunque, quanto è cambiato il nostro modo di pensare da allora? 
  • M. Consiglia: Accidenti! 
  • Giada: La cosa più grave, era che in questo gruppo di reati c’era anche quello della violenza sessuale. Quindi un uomo che in quegli anni costringeva una donna a fare l’amore con lui contro la sua volontà, usando la violenza, commetteva il cosiddetto  reato contro la morale… 
  • Chiara: È un’azione così brutta che turba anche il senso del pudore, ma prima di tutto colpiva lei… La vittima! Che è una persona. 
  • Franca Viola si trovava incastrata: una società in cui una ragazza rapita e violentata veniva messa da parte e si basava di più all’onore, allo scandalo, alla faccia da salvare. E se la violenza a scopo sessuale non era considerata un crimine contro la persona, ma contro la morale, il passo che ti portava a risolvere tutto con il matrimonio era breve. È terribile! 
  • M. Consiglia: Filippo conosceva bene queste “anomalie” della legge, dopo un rapimento e uno stupro, l’aveva messo in conto che sarebbe stato ricercato dalla polizia. E che magari avrebbe dovuto scontare anche qualche notte in prigione. Ma giusto il tempo che le cose venissero chiarite: Franca, come avevano fatto prima di lei tutte le altre donne nella stessa situazione, lo avrebbe sposato e lui sarebbe tornato un uomo libero in un battibaleno. Lui e i suoi amici! Perché la ” salvezza” che la legge garantiva in questi casi era così forte da estendersi anche ai complici dell’accusato, nel caso si fosse fatto aiutare. 
  • Conclusioni
  • Alessandra: 
  • Alla fine, Filippo Melodia viene condannato il 17 dicembre 19666 a 11 anni di carcere, mentre sette dei suoi complici a 5 anni e 2 mesi ciascuno.
  • Melodia uscirà dal carcere nel 1976, ma verrà ucciso da ignoti due anni dopo nei dintorni di Modena, con un colpo di lupara.