Di Silvia Pauroso -4^D-
Dante e le sue opere non solo destano, a distanza di tanti secoli, un grandissimo interesse, ma figurano molto spesso negli spot pubblicitari.
Chiaramente l’attenzione e l’interesse per i testi danteschi sono relativi e completamente rovesciati in una sorta di “contrappasso pubblicitario” per analogia o per contrasto, così come afferma De Martino.
Anche l’aspetto fisico e i tratti marcati del volto hanno contribuito a determinare il riconoscimento della figura del poeta, come il naso aquilino, il copricapo rosso e la corona d’alloro, grazie ai quali si riesce facilmente a riconoscere il poeta.
Dante è il protagonista di un fumetto già dal secolo scorso (l’Inferno di Topolino), poi, dal 2010 è diventato un videogioco horror-gotico.
Da più di cent’anni il poeta fiorentino pubblicizza anche un olio, l’olio Dante, “l’olio che parla italiano”, come è dichiarato sul sito dell’azienda.
Anche in Spagna è stato dato un nome dantesco all’olio “l’olio di Beatrice”.
Dante ha dato il nome anche a diversi vini.
Nella pubblicità della Tim, invece, Dante e Virgilio si trovano in una bolgia infernale trasformata in una rumorosissima discoteca.
Possiamo ancora ricordare un manifesto di Regione Toscana per il risparmio delle risorse idriche, con un Dante che minaccia “Chi spreca L’acqua lo metto all’inferno” e in seguito, con un manifesto gemello, esclama “Bona l’acqua del rubinetto! Sembra d’essere in Paradiso”.