di Annalisa Lombardi
Revisione del Green Deal europeo, contrasto alla concorrenza sleale e alla diffusione di “cibi sintetici” e riconoscimento del valore del made in Italy. Questi sono i motivi che hanno portato i contadini a marciare verso Roma con i loro trattori. Come spiega Andrea Papa, del movimento “Riscatto Agricolo”, l’obiettivo è sfilare nelle vie del centro della Capitale ed incontrare il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
Negli ultimi mesi però, non è stata l’Italia la prima a vedere una rivolta contadina, bensì la Germania, dove da metà dicembre gli agricoltori bloccano le strade con i loro mezzi da lavoro. In breve tempo, i tedeschi sono stati seguiti dai francesi e, il 24 gennaio, anche dagli italiani.
Cosa ha acceso gli animi dei protestanti? Il problema è nato nel momento in cui il governo tedesco ha promesso di continuare a sostenere l’Ucraina e finanziare la transizione verso l’energia pulita proponendo una prima bozza di bilancio in vista del nuovo anno. Quest’ultima è stata bocciata dalla Corte Suprema tedesca, causando una voragine di 60 miliardi nelle finanze. Posizione scomoda per il cancelliere del governo Olaf Scholz, il quale, dovendo colmare il deficit, ha dovuto ridurre spese ed effettuare tagli, gravando, così, sul settore agricolo. Risultato? Aumento delle tasse, tagli nei sussidi agricoli, eliminazione dei principali privilegi fiscali per gli agricoltori. Di conseguenza, le manifestazioni mirano a frenare tali provvedimenti, i quali “minacciano di porre fine alla vitalità dell’industria tedesca”, come afferma il presidente dell’Associazione degli agricoltori tedeschi Joachim Rukwied.
Sono tanti i motivi per cui gli agricoltori tedeschi protestano e alcuni di essi rappresentano un rischio anche per il settore agricolo in Italia, già affaticato, così come gran parte d’Europa, da un impegnativo 2023, segnato da impegni legati a una politica più ecosostenibile e numerosi danni causati da eventi naturali.
L’obiettivo dei contadini è quello di proporre possibili soluzioni alla situazione ormai “diventata insostenibile”, come dichiarato da Papa, ma l’agricoltura è un tema enorme e non è semplice orientarsi in questo campo. Quali sono, allora, le concrete richieste degli agricoltori? Alcune di queste sono piuttosto precise, al contrario di altre più generiche. I protestanti criticano le politiche europee considerandole poco attente alle loro necessità ed eccessivamente ambientaliste, sono contrari ai cosiddetti “cibi sintetici” e chiedono si mantenere le agevolazioni fiscali a loro favore per poter compensare le difficoltà causate dall’aumento dei costi di produzione.
Il coordinamento ha diffuso un comunicato in cui spiega le principali dieci richieste avanzate, alcune riguardanti la Politica agricola comune (PAC). Uno dei punti più criticati è l’obbligo per gli agricoltori europei di lasciare incolto il 4% dei propri campi, in modo da stimolare la biodiversità dei terreni: antica tecnica praticata da secoli, ma sempre criticata dagli agricoltori, italiani ed europei, in quanto vista come un’inutile privazione di terreno potenzialmente produttivo.
Per cercare di rispondere alle tante proteste delle ultime settimane, la Commissione Europea ha proposto una sorta di “deroga” permettendo la coltivazione di piante considerate benefiche per il terreno (quali legumi o colture a crescita rapida) nella porzione lasciata libera, riuscendo così ad ascoltare, almeno in parte, l’«abolizione immediata di vincoli e incentivi per non coltivare i terreni» richiesta dagli agricoltori.
Questi ultimi, in occasione della 74esima edizione del Festival di Sanremo, hanno manifestato l’intenzione di incontrare Amadeus e salire sul palco dell’Ariston ma, non riuscendo nella loro impresa, hanno attuato un’altra strategia per attirare l’attenzione del pubblico: la mucca “Ercolina”, simbolo della protesta. L’animale, accompagnato da pochi manifestanti, è stato fatto accedere al green carpet che conduce al teatro Ariston prima di essere fermato dalle forze dell’ordine.
Ma non finisce qui! Dopo il ridimensionato corteo interno alla Capitale di venerdì mattina e quello più corposo, con circa 150 mezzi, sul Raccordo Anulare di venerdì sera, una delle anime della protesta, Danilo Calvani, ha annunciato che, giovedì 15 febbraio, decine di trattori si riuniranno nel Circo Massimo, luogo simbolo della città: “Saremo in 20mila”.
Copertina di Denise Vacchio