Le immagini di quello che sta accadendo in Ucraina hanno invaso la tv, i giornali, internet. Ovunque si legge e si sente la parola guerra. I bambini hanno capito che sta succedendo qualcosa da qualche parte nel mondo non troppo lontana da casa. Sono estremamente sensibili alle immagini, ma oltre a fare attenzione e ad evitare che possano capitare su programmi non adatti alla loro età è necessario imparare ad ascoltare le loro domande.
Cos’è la pace e cosa rappresenta per noi? Quando ci sentiamo in pace con noi stessi e cosa possiamo fare per portarla con noi nei rapporti con gli altri? Gli alunni, della 2^A della scuola Primaria di Fagnano Castello, hanno scritto sui quaderni i propri pensieri e le proprie emozioni; in seguito hanno scelto una frase in particolare che, per essi, rappresenta più di ogni altra l’idea di pace: “La Pace nelle nostre Mani”.
Ogni insegnante dovrebbe spiegare ai propri alunni cosa sta accadendo in Ucraina. Non c’è più lo schermo a filtrare le parole e gli sguardi. Ad esorcizzare la paura. Oggi, in presenza, si spiega la guerra in Ucraina a una generazione spogliata da due anni di pandemia di vigore e di energia. Non c’è mai confusione o disordine lungo i corridoi e nelle aule, piuttosto un vociare sommesso e continuo tanto che le terribili notizie dal fronte ucraino sembrano quasi arrivare di soppiatto.
A scuola si realizzano pace e democrazia ogni giorno, nei gesti e nei comportamenti quotidiani. In questo periodo, noi docenti dedichiamo ancora più tempo e spazio alla costruzione della pace, dentro e fuori di noi. Dopotutto, la scuola non solo fornisce conoscenze e abilità, ma permette di costruire competenze che danno anche forma a valori, norme, atteggiamenti e disposizioni sociali e culturali.
Articolo curato dalla docente Maria Antonietta Ferrante
IC Fagnano Castello-Mongrassano (CS)
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