Le critiche al sistema scolastico italiano sono molteplici, spesso anche sensate, tuttavia nel marasma di commenti leciti è necessario non cadere in un grave errore: pensare che tutto sia fermo, immobile, sterile. Eppur si muove potrebbe affermare Galilei: qualcosa, lentamente cambia. La notte nazionale dei licei classici è, nell’opinione di chi scrive e soprattutto di tutti gli alunni che l’hanno vissuta in tutta Italia, esempio di questo rinnovamento silenzioso, lento; proprio come quei testi antichi dietro cui noi tutti, studenti, corriamo ogni giorno in un talvolta vano sforzo di comprensione. La Notte Nazionale, alla quale per la seconda volta come istituto abbiamo partecipato, è stata fatica, sforzo, impegno mentale ma anche fisico. Organizzare davvero qualcosa è un’attività che spesso passa in secondo piano nei vari percorsi di studi, pur essendo essenziale e non affatto banale. Che si tratti di mettere in scena un testo originale, leggere passaggi di classici, reinterpretare miti in chiave ironica o tragica; qualsiasi idea si voglia provare a realizzare bisogna prima di tutto concepirla, questa idea, e poi fare i conti con altre teste pensanti nel metterla in scena. Non ha forse un percorso del genere un valore educativo di grande livello? Non sono forse il lavoro, la vita, la relazione con gli altri, un’applicazione di questi schemi, di questi metodi, su piani diversi? L’esperienza della Notte Nazionale è vera, pura, alternanza scuola-realtà.
Inoltre, quest’esperienza è stata per noi studenti un’occasione di comprendere applicandoli alla vita reale i motivi per cui perdiamo ore e ore della nostra vita a studiare lingue morte e testi scritti migliaia di anni fa. La classicità rappresenta la radice della nostra cultura, sia in senso occidentale sia in senso propriamente italiano, è vero, è una frase di cui le orecchie di un qualsiasi classicista traboccano. Ma non è anche lo studio dei testi classici attuale, emozionante, illuminante? Non è forse il dilemma etico del forte Agamennone costretto a sacrificare la figlia Ifigenia eterno, universale ed emozionante? Un approccio diverso, come quello della Notte Nazionale, è fondamentale per capire che cosa hanno da dirci queste statue di marmo, farci emozionare da loro, e ricordarci di questa bellezza anche quando, inevitabilmente, chini sui libri in periodo di verifiche malediciamo noi stessi e il genere umano intero.
Chi può dire questo meglio degli studenti stessi, che hanno vissuto questa esperienza? Commenta Benedetta, di 1a M:”L’obiettivo che ci eravamo prefissati e che abbiamo raggiunto, era quello di far immergere gli spettatori in un mondo diverso e far capire loro che il nostro corso di studi, in realtà, non è noioso o peggio ancora inutile come molti lo definiscono; ci offre invece parecchi stimoli e insegnamenti che ci serviranno in un futuro per essere persone migliori.”; aggiunge Nina: ”Abbiamo imparato che si può sempre migliorare, anche basandoci sull’esperienza dell’anno scorso, e che l’importanza del nostro liceo è maggiore di quello che tutti, compresi noi, ci aspettiamo.” Conclude Giorgia, classe 2a A:” Questa manifestazione si è anche rivelata un’ottima occasione per calarsi nei panni dei protagonisti della storia e capire fino in fondo la loro natura, ci siamo così resi conto di quanto in realtà i pensieri degli antichi siano più che mai attuali, ed è per questo che gli studi classici sono fondamentali per la comprensione del mondo odierno.”
Luigi Parodi, classe 5B