La nostra gita in Polonia
Domenica 10 marzo, alle cinque del mattino, gli allievi delle quarte del G. & Q. Sella, che hanno deciso di partecipare, sono partiti per un viaggio d’istruzione, la cui destinazione principale era Cracovia, Polonia, ma il lungo viaggio in autobus ha permesso di compiere molte tappe, organizzate su un totale di sei giorni. Da Klagenfurt a Bratislava, da Cracovia a Brno, fino a Salisburgo, moltissime sono state le ore di viaggio, anche troppe le levatacce, ma chiedetecelo e ripartiremmo subito.
Questo viaggio non è stato solo visite guidate e camminate, ma soprattutto l’opportunità di consolidare un legame come classe, un modo per conoscerci che andava al di là dei banchi di scuola e dei pregiudizi. Poter essere sicuri di sé stessi con le altre persone è un grande traguardo per noi ragazzi e stare gomito a gomito con persone che vediamo da quattro anni, ma con cui la conversazione a volte non andava oltre il risultato della verifica, ha permesso di approfondire i rapporti. Inoltre, la diversa natura delle numerose visite, ha permesso di toccare gli interessi di tutti.
Sarebbe sicuramente difficile elencare tutto ciò che abbiamo potuto osservare, ma posso almeno dirvi che ci siamo trovati a pochi centimetri dalla Dama con l’ermellino e la sua forza artistica, che abbiamo camminato per il quartiere ebraico di Cracovia e ci siamo seduti accanto alla statua di Jan Karski, che abbiamo ripercorso il carcere dello Spielberg e gli ideali di Pellico e Maroncelli, ma soprattutto dirvi che abbiamo visto con i nostri occhi il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau e le sue tante testimonianze che rimarranno sempre una parte importante del nostro bagaglio culturale e della formazione della nostra coscienza come esseri umani.
Prendere atto che l’uomo è in grado di procurare così tanto dolore alle generazioni future e a quelle passate, ha portato molto sconforto fra noi ragazzi. Ma pensare che l’uomo è soprattutto vittima, ha spinto la maggior parte di noi a desiderare una partecipazione attiva alla nostra storia. Non siamo più una risorsa del futuro, ma persone necessarie nel presente. Partecipare alla sorte politica del nostro Paese non è più una prospettiva, ma un dovere. Perché è vero che la storia si ripete e che fondamentalmente fino ad oggi non siamo stati in grado di apprendere da lei, ma il potere dell’informazione e dell’esperienza sono in grado di spezzare questa terribile catena se usati correttamente.
Colongo Eleonora