A partire dal XII secolo le università si diffusero in Europa e le maggiori università si distinsero per qualche particolare disciplina.
• Salerno, con la sua antica Scuola medica, Padova e Montpellier si distinsero per la medicina
• Bologna per il diritto
• Parigi e Oxford per la teologia e la filosofia.
In genere queste università erano strutturate con una differente articolazione interna degli studi ma ciascuna ospitava, di solito, alcune di queste quattro facoltà: facoltà delle arti, medicina, diritto, teologia. Solo ad Oxford furono istituite due facoltà di diritto: una per il diritto civile e l’altra per il diritto canonico.
La facoltà delle arti forniva un insegnamento di base centrato sulle sette arti liberali con maggiore interesse per la dialettica. Il clima che venne a diffondersi in queste università fu completamente differente da quello che si respirava nelle vecchie scuole vescovili. I programmi di insegnamento venivano ideati liberamente dai professori che, con l’aiuto degli studenti, preparano anche libri di testo mentre la didattica era pratica.
Viene in queste sedi codificato il “metodo scolastico” degli studi superiori con il quale lo studente viene avviato a percorrere un cammino intellettuale preciso attraverso la lectio (lettura), la quaestio (individuazione di problemi), la disputatio (disputa interpretativa) per arrivare alla determinatio che rappresentava la sintesi finale. In questo clima veniva riscoperta la cultura classica e nelle università si leggevano e commentavano le opere degli scrittori greci e latini. Nel periodo che va dalla fine del XII secolo alla fine del XIII, il movimento culturale delle università si diffuse in una parte consistente dell’Europa. Nel 1300 vi erano già in Europa almeno 20 università: dieci in Italia (Bologna, Parma, Modena, Vicenza, Arezzo, Padova, Napoli, Vercelli, Siena, università di Salerno e lo Studium della curia romana), cinque in Francia (Parigi, Montpellier, Tolosa, Orléans e Angers), due in Inghilterra (Oxford e Cambridge), due in Spagna (Salamanca e Valladolid) e l’Università di Lisbona in Portogallo (che sarà poi trasferita a Coimbra). Non si trattava però di istituzioni tra loro equivalenti: fino alla fine del Medioevo, anche quando il numero delle università crebbe, quelle che non avevano solo una funzione locale, ma attiravano docenti e studenti da altri paesi europei erano poche, ne erano solo sette: Bologna, Parigi, Montpellier.
Con il rifiorire delle città e dei commerci, anche i borghesi sentirono l’esigenza di una maggiore scolarizzazione: tra XII e XIV sec. nacquero così delle scuole presso le botteghe e le scuole comunali. L’insegnamento in queste scuole era di tipo più pratico, perché era rivolto ai figli dei mercanti. Vennero anche introdotti i numeri arabi (inventati in realtà dagli Indiani), grazie al mercante e matematico Leonardo Fibonacci. L’educazione nel Basso Medioevo era affidata a diverse iniziative: dello Stato per i laici, e della Chiesa per i chierici nei conventi e nelle parrocchie, oltre a un qualche apprendistato artigianale. Col passaggio dell’impero ai Germani, viene meno l’iniziativa statale e prevale quella ecclesiastica. Avremo presto, oltre a scuole conventuali e parrocchiali, anche scuole laiche di nuovo tipo.
Nei conventi l’istruzione continuava ad avere un qualche posto. A Montecassino troviamo prescritto che «tutti i monaci apprendano le lettere»: ma nel convento di Farfa in Sabina, stando alla testimonianza dell’abate Guidone, ritroviamo la presenza degli arredi scolastici accanto a quelli della vita materiale quotidiana: «I ragazzi abbiano nella scuola i libri, i rasoi con le scodelle e i catini per lavarsi la testa…». Qui si studiava, in particolare le Scritture, ma comunque l’istruzione non era ritenuta uno degli scopi principali dei conventi.
Le università nel Medioevo iniziarono a formarsi nei primi decenni del XII secolo tranne quella di Bologna fondata nel 1088, e furono l’evoluzione di un modello di insegnamento impartito soprattutto nelle scuole delle chiese cattedrali e dei monasteri.
In alcuni luoghi, tra i primi Bologna e Parigi, studenti e professori si associarono e crearono quelle scuole, che chiamarono università, per la presenza di studenti provenienti anche da altre nazioni.
Nel cuore di Bologna c’è l’università più antica del mondo, fondata nel 1088 come scuola di diritto; dal XIV secolo si studiarono anche medicina, filosofia, aritmetica, astronomia, logica, retorica e grammatica; teologia dal 1364 e dal XVI secolo scienza sperimentale.
La fama dell’università di Bologna si propagò in tutta Europa, accogliendo studenti e insegnanti illustri: da Dante Alighieri a Francesco Petrarca, da Paracelso a Pico della Mirandola e a Nicolò Copernico, che qui iniziò le prime osservazioni astronomiche; poi, durante l’unità d’Italia, spiccarono le figure di Giosuè Carducci e Giovanni Pascoli. La fama dell’ateneo aumentò sempre di più finché nel 1988, in occasione del 900esimo anniversario, i rettori di 430 università di tutti i continenti sottoscrissero la Magna Charta Universitatum Europaeum, riconoscendola come l’Alma Mater (l’università per eccellenza) di tutti gli atenei. Oggi ha poli scientifico-didattici anche a Cesena, Forlì, Ravenna, Rimini e una sede a Buenos Aires; e offre 33 dipartimenti, 215 corsi tra lauree di 3 anni, lauree magistrali che ne durano due e lauree magistrali da ciclo unico di 5 o 6 anni; e, ancora, master, dottorati di ricerca e numerose scuole di specializzazione.
In città, inoltre, ci sono interessanti musei che appartengono all’ateneo, tutti raggruppati tra palazzo Poggi e la zona di via Belmeloro, Irnerio e viale Filopanti: qui si visitano le collezioni di minerali, piante essiccate e scheletri di animali; cere anatomiche e strumenti utilizzati per lo studio della luce, della geografia e della nautica. Su via Zamboni, infine, c’è la biblioteca universitaria, aperta al pubblico nel 1756.
Università degli studi di Pavia
E’ antica e molto prestigiosa, fondata nel 1361 da Galeazzo II Visconti, che aprì gli studi di diritto, medicina e arte. In epoca asburgica venne completamente modificata e gli edifici furono ristrutturati in stile neoclassico. Tra le nuove aule meritano una visita la biblioteca Teresiana, il teatro anatomico di Antonio Scarpa e il teatro di fisica, dove Alessandro Volta presentò a Napoleone l’invenzione della pila. Nel Novecento l’Università occupò anche la vicina struttura dell’ospedale di San Matteo, in stile rinascimentale. All’interno dell’ateneo sorge un museo per gli appassionati di scienza e medicina che raccoglie strumenti utilizzati nel passato e un archivio sulla storia della medicina, dall’inizio del XV al XX secolo. Fanno parte dell’università complessivamente 8 musei, due collezioni di musicologia e matematica e l’orto botanico. Oggi l’università pavese offre 84 corsi di laurea, dottorati di ricerca e master post laurea e partecipa a progetti internazionali con college e altre istituzioni.
Università degli studi Federico II
E’ l’ateneo di Napoli, intitolato a Federico II, che lo fondò nel 1224. All’inizio gli studi erano indirizzati verso il diritto, le arti liberali, la medicina e la teologia; quest’ultima insegnata nel convento di San Domenico Maggiore da illustri docenti come Tommaso d’Aquino. Durante il periodo angioino l’università restò indipendente dal potere papale, ma in seguito subì chiusure. Nel Cinquecento tornò a essere un importante centro studi e dal 1616 la sede si trasferì a palazzo dei Regi Studi, dove adesso si trova il museo archeologico nazionale. Dopo una crisi tornò in auge nel Settecento prima con gli Asburgo e poi con i Borboni, quando nell’Ateneo insegnava il filosofo Giambattista Vico. Nel 1754 nacque la prima cattedra di economia al mondo e nel 1777 la sede si trasferì nel convento del Salvatore; durante il decennio francese l’Università ospitava 5 facoltà: lettere e filosofia, matematica e fisica, medicina, giurisprudenza e teologia. Nacque poi la prima cattedra di zoologia e l’ateneo collaborò con l’osservatorio astronomico, il giardino botanico e i musei di mineralogia e zoologia. Nel 1884 la sede universitaria si spostò nell’edificio neobarocco dove tuttora si trova, in corso Umberto I. Oggi l’ateneo ospita 26 dipartimenti e 4 scuole in un patrimonio architettonico molto vasto: la sede centrale, il complesso di Cappella Cangiani, dove si trovano medicina e altre facoltà scientifiche; il complesso di Monte Sant’Angelo; il convento di san Pietro Martire; la casa del Salvatore, in pieno centro storico, e la dimora storica Reggia di Portici.
Giulia d’Aloia
Giuseppe Villani
Janys Padulo
Alisya Pazienza
Silvia La Sorella
Brenda d’Anzeo
Melissa Miceli