di Marco Tondo
Sin da quando ero un innocente bambino dell’asilo, la mia camera era occupata da un armadio, un armadio di legno fatto da un artigiano nell’Ottocento. Mio padre lo comprò a trent’anni, lo usò per i suoi vestiti e alla mia nascita per i miei. Quando sono cresciuto, nel periodo delle elementari, ogni mattina aprivo l’armadio. Aveva delle decorazioni nella parte superiore, con due specchi rovinati e con una chiave altrettanto rovinata, ma funzionante. Al suo interno trovavo sempre ciò che mi serviva: una felpa, un maglioncino, le calze. Non sono i vestiti però quello di cui voglio parlare: nell’armadio c’è dell’altro.
Sin dai tempi in cui avevo appreso l’alfabeto e la capacità di scrivere, attorno ai sei anni, avevo deciso di comprare dei quaderni sui quali raccontare le giornate che meritavano di essere raccontate. Scrivevo sui miei quaderni, rosso acceso e a quadretti, tutto ciò che facevo sin da piccolo. C’è tutta la mia vita dentro questo armadio, dai più piccoli episodi ai momenti significativi. Ogni quaderno può contenere un anno e qualche mese.
Mi piace passare i pomeriggi senza studiare troppo e se ho pochi compiti, invece di anticipare gli altri, preferisco aprire l’armadio, isolandomi dal mondo e leggere la storia più bella: quella della mia vita. Mi piace non perdere neanche un secondo della mia esistenza, non è egocentrismo, voglio leggere a tutti gli episodi della mia vita, ai miei figli, ai miei nipotini e alla mia sorellina con la quale mi sono divertito milioni di volte e con la quale ancora più volte litigo e faccio pace.
Penso che questi quaderni rappresenteranno la mia autobiografia, anche se ho saltato pochi mesi, sono quasi sicuro di non aver perso un giorno importante. Questo mi fa riflettere sul fatto che noi uomini abbiamo un dono che è speciale e unico da più di cinquemila anni: la scrittura. La scrittura è, a mio parere, l’arte di saper raccontare i propri pensieri e la propria fantasia. Non ho mai smesso di scrivere, lo faccio tuttora ogni notte prima di dormire. Credo, anzi sono sicuro, che questa storia, quella dei quaderni dell’armadio che contengono la mia vita da quando ero piccolo, può essere un esempio per tutti. Non dobbiamo mai dimenticare la nostra vita perché è una sola ed è un tesoro. Dobbiamo andarne fieri e dire a tutti quanto è bella.
Ogni vita è degna di essere vissuta e ogni giorno è speciale, anche solo per un sorriso o una chiacchierata con un amico. In questo momento mi viene da piangere, ma non voglio bagnare il foglio, non è opportuno. Al solo ricordo della mia vita, del mio passato, mi emoziono, forse perché è così per tutti gli artisti, abbiamo un cuore che è fragile. Adesso concluderò questo testo perché l’ora sta finendo, il tempo per trasmettere emozioni e raccontare è finito, ma solo per questo racconto. La mia vita ha davanti altre decine di quaderni, tutti da scrivere e credo che questi non siano solo dei racconti speciali, ma sono anche il più grande tesoro della mia vita.