Il giorno mercoledì 13 marzo di quest’anno sono andata alla ditta Italfilm S.p.A. del gruppo Longhi, un’azienda produttiva con sede nel territorio di Pedrengo e ho intervistato il proprietario: Dott. Paolo Longhi.
Ho voluto fare questa intervista per far capire alla gente quanto tempo e quanto sudore ci vuole per creare un’attività.
Ho suddiviso in quattro gruppi le domande che ho sottoposto al Dott. Paolo Longhi cercando di far capire la storia dell’azienda, il personale che lavora al suo interno, il prodotto e alcune curiosità.
Perché ho scelto proprio il Dott. Paolo Longhi e la sua azienda?
Semplice! Perché è dove lavora il mio papà e anche molti genitori dei miei amici, è anche dove mio fratello ha fatto lo stage per la scuola e poi si trova nello stesso paese dove abitiamo, in fondo è un po’ come se facesse parte della nostra famiglia.
Ed ecco la mia intervista:
STORIA:
-“Com’è nata questa azienda?”
“Questa azienda è nata producendo un articolo che non c’è più oggi: bulloni, dadi e viti in ottone poi l’evoluzione tecnica ci ha portato a fare quello che facciamo oggi.”
-“Chi l’ha fondata?”
“Mio padre.”
-“Quando è stata creata questa azienda?”
“Nel 1947.”
-“Qual è il suo ruolo in questa azienda?”
“Presidente.”
-“Chi sono stati i proprietari prima di lei?”
“Mio padre.”
-“Il prossimo proprietario sarà uno dei suoi figli, giusto?”
“Sì, credo di sì, ma questa è una domanda alla quale non posso rispondere.”
-“L’azienda è sempre stata della sua famiglia?”
“Assolutamente sì.”
-“Quando ha iniziato a lavorare in questa azienda?”
“D’estate quando avevo 15 anni e a tempo pieno quando ne avevo 19 dopo il liceo, mi sono poi laureato lavorando”
PERSONALE:
-“Quanti operai sono presenti in questa azienda?”
“Nell’Italfilm 125.”
-“È fiero di tutti i suoi lavoratori?”
“Quasi tutti.”
-“Ospita gli stagisti?”
“Sì, con una certa frequenza”
-“Che ruoli sono presenti in questa azienda?”
“L’azienda è come un corpo umano, deve avere tutti gli organi: se non c’è il cuore, se non ci sono i polmoni, se non c’è il fegato, c’è qualcosa che non va. Quindi un’azienda deve avere dei ruoli definiti, completi e tutti occupati.
Se vogliamo fare una distinzione grande c’è la parte tecnica che produce, c’è la parte commerciale che vende e che compra le materie prime e c’è la parte amministrativa che amministra tutto ciò che si produce, si vende e si compra, gli stipendi che si danno ai collaboratori, le tasse che si pagano; se qualche ruolo non è coperto c’è qualche cosa che non va!
Io mi auguro che qui siano ricoperti tutti i ruoli.”
-“Ci sono altre sedi oltre a quella di Pedrengo? Dove si trovano?”
“Noi abbiamo un’altra azienda da un’altra parte che però non centra con questa sede, la nostra sede con Italfilm è a Pedrengo e non intende muoversi da Pedrengo, men che meno di andare all’Estero.”
PRODOTTO:
-“Cosa produce l’azienda?”
“Noi produciamo delle reti di metallo che si chiamano reti stirate perché si prendono i nastri di metallo si incidono e si tirano, con queste reti si fanno molte cose per esempio i filtri che noi anche facciamo, ma solitamente diamo le reti a dei clienti italiani ed esteri con le quali fanno diverse cose come ad esempio nel campo dell’Auto Motiv cioè delle automobili, dei camion o dei pullmann oppure nel campo dell’anti-inquinamento per filtrare l’aria, gli olii, le acque o ancora nel campo degli elettrodomestici per fare i filtri per le lavatrici, le lavastoviglie, ecc.
-“Quali materie prime utilizzate?”
“In genere tutti i metalli: acciaio inossidabile, ferro, ferro zincato, alluminio, rame, ecc.
-“Commerciate di più i vostri prodotti in Italia o all’estero?”
“60% all’estero e 40% in Italia, circa.”
-“Per trasportare il materiale utilizzate camion di vostra proprietà o vi servite di un trasportatore esterno?”
“Parecchi trasportatori esterni.”
-“La vostra azienda fa parte del settore primario, secondario o terziario?”
“Direi primario.”
-“Posso chiedere chi è il vostro cliente primario?”
“Non è facile rispondere a questa domanda perché per volontà politica nostra abbiamo sempre cercato di non avere un solo cliente o pochi clienti molto importanti se no diventiamo troppo dipendenti da loro; se uno un giorno cambia idea o va male l’azienda va in crisi allora noi abbiamo tanti clienti, piccoli a volte o medi, ma raramente abbiamo clienti grandi per cui non posso dire che esiste il cliente più importante, ma posso dire che ci sono dei gruppi come la Bosch, in Germania che è uno dei clienti primari.”
-“Quindi anche per il vostro fornitore principale è la stessa cosa?”
“È un po’ diverso perché noi abbiamo tanti fornitori perché ci occorre la qualità e il prezzo quindi li metti in concorrenza tra di loro. Io direi che i nostri fornitori fan parte di tutto il mondo in particolare in Europa e i più importanti vengono dalla Germania, dall’Italia, dalla Francia…”
CURIOSITÀ:
-“Quanto vasta era l’azienda in origine?”
“Quando è nata nel 1947 era grande come questo ufficio o poco più.”
-“Quando ha realizzato questa azienda suo padre si immaginava di creare questo impero?”
“Non è un impero e non se lo immaginava, credo di no, ma non so cosa girasse nella sua testa.”
-“Siete in concorrenza con altre aziende?”
“Molte! Solo in Europa ce ne sono 52 e per di più oggi una serie di nostri concorrenti italiani e europei hanno chiuso tutta o buona parte della produzione per aprirla chi in Bosnia, chi in Tunisia, chi in Turchia, chi in Cina; noi no e nè l’abbiamo in programma.”
-“Qual è stata la sfida più grande che avete dovuto affrontare?”
“Non c’è una sfida che da sola sia la più grande, sono tante sfide tutti i giorni finalizzate a far sì che questa organizzazione sia la più efficacie possibile che possa garantire ai propri dipendenti una serenità perché quando una persona va a casa e sa che il giorno dopo l’azienda sicuramente è in salute e sarà aperta crea una certa serenità.
Noi anche durante i 10 anni di crisi, che con questo fa 11, non abbiamo mai avuto un solo minuto di dubbio sulla salute dell’azienda e un’azienda deve essere attenta anche all’ambiente dove lavorano le persone di modo che siano più sicure possibili. Perciò non c’è la sfida più grande.”
-“In passato avrebbe agito diversamente?”
“Tante volte, non solo nel lavoro.”
-“Le lascio spazio per aggiungere delle considerazioni personali”
“Un’azienda per essere condotta bene deve essere fatto senza avere come fine di guadagnare tanto. Se hai come fine di guadagnare tanto non devi fare la produzione, devi fare il commercio. Se fai la produzione il tuo fine deve essere creativo.
Anche quando uno ha degli ottimi bilanci deve sempre reinvestire per essere sempre più moderno possibile.
Se in Italia una persona costa a un’azienda 30,00 € all’ora (costa, non prende) in Bosnia ci sono aziende nostre concorrenti dove le persone costano 2,00 € all’ora.
Per far fronte a tutto ciò devi automatizzare, ti devi modernizzare e devi dare un grande servizio.
Un altro aspetto a cui la nostra azienda è molto attenta è il rispetto e sostegno dell’ambiente infatti con l’installazione di pannelli solari utilizziamo energia pulita per soddisfare gran parte delle nostre necessità.”
MIE OSSERVAZIONI PERSONALI:
Ci tengo in primo luogo a ringraziare il Dott. Paolo Longhi per il tempo che mi ha dedicato, so bene che è una persona molto impegnata, ma nonostante questo è stato molto gentile e disponibile.
Una cosa che ho notato subito è che ha spento il telefono per non essere interrotti durante l’intervista e mi ha fatto sentire a mio agio anche se ero molto emozionata.
E’ stata un’intervista molto interessante ed istruttiva e mi è piaciuto molto il linguaggio che ha utilizzato perché si è adeguato alla mia giovane età e mi ha fatto conoscere nuovi vocaboli spiegandomene il significato.
Abbiamo poi terminato la visita osservando dei quadri con illustrato degli edifici costruiti con appunto le reti stirate e facendo un tour nel magazzino dove abbiamo osservato i prodotti imballati e pronti per essere spediti.
Ancora grazie per l’occasione che mi ha concesso!
Giulia Sigismondi 1^ F