Siamo quasi alla fine dell’anno scolastico e per noi studenti delle quinte si avvicina una delle tappe più importanti del nostro cammino scolastico: gli esami di stato (ancor più noti come “maturità”) . A ricordarcene l’importanza, talvolta in maniera ossessiva, fin dal primo giorno di scuola sono i nostri docenti che ci incitano continuamente ad impegnarci per arrivare preparati al meglio a quest’appuntamento decisivo. Ed ora che siamo vicini al traguardo non possiamo non pensarci con trepidazione anche noi, soprattutto per le tante “novità”introdotte proprio quest’anno. Nello stesso tempo ci è venuta la curiosità di sapere com’era l’esame di maturità dei tempi in cui i nostri docenti erano a loro volta studenti e come l’avessero affrontato. Quindi, abbiamo rivolto ad alcuni di loro le seguenti domande: Quali ricordi si porta con sé del suo esame di maturità? Ha qualche episodio in particolare da raccontarci?
Il primo a risponderci è stato uno dei prof. più noti dell’Istituto. Negli anni della sua formazione ha dovuto superare innumerevoli esami,concorsi vari e prove per il conseguimento di certificazioni professionali. Ma la prova che gli torna in mente più spesso è l’esame di maturità, affrontato e superato nel lontano 1973 quando i docenti andavano a scuola col libro,la penna e… la clava. Allora ricorda che su quattro discipline orali che venivano dal Ministero, il candidato sosteneva il colloquio orale su due di esse: una a scelta dal candidato e una a scelta dalla commissione. Era buona norma che l’unico commissario interno concordasse questa disciplina con ciascun candidato e si adoperasse per fare in modo che venisse scelta dalla commissione per non mettere in difficoltà il malcapitato alunno. Ebbene, per la prima volta al Liceo Scientifico da lui frequentato, questa prassi venne infranta e si scelse a caso il candidato al quale cambiare la disciplina all’ultimo momento. E sapete quale fu il nome dello sfigato e indifeso del Liceo? Il nostro Vicepreside prof. Antonio Lungo. Ma già allora aveva un carattere battagliero e se la seppe cavare bene. Era, invece, l’estate del 1978 quando si diplomò (sempre in un liceo scientifico) il prof. di Economia Aziendale Antonio Madonna: “Ricordo noi tutti si sudava copiosamente per il caldo, ma ancor più per la tremarella. Tema di italiano e matematica come secondo scritto (lo spauracchio allo scientifico, proprio come economia aziendale per le nostre alunne e alunni). La commissione era tutta esterna tranne il prof di Lettere, il mio preferito. Alla fine del colloquio la domanda di rito: cosa vuoi fare dopo il diploma? Un tuffo al mare, pensai, poi se ne parla”.
Sempre negli anni ’70 consegue la maturità magistrale la professoressa di Francese Narcisa Campofreda: “Un esame ricco di emozioni e già da allora avevo idee chiare nel coltivare la mia passione: insegnare!”. Naturalmente, dimostrò così tanta passione da superare l’esame a pieni voti.
Maturità scientifica negli anni ’80 anche per la professoressa di Matematica Sabrina Mastroianni . Allora era previsto lo svolgimento della prima prova di italiano, della seconda prova di matematica e per il colloquio due materie a scelta della commissione (composta da docenti esterni e solo un membro interno). “Ricordo le forti emozioni nei giorni che precedevano l’esame. Volevo che nel breve tempo concesso per le prove si apprezzasse la formazione costruita nei cinque anni di liceo. Era forte il senso di orgoglio, di responsabilità misto a tensione e ansia. Era anche il momento di decidere quale strada intraprendere nella vita per poter realizzare i miei sogni e ciò era emozionante.”
Più o meno dello stesso periodo è l’esame di maturità classica della professoressa di Lettere Mariateresa Menale: “Esperienza da incubo, ancora me lo sogno ! In particolare, quella della seconda prova (versione di greco). Il commissario interno era proprio la professoressa di greco, una docente rigorosa e severa: impedì anche il minimo tentativo di collaborazione tra noi studenti, richiamandoci per giunta ad alta voce per cognome e nome”.
Anche il prof. di Diritto Donato Gatto ha ben impresso nella mente il suo esame di maturità: “Erano gli anni 80, gli anni della musica più bella di tutti i tempi. Imperversavano i Deep Purple, i Pink Floyd, Led Zeppelin, Jim Hendrix, Bob Dylan e chi più ne ha più ne metta. Stavamo uscendo dagli anni di piombo. Inevitabilmente si rovinò qualche amicizia, ma ricordo con chiarezza quanto eravamo tesi e un po’anche stupidi. Imbottiti di cartucciere piene di temi svolti e di Bignami ci recammo fuori scuola la mattina presto per prendere i posti migliori. Appena aperti i cancelli ci fu la corsa e la calca. Ci trovammo seduti, intimoriti, uno per banco. Attendevamo l’arrivo e l’apertura delle buste. Ci rendemmo subito conto che tutto il materiale faticosamente raccolto e accuratamente sistemato …. addosso, non sarebbe servito a niente. Che significa essere cittadini del proprio tempo? Questa fu la traccia che scelsi. Andò bene, anzi benissimo. Il mio finì tra gli applausi.
Nel ’93 la professoressa di Lettere Laura Cavallo conclude il suo percorso di studio classico. “Non dimentico mai il fatto che, sia nei giorni dell’ esame che in quelli successivi, sognavo in greco. In realtà, durante la notte, sognavo di ripetere gli argomenti di greco e la cosa è durata anche anni dopo la fine della maturità. Insomma uno stress terribile anzi un’ esperienza didattica onirica!”
Tra gli anni ’95 e 2000 consegue la maturità scientifica il prof di Informatica Cesario Di Sarno. “Il mio prof. di matematica si meravigliò del mio progetto sui siti web perché era una novità. La mia classe era affiatata ma la cosa bella è che una delle mie amiche è diventata mia moglie!”
Anche l’a. s. 1998/1999, quello della maturità della professoressa d’Inglese Daniela Assunto, fu un anno di riforma dell’esame di stato. “La notizia ci colse di sorpresa e ci disorientò. Non saremmo stati esaminati su due materie a scelta, ma su tutte le materie. Alla normale ansia da esame si aggiunse quella di andare incontro ad una nuova esperienza sia per noi studenti che per gli insegnanti… eppure lo ricordo come il periodo più bello ed emozionante della mia vita! Da quando avevo messo piede in quella scuola ero tanto cambiata! Finalmente ero grande… per afferrare con tanto entusiasmo e forza tutto ciò che mi attendeva di nuovo!”
Nel 2005 sostiene la maturità la prof.ssa di Lettere Rossella Iovinella al Liceo Classico “Domenico Cirillo” di Aversa. La struttura della sua commissione era formata da professori interni; la prima prova era di Italiano e la seconda di Latino. “Bella esperienza formativa e emozionante. Andava tutto liscio, fin quando non uscì come versione di Latino un brano di Tacito. Era una cosa inaspettata e temuta perché si sapeva che i testi di quest’autore erano piuttosto difficili da interpretare”. In ogni caso andò tutto bene: fu l’unica che riuscì a svolgere la prova nel migliore dei modi. Naturalmente ottenne il massimo dei voti.
Questo è quanto sulla maturità di quelli che sono oggi i nostri insegnanti.
Cari maturandi del 2019, godetevi appieno questi giorni d’esame che verranno e rimboccatevi le mani perché questo è solo l’inizio del percorso della vostra vita. In bocca al lupo! &&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&
Angela Comparone e Renato Esposito
(con la collaborazione di Gaetano Di Martino) – Classe 5^ C
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PS. Ai docenti interpellati (scelti a caso) va il nostro ringraziamento per la disponibilità dimostrata. Se altri desiderano offrire un loro ulteriore contributo, possono farlo pervenire in Redazione (classe 5^ C) o utilizzare la funzione “Commento” della pagina web di questo articolo.