di Benedetta Sfilio-
E’ mattina, sono a scuola. La professoressa d’italiano ci fa ascoltare i suoni a cui dovremo ispirarci per il progetto “I giovedì della Zia Galatea”.
Dalla finestra filtra un raggio di sole e ricordo il mare.
E’ una giornata estiva come tante altre ed io, insieme alla mia famiglia, sono su una spiaggia poco distante da Lecce.
Gli ombrelloni sembrano la tavolozza colorata del nonno.
Non c’è vento e le onde muoiono sulla spiaggia con un suono delicato.
Insieme a mio padre mi butto in acqua e lui mi solleva in alto per farmi fare tuffi meravigliosi.
Sott’acqua mi piace ascoltare i suoni ovattati che provengono dal di fuori.
Continuo a fare il bagno da sola quando mio padre vuole tornare sotto l’ombrellone.
Alzo un po’ gli occhi al cielo e vedo che alcuni nuvoloni scuri si avvicinano sempre di più. Cerco di essere ottimista e di non pensare che le nuvole si possano unire tra loro tanto da far piovere, così continuo a divertirmi in acqua.
Un leggero venticello inizia a farmi avvertire brividi di freddo. Nuovamente alzo la testa e vedo il cielo ricoperto da nuvoloni gonfi di acqua.Così, piccole gocce di pioggia incominciano timidamente a scendere ed io sono bagnata dal mare e dalla pioggia insieme.
Continuo a tuffarmi, incurante. Si sente l’odore della vicina pineta e il tuonare in lontananza mi fa piacere.
Mi rilassa essere avvolta dalla natura con i suoi suoni, i suoi profumi e i suoi colori, come il mare che, da chiaro e cristallino, è diventato di un verde scuro.
Ma ecco… un lieve tocco sulla spalla: è la mia compagna di banco, Rebecca, che vuole richiamare la mia attenzione.
Il suono del mare ha acceso la mia ispirazione: il mio racconto per “I giovedì della zia Galatea” è pronto per essere scritto.