Alunni classi II A / II C “I.C. King” Caltanissetta Scuola primaria “Michele Abbate” Ins. Salvatore Siina//
Il disegno di copertina è di Aberto Mattia Siina//
PRESENTAZIONE //
“La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo” (GIANNI RODARI)//
Durante l’anno scolastico 2019/2020, è stato inserito, nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa (P.T.O.F.) del nostro Istituto Comprensivo “M. L. KING” di Caltanissetta, un progetto di scrittura creativa, in orario extracurricolare, denominato “LA MACCHINA INVENTAFIABE”. Trattasi di un corso destinato ai bambini di seconda classe della primaria, curato dalla mia persona, attivato grazie all’incoraggiamento della preside ROSA CARTELLA, la quale ha sempre sostenuto questo tipo di iniziative. Di questo corso erano già stati svolti alcuni incontri in presenza nel mese di febbraio 2020, i discenti si erano messi al lavoro e, pieni di entusiasmo, avevano studiato la struttura di una fiaba e avevano cominciato a produrre alcune schede dei personaggi che sarebbero confluite in storie di gruppo e individuali. L’avvento della pandemia del Covid 19 non ci ha fermati, il lavoro extracurricolare è divenuto attività di Didattica a Distanza. Il sottoscritto ha letto scoramento e malinconia negli occhi dei propri alunni, la fiaba ha avuto un effetto taumaturgico, essa letta in varie occasioni, in audio e video lezioni, è stato un modo per evadere dalla realtà e buttarsi a capofitto nel mondo della fantasia, per far sì che si abbandonassero le ansie e i timori e abbracciare il sogno e il pan della cultura. Il gioco linguistico è stato il fil rouge di questo percorso fonte di pensiero, entusiasmo, ispirazione. Lo scenario proposto è stato ed è il mondo fiabesco in tutte le sue sfaccettature, ciò ha suscitato negli studenti libere espressioni, sentimenti, sensazioni, stati d’animo.
Non è facile infondere in bambini di sette anni il seme della creatività. Grazie al gioco, nei primi incontri a scuola, sono venuti fuori i personaggi, gli elementi magici, i luoghi, i tempi, le trame. Siamo ripartiti con la lettura di una fiaba, pubblicata sulla piattaforma nazionale “IL PUNTO QUOTIDIANO/ALBOSCUOLE/ LA VOCE DEL KING”, scritta di mio pugno, intitolata “Uno stormo di libri tra le nuvole (Una fiaba antivirus)” dedicata ai miei bimbi, un messaggio di speranza e di voglia di guardare al futuro con gli occhi dello stupore. Il metodo proposto sin dall’inizio è stato il lavoro individuale e soprattutto il cooperative learning nelle fiabe di gruppo, attività cooperative che sono anche proseguite grazie all’aiuto importante dei genitori, i quali hanno collaborato con i loro figli, soprattutto a livello digitale, tenuto conto della tenera età degli scolari. Importante è stato l’invito alla lettura di autori importanti, abbiamo iniziato con “Onda Marina e il Drago Spento” di Dacia Maraini ed Eugenio Murrali. I bambini hanno avuto il piacere di conoscere Dacia Maraini ospite di un apposito evento a scuola, l’autrice ha scritto parole di elogio nei confronti della nostra Istituzione scolastica sulle pagine del “CORRIERE DELLA SERA”. Molti dei nostri corsisti sono rimasti favorevolmente colpiti della fiaba di Davide Calì “Il venditore di felicità”, inoltre ho avuto modo di consigliare ai bambini la bibliografia di testi di Gianni Rodari, di Roberto Piumini, del compianto scrittore Luis Sepulveda e di tanti altri autori moderni. Un ringraziamento particolare va alla collega, docente di sostegno, Deborah Cucchiara per la cortese collaborazione. Grazie anche al supporto delle docenti del mio team Maria Assunta Lapaglia, Claudia Balletti, Maria Catena Lomonaco e Biagia Tumminelli.
In questa raccolta sono presenti le fiabe classiche, le fiabe con i supereroi, ma anche quelle aderenti alla realtà che stiamo vivendo, mixate con la fantasia. Anche le mamme divengono eroine, i papà protagonisti con la loro forza di reagire e il senso di protezione per la famiglia, pure i nonni hanno un ruolo importante. Ora godiamoci i nostri NUOVI SCRITTORI, ai quali dedico un caloroso abbraccio. Adesso azioniamo, come per magia, “LA MACCHINA INVENTAFIABE” e … Buona lettura! // Il maestro SALVATORE SIINA (Referente del progetto “La macchina Inventafiabe”)//
FIABE INDIVIDUALI //
- LA PICCOLA FARFALLA ASIA//
C’era una volta una farfalla di nome Asia che viveva in un bosco fatato. Asia volava tutto il giorno sui fiori profumati e colorati del prato. Era sempre felice e giocava con gli animali del bosco. Asia però, molto tempo prima, era stata la principessa del regno. Un giorno una strega cattiva e invidiosa aveva fatto un incantesimo e aveva trasformato Asia in una farfalla. Un principe coraggioso, saputa la triste storia della principessa e dell’incantesimo, si recò nel bosco per salvarla e spezzare la magia. Così, appena vide la farfalla, con un bacio la trasformò in principessa. Finalmente Asia era di nuovo una bambina felice.//
ASIA VALENTINA CINCONZE, classe 2 C “I.C, King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate”//
2. LE BACCHE DI FATAMAMMA //
C’era una volta, una fatina che abitava in una città super tecnologica, ella viveva con le sue tre bimbe fatine.
Anche se faceva una vita normale, non dimenticava di essere una fata e ogni tanto scappava nei boschi a raccogliere le bacche colorate.
Le bacche servivano a curare le sue piccole fatine, quando avevano: tosse, febbre, mal di pancia oppure si slogavano la caviglia o si graffiavano le gambe.
La Fatamamma oltre le bacche usava tante coccole.
Un giorno di marzo il governo disse: “State tutti a casa! I bimbi non devono uscire e neanche gli anziani. Per colpa di un virus tanta gente si ammala e molte persone rischiano di morire.”
Passarono tanti giorni, ogni giorno le quattro fatine guardavano il telegiornale e si intristivano, perché morivano tanti nonni.
Un giorno una delle tre fatine che si chiama Chiara disse alla Fatamamma:”Mamma vai a curare le persone, troppi bimbi stanno restando senza nonni! “
La mamma non voleva partire alla ricerca di bacche, perché bisognava andare in boschi lontanissimi ma la fatina Carlotta le disse: “Mi fai un favore? Vai a sud,nord,est e ovest, l’importante è che i bambini non perdano i nonni.”
La Fatamamma rispose: “Va bene, ma voi sapete stare a casa da sole?” La fatina Federica disse: “No,però puoi chiamare una tua amica ”
La mamma decise di andare nei boschi a raccogliere le bacche colorate,
Ogni giorno sente la mancanza di Chiara, Federica e Carlotta.
Va nei boschi del nord e trova non niente, va nei boschi ad est e non trova niente.
La sera piange per la nostalgia delle bimbe e perché sente che le notizie sui malati del virus sono ancora più brutte.
Dopo essere andata pure ad ovest e non aver trovato le bacche colorate decide di tornare a casa.
Durante il lungo viaggio chiama le sue fatine : “Sto tornando a casa, non riesco a trovare le bacche che curano il virus”.
Le bimbe allora si misero a piangere tutte contemporaneamente dicendo: “Fatamamma, i bimbi non possono restare senza i nonni, continua a cercare , vai ancora più lontano”.
Piangevano così tanto che Fatamamma si è commossa e decise di andare nel bosco quello più lontano di tutti.
Arrivata in questo bosco trovò le bacche speciali che cercava, mischiate al sale avrebbero curato le persone infettate dal virus.
Il virus è sconfitto e tutti i bimbi potranno riabbracciare i nonni.//
EMMA CAPIZZI, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate” //
- LO SCIENZIATO CALCIATORE//
Tanto tanto tempo fa c’era uno scienziato di nome Ronaldos .Ronaldos era un uomo super fashion, alto e muscoloso ,i capelli neri , molto buono, innamorato pazzo di Georginas .
Ronaldos era uno scienziato super bravo però il suo sogno era diventare calciatore. Viveva chiuso nel suo laboratorio scientifico a fare esperimenti ,quel giorno però non riusciva a concentrarsi,non aveva idee..Si sentiva svuotato, stanco…tutta colpa di quel maledetto virus. Per colpa del virus non riusciva ad incontrare la sua amata Georginas ,non vedeva più i suoi genitori, non poteva più’ andare allo stadio!!!!
Non ne poteva più, era chiuso da giorni nel suo laboratorio e il virus Pazzerellos stava là fuori,se uscivi ti aggrediva ..Era tutto assorto in questi cupi pensieri quando arrivò una telefonata.. drrrrrrrrr Pronto..rispose, Ronaldos, dall’altra parte una voce disse:<<Sono Agnellis,ho bisogno di lei. So che lei è il più bravo scienziato del mondo, lei ha scoperto i vaccini della varicella, del morbillo… deve trovare la cura per questo maledetto virus, la pagherò bene>. Nella testa di Ronaldos si accese una lampadina. Chi lo chiamava era il presidente della squadra più forte del mondo…la magica Juves…Rispose:<<Signore ,io non voglio soldi. Se ci dovessi riuscire,io voglio solo una cosa: disputare le partite di Champions League.Giocare a calcio è il mio sogno nel cassetto, ma la scienza ha stregato il mio cuore>_Dall’altra parte Agnellis restò muto, dopo un po’ rispose:<<Va bene, mi fido di lei>>.Ronaldos si mise subito al lavoro..prese il microscopio e osservò il virus.Era strano, aveva una forma che non aveva mai visto prima ..Si mise a sedere,e tutto ad un tratto si toccò il collo da cui pendeva il ciondolo che gli aveva regalato suo nonno. Non c’era più ma lui sentiva sempre la sua presenza. Prima di morire gli aveva detto:<<bambino mio, io sarò sempre con te, quando avrai bisogno, accarezza questo ciondolo e io ti aiuterò>>. Toccò il ciondolo e disse:<< Nonno, sento che ci sono vicino , ma mi manca ancora qualcosa. Solo tu puoi aiutarmi, che sei stato il migliore di tutti>>. Il nonno di Ronaldos aveva infatti ricevuto il Nobel della medicina, per questo lui aveva fatto lo scienziato e non il calciatore. Tornò al microscopio, osservava e scriveva e ad un tratto capì.. aveva trovato la cura, suo nonno dal cielo era contentissimo.Tutto il mondo era contento, il virus Pazzerellos era sconfitto.Agnellis mantenne la promessa e lo fece diventare calciatore. C’è la partita Juves – Liones lo stadio è pieno, con Georginas che lo guarda , segna 2 goal e finisce due – zero e tutti urlarono <<E’ ANDATO TUTTO BENE>>.//
ANDREA VENTURA, classe C “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
4. LA PIETRA DELL’AMORE//
C’erano una volta, in un regno lontano, un principe e una principessa che desideravano sposarsi. Il principe Francesco, dai capelli biondi, era gentile e coraggioso, e amava praticare il tiro con l’arco. Sua madre, la regina Bianca, poco prima di morire, gli aveva donato una pietra magica, di colore rosso e dalla forma di un rombo. La pietra conteneva tutto l’amore del regno e veniva tramandata da generazioni.
La principessa Emily, bellissima e con i suoi meravigliosi capelli lunghi e castani, amava dipingere e trascorreva le sue giornate a disegnare fiori e paesaggi nel suo giardino.
Un giorno, tornando al castello, dopo aver raccolto insieme alcune fragole e more, i due giovani si accorsero che la pietra era scomparsa, non era più all’interno del suo scrigno. Così i due deciso di scoprire chi l’aveva rubata e recuperarla prima che tutto l’amore del regno andasse perduto.
Si addentrarono così nella foresta sui loro cavalli reali e, durante la ricerca, incontrarono uno scoiattolo che si chiamava Scricciolo, infatti, aveva visto un tipo strano attraversare la foresta con un oggetto luminoso e rosso in mano. Lo avevano seguito incuriositi e lo avevano visto entrare nella caverna. Quindi Scricciolo li condusse al suo ingresso, dove videro il malvagio Comus riporre la pietra in una scatola, chiudere a chiave e mettere la chiave in una collana al suo collo..
Nel frattempo nel regno, rubata la pietra, tutto l’amore stava scomparendo e le persone stavano cominciando ad odiarsi Il malvagio Comus un tempo vendeva abiti al mercato del regno. Abbandonato quando era ancora neonato , non aveva mai conosciuto l’amore e aveva sempre invidiato le persone felici con le loro famiglie ed amici. Pieno di odio per non aver mai avuto tutto questo, aveva deciso di rubare la pietra magica dell’amore, invidioso di quello degli altri. Aveva smesso di vendere i suoi vestiti al mercato, aveva indossato un mantello col cappuccio nero per non farsi riconoscere e si era nascosto in una caverna per studiare un piano per rubare la pietra dell’amore.
Il principe Francesco prese il suo arco e tirò la freccia verso la collana di Comus. Una volta caduta a terra lo scoiattolo corse a prenderla e la portò alla principessa. Mentre il principe sconfiggeva Comus scoccando un’altra freccia, la principessa Emily recuperava la pietra.
I due giovani, insieme a Scricciolo, tornarono così al castello rimisero la pietra magica nel suo scrigno, riportando l’amore in tutto il regno.
D’ora in poi lo scrigno avrebbe avuto un custode speciale: Scricciolo, che tanto li aveva aiutati.
Nel regno adesso tutti erano di nuovo felici e contenti, nel segno dell’amore.
CARLOTTA GIUFFRIDA, classe 2 C “I.C. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate”
5 . IL BAMBINO E IL FUNGO MAGICO//
C’era una volta un bambino che si chiamava Francesco.
Un giorno andò nel bosco e incontrò un fungo parlante, così gli chiese: “Come ti chiami?”
Il fungo rispose: “Mi chiamo Fungo Magico”.
Il fungo disse a Francesco che non doveva mai andare in fondo al bosco perché lì viveva una strega cattiva.
Da giovane il fungo era andato in fondo al bosco e lì vide una bellissima ragazza imprigionata.
Passarono i giorni e Francesco pensava e ripensava alla ragazza, così decise di ritornare nel bosco per liberarla.
Chiese al fungo di aiutarlo a combattere la strega ed una volta arrivati al castello andarono a cercare la ragazza.
La strega con il suo binocolo li vide arrivare e disse alle sue guardie di mettere degli ostacoli per fermarli.
Il fungo sentì tutto e lo riferì a Francesco, che decise di occuparsi della strega mentre il fungo si sarebbe occupato delle guardie.
Francesco vide accanto a sé un secchio pieno d’acqua e lo buttò addosso alla strega e lei gli disse: “Ma tu come facevi a sapere che con l’acqua io muoio !!!!”.
Mentre la strega si scioglieva il fungo tirò fuori dalla sua tasca il sassolino magico che portava sempre con sé e strofinandolo nelle sue mani fece addormentare le guardie.
Così Francesco andò nella stanza della ragazza e la baciò e prendendola tra le braccia le chiese se voleva sposarlo, lei rispose di sì e vissero felici e contenti.//
VITTORIA IACONA, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- IL PRINCIPE E L’UCCELLINO DAI MILLE COLORI//
C’era una volta un principe, di nome Peter, che amava andare a caccia. Lo accompagnava sempre il suo fedele destriero Tornado, un bellissimo e robusto cavallo nero, dalla criniera lunghissima. Peter era giovane, muscoloso, con i capelli lunghi biondi e la barbetta corta. Quando il padre, Re Carlo, sarebbe venuto a mancare, Peter avrebbe preso il suo posto, visto che era l’unico erede al trono. Un giorno, Peter ed il suo destriero Tornado, andarono a caccia nel bosco e non trovando niente da cacciare si allontanarono molto. Ad un tratto si sentì un canto, sembrava la voce di una donna che tentava di richiamare l’attenzione. Peter, condotto da Tornado che aveva un udito sviluppatissimo, cominciò a canticchiare cercando di avvicinarsi a quella voce. Si allontanarono sempre di più nel bosco, tanto che si fece sera. Finalmente riuscirono a scoprire da dove proveniva quel canto:era un bellissimo uccellino dai mille colori a cinguettare così bene da sembrare un essere umano. Peter cercò di catturare l’uccellino, ma non ci riuscì. Si era fatta quasi notte, oramai era tardi per tornare al castello e davanti a loro c’era un grande casolare con il fumo che usciva dal fumaiolo. Giunti fin lì, Peter entrò dentro il casolare e stranamente scoprì che non c’era nessuno, anche se la tavola era apparecchiata in abbondanza. Allora Peter uscì fuori per fare bere e mangiare il suo cavallo e dopo averlo condotto nella stalla, rientrò in casa e iniziò a mangiare. Ad un tratto Peter udì Tornado agitarsi e nitrire in continuazione……lo stava avvisando di qualche pericolo. Infatti, fece appena in tempo a prendere la sua spada, che si spalancarono le finestre ed entrò una creatura mostruosa. Aveva metà corpo di cavallo e metà corpo di falco. Peter si mise a combattere contro la creatura mostruosa che voleva uccidere il principe per prendersi le sue ricchezze. Nel frattempo l’uccellino dai mille colori, andò nella stalla e liberò Tornado, che come una furia si precipitò all’interno del casolare. Il principe salì sul suo destriero ed insieme riuscirono a sconfiggere la creatura malvagia, tagliandogli la testa, che appena morta, si trasformò in un vecchio stregone, Lucios. L’uccellino dai mille colori iniziò a cinguettare la canzoncina già udita nel bosco da Peter, volando verso il bosco. Peter e Tornado inseguirono l’uccellino e arrivarono davanti ad una caverna. Lì dentro c’erano tutti i libri dello stregone e l’uccellino andò a posarsi proprio su uno di questi. Il Principe Peter si avvicinò al libro e stranamente l’uccellino non scappò, anzi, si fece accarezzare e prendere sulla mano. Peter, incuriosito, lesse il titolo del libro e d’un tratto l’incantesimo sull’uccellino dai mille colori scomparve. Apparì una bellissima ragazza, bionda, con gli occhi azzurri, si chiamava Emma, della quale il Principe si innamorò e dopo averla portata a corte se la sposò. E vissero felici e contenti.//
PIETRO MOTTOLA, classe 2 C “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- IL PRINCIPE, LA RAGAZZA E IL DRAGO//
C’era una volta una bellissima ragazza che in compagnia di amici faceva un’escursione. Improvvisamente tutti vennero aggrediti da un grosso drago, fortuna che nelle vicinanze ci fosse un principe impegnato in una battuta di caccia. Il principe si gettò immediatamente in aiuto della ragazza e dei suoi amici, distraendo il drago con la sua spada lanciafiamme. Tutti si rifugiarono in una caverna fredda e buia, dopo alcune ore si fecero coraggio e uscirono. Non vedendo il drago corsero in fretta fuori dal bosco. Ormai era tardi e così il principe li invitò a passare la notte nel suo castello. Tutti rimasero incantati dalla bellezza del castello e per di più circondato da un enorme e meraviglioso giardino. La serata fu molto piacevole mangiarono e bevvero del buon vino. A tarda serata si recarono a letto, la stanza della ragazza era adiacente ad una porta da dove provenivano strani rumori. Ella il mattino seguente informò il principe, ma quest’ultimo rimase incredulo perché rispose che all’interno della stanza non ci fosse niente di che. Per sicurezza andarono a controllare e furono attratti da un guinzaglio che aveva l’aspetto di qualcosa di magico. Infatti la mamma del principe affermò che quel guinzaglio aveva la capacità di trasformare gli uomini malvagi in buoni e si augurava che questo funzionasse anche per gli animali speciali. A quel punto, Bella, la ragazza, propose a tutti di ritornare nel bosco per catturare il drago malvagio e trasformarlo in buono. Essi fecero una grossa buca ricoperta di fogliame. Quando il drago vide la ragazza la inseguì ma cadde dentro la buca. Il principe scagliò sul drago una freccia i8ntinta in un potente sonnifero. Quando la creatura si addormentò le misero il guinzaglio. Dopo alcune ore tutti rimasero meravigliati che il drago non avrebbe fatto del male a nessuno. Tornarono nel castello e il principe chiese a Bella di cominciare a frequentarsi. Il drago divenuto buono la accompagnava a casa e poi la riportava nel castello in volo. Dopo un po’ di tempo i due ragazzi si innamorarono, si sposarono, andarono in viaggio di nozze in groppa al loro drago in giro per il mondo e … come nelle migliori fiabe … vissero felici e contenti!//
ERICA VASAPOLLI, classe 2 C “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- SUPER PANDA//
C’era una volta una città chiamata Mostropoli, perché era stata invasa dai mostri.
Mostruoso era il capo dei cattivi distruggeva le case, attaccava le persone, rapinava le banche e faceva catturare chi ostacolava i suoi piani.
Un giorno arrivò in città Super Panda, creatura della giungla, grande e muscoloso, indossava sempre un mantello rosso e una maschera, con lui arrivò anche Mister Tigre, il suo migliore amico e aiutante. Insieme combatterono i cattivi. Mostruoso venne a sapere dell’arrivo di Super Panda si arrabbiò e decise di farlo catturare. Super Panda venne attaccato dai mostri mandati da Mostruoso, prese il suo bastone magico, lo alzò verso il cielo e cominciò a dire: “ Bastone allungati”, all’improvviso il bastone si allungò e colpì tutti i mostri. Mostruoso si arrabbiò molto e decise di combattere di persona contro Super Panda e Mister Tigre. Si trasformò in un mostro gigante, grande come un palazzo di 100 piani e iniziò ad attaccare i due supereroi, Super Panda e Mister Tigre riescirono a fuggire all’attacco di Mostruoso, decisero di attaccarlo insieme e a sconfiggerlo. Mostruoso cadde a terra e diventò piccolo come un topolino, allora Super Panda dissee a Mister Tigre di catturalo. Mostruoso venne portato in prigione. Finalmente la città era salva.//
GIOELE KAROL CRISAFI, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- ARTHUR, IL PROTETTORE DELLA TERRA //
Tanto tempo fa, un guardiano del faro vide uscire dal mare una bella sirena. I due si innamorarono in un battibaleno. Essi ebbero un figlio con dei poteri magici: egli riusciva a parlare con i pesci, a muoversi nell’acqua velocemente e aveva una forza incredibile.
Il piccolo Arthur, così si chiamava, consigliato dai genitori, chiese la collaborazione di tutti i pesci del mare per raccogliere i rifiuti di ogni genere, buttati nel mare dall’uomo.
I pesci li consigliarono a lui i rifiuti, Arthur li depositava in una astronave, accumulò la sua forza e la fece allontanare dalle Terra come se fosse un missile. Tutto questo per far cessare l’inquinamento ambientale.
GIULIA LATERZA, 2 C “I. C. King” Caltanissetta Scuo9la primaria “M. Abbate” Caltanissetta//
- LA VENDETTA DEL DOTTOR SPETTRUS //
Tanto tempo fa, in un bosco buio e spaventoso, che tutti chiamavano il Bosco Minaccioso,c’era una grotta abitata dalla signora Volante e dal signor Butterfly. Avevano un figlio che si chiama Bennyfly, un bambino molto curioso e molto agile, che giocava tra gli alberi a fare il supereroe, e a volte, con l’immaginazione credeva di volare. Purtroppo nel bosco non c’erano altri bambini con cui giocare, e aveva fatto amicizia con gli uccellini del bosco, che gli tenevano sempre compagnia.
Ai confini del bosco, dove iniziavano le strade che portavano alla città, c’era una casetta di legno, con il tetto a spioventi.
In quella casa abitavano la signora Ragnescol, il marito Viaggiatore Oscuro, insieme ai tre figli SixZampes, Filoragnex e il più piccolo, Spiderboy, che aveva dei superpoteri, ma non li aveva ancora scoperti. Infatti era capace di arrampicarsi sui palazzi con delle ragnatele lunghe.Gli altri due figli non avevano alcun superpotere, e notavano che il fratello più piccolo riusciva a fare tante acrobazie, e ad arrampicarsi sugli alberi in un baleno.
Un giorno Spiderboy si allontanò dalla casa senza il permesso dei genitori, e si perse nel Bosco Minaccioso. Non riusciva più a trovare la strada di casa ed era spaventavo. Si stava facendo sera. Nel suo cuore però sentiva di potersi salvare, e di provare a fare ad un gesto con le dita delle mani.
Quindi, anche se impaurito, ma allo stesso tempo curioso di provare, fece quel gesto e uscirono delle ragnatele dalle sue mani, che lo lanciarono contro un albero, per fortuna senza farsi male.
Spiderboy, entusiasta, aveva capito di avere un superpotere. L’indomani, dopo due giorni di vagare disperso nel bosco, affamato ed infreddolito, trovò una grotta e si avvicinò. Era giusto la grotta dove viveva il piccolo Bennyfly.
Era notte, Spiderboyentrò spaventato pian piano e trovò due adulti che stavano dormendo, e un bambino della sua stessa età, che si era svegliato per il rumore dei suoi passi e si era messo a urlare dalla paura.
Si svegliarono così i genitori per proteggere il figlio, ma alla vista del bambino, piccolo e solo, che chiedeva aiuto per la fame e il freddo, provarono tenerezza. BennyFly si era calmato e pensava di poter diventare amico dell’altro bambino. Così la sua famiglia accolseSpiderboy, lo sfamarono e lo fecero dormire lì nella grotta al calduccio.
L’indomani Bennyfly dopo pranzo andò a giocare nel bosco davanti alla grotta con Spiderboy, e fecero amicizia. Correvano, saltavano e si arrampicavano contenti, quando Bennyfly chiese di fare una pausa. Nel suo cuore sentiva di volersi lanciare da una collina e provare a planare, come un deltaplano. Anche se un po’ spaventato, scelse una collina e si lanciò, e per la prima volta riuscì a planare. Era una sensazione meravigliosa, e capì perché durante la notte aveva sempre sognato di volare.
Pensò allora che bisognava cercare di riportare Spiderboy a casa, dai suoi genitori, che sicuramente lo stavano cercando.
Allora l’intera famiglia di Bennyfly iniziò a camminare con Spiderboy nel bosco per cercare di uscirne fuori e trovare la sua casa. Li aiutarono gli uccellini del bosco, amici del bambino, che sapevano volare in alto e capire la direzione giusta da seguire per uscire dal bosco. Dopo una faticosa camminata nel bosco videro finalmente le strade che portano alla città, e cercarono lì una casa. Trovarono una casa di legno che subito Spiderboy riconobbe. Lì davanti c’erano due bambini che giocavano al pallone e due genitori che piangevano perché non erano ancora riusciti a trovare il loro figlioletto.
Spiderboy chiamò i genitori che gli corsero incontro ad abbracciarlo piangendo stavolta di felicità.
Negli anni le due famiglie rimasero amiche, e ogni tanto la famiglia di uno andava a trovare la famiglia dell’altro.
Col tempo Spiderboy e Bennfly divennero degli uomini, forti e robusti, sempre più amici.
Insieme avevano imparato una strada veloce, tra arrampicate e planate, per incontrarsi, e per raggiungersi l’un l’altro.
Un giorno le famiglie dei due ragazzi partirono insieme per visitare una città lontana d’America.
In questa città i due supereroi notarono una torre molto alta, con in cima una gabina e un grande laboratorio sottostante. Bennyfly disse a Spiderboy di voler andare l’indomani a dare un’occhiata. Pensavano che fosse una fabbrica o un laboratorio di scienziati. O forse un museo storico.
Così la mattina dell’indomani, grazie ai loro superpoteri, andarono a vedere da vicino. Appena vicini videro che nel laboratorio c’era affisso un cartello con la scritta “Laboratorio del Professor Spettrus”. Bussarono alla porta e aprì un uomo anziano basso, coi capelli bianchi arruffati e gli occhiali di protezione oscurati. Pensarono che era uno scienziato che faceva ricerche per aiutare l’umanità.
Spettrus li fece entrare e disse loro di mettere le mani sotto un macchinario che faceva come delle foto. Non sapevano che si trattava di uno scanner che vedeva le impronte digitali, e in base alle impronte, si capiva se le mani appartenevano di un supereroe o meno. Così il professore astuto capì subito che aveva davanti due supereroi, che avrebbero potuto fermare la sua vendetta contro il mondo. Fece quindi finta di niente e li fece accomodare in un’altra stanza del suo laboratorio,fingendo di voler mostrare loro un video, ma dicendo subito dopo di aver dimenticato il computer nella sua torre.
In quel momento Spiderboy e Bennyfly videro un foglio su cui c’era scritto “La vendetta del Professor Spettrus contro il mondo, durata 100 giorni”. Accanto, un altro foglio appeso al muro “Vendetta del professor Spettrus, manca solo un giorno alla Catastrofe Nucleare”.
Li fece uscire dal laboratorio ed entrare nella torre più alta dove diceva di aver dimenticato il computer, e li fece sedere in due sedie con accanto due pulsanti rossi. Appena seduti dall’alto scese su di loro una gabbia che li intrappolò.
Il professor Spetrus li aveva ingannati, e disse ridendo in modo strano “Ahaha, non mi fermerete mai!” e andò via chiudendo a chiave la porta blindata della torre.
I due supereroi capirono di essere in trappola, e che Spettrus stava escogitando qualcosa di veramente pericoloso per tutto il mondo.
Notarono che su una scrivania c’era un pannello col progetto di un razzo, un foglio con la base di partenza del razzo dalla terra, e un progetto di una casa che Spettrus stava costruendo per sé sulla luna.
Il professor Spettrus però era anziano, e ogni tanto aveva problemi di memoria: infatti aveva chiuso a chiave la torre, ma non la loro gabbia.
Quindi i due Supereroi amici uscirono dalla gabbia, ma erano ancora intrappolati nella torre. Pensarono a come poter uscirne fuori, ma non era semplice. Allora Spiderboy fece uscire dalle sue dita due lunghe ragnatele che raggiunsero il soffitto di legno della torre, e, con tanta forza, riuscì a romperlo. Si aggrappò insieme a Bennyfly ad un’altra ragnatela come se fosse una liana, ed insieme riuscirono a raggiungere il soffitto rotto ed a uscire all’esterno. Era già notte fonda e la torre così alta che ad affacciarsi fuori venivano quasi le vertigini. Ma Bennyfly incoraggiò l’amico e decisero uno di lanciarsi e volare fino a terra, l’altro di usare tante lunghe ragnatele tese fino a poter raggiungere il suolo. Tornano a casa preoccupati per le loro famiglie e per il mondo intero.
Il giorno dopo, all’alba, uscirono a vedere il laboratorio di Spettrus e si accorsero che questi era già lì fuori. Nel mentre dal tetto uscì un grandissimo magnete, che avrebbe attratto verso la Terra il pianeta Marte. Lì fuori c’era pronto un grande razzo. Appena lo scienziato intravide nel cielo Marte avvicinarsi, corse velocemente per salire sul razzo, e salvarsi, abbandonando la Terra ad un destino crudele. Ma Spiderboy corse più veloce di lui e riuscì a bloccare l’entrata del razzo con le ragnatele.
Nel mentre Bennyfly vide Marte che si sta avvicinando sempre di più minacciosamente alla Terra. Chiamò Spiderboy, che corse a sfondarela porta del laboratorio. Bennyfly entrò correndo. Spider aspettava fuori perché non sapeva tanto usare i computer, e teneva d’occhio Spettrus che si agitava per cercare di entrare nel razzo e scappare via dalla Terra.
La Terra iniziò a tremare per le vibrazioni, e Bennyfly finalmente riuscì col computer del laboratorio ad invertire il magnete che attirava Marte sulla Terra. Così il magnete gigante fece forza contraria su Marte e lo rispedì indietro nello spazio, al suo posto di sempre.
Bennyfly uscì dal laboratorio felice raccontando di come era riuscito a sistemare tutto a Spiderboy, e mentre erano distratti a parlare il professore cercò nuovamente di scappare, chiamando in suo aiuto un grande uccello meccanico telecomandato che lo avrebbe condotto lontano. Bennyfly volò accanto all’uccello meccanico e con un calcio lo distrusse in tanti pezzi, mentre Spiederboy lanciò le sue ragnatele e legò le gambe di Spettrus finchè non arrivò la Polizia ad arrestarlo.
Grazie a loro la Terra era salva, e l’umanità era salva.
Spettrus, nei lunghi anni di prigione, si pentì di tutto il male che aveva cercato di commettere, e quando diventò molto vecchio chiese scusa con delle lettere a tutti gli uomini del mondo.
I supereroi vennero premiati per avere salvato il mondo, e tuttora, dopo centinaia di anni, vengono ricordati ancora.//
GIOVANNI AMICO, 2 A “I.C. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate”//
- LA BAMBINA CORAGGIOSA //
Vi racconterò una storia senza precedenti, la storia di una bambina coraggiosa e super ai giorni nostri. La storia narra di una bambina di nome Ginny.
Un giorno arrivò un brutto raffreddore chiamato Covid-19 che fece ammalare tutti. Il raffreddore arrivò perché le persone cattive avevano buttato dei virus organici per il mondo, così si formò una brutta epidemia. Tutte le persone non potevano più uscire, i bambini non potevano più giocare al parco né andare dai nonni, non si poteva più viaggiare e nemmeno andare a scuola. Le persone non si capivano più tra di loro e Ginny non sapeva più quando sarebbe finito questo incubo così decise di agire! Ginny aveva il potere di leggere la mente dei cattivi che avevano creato il Covid-19 e sapevano anche come distruggerlo. Quindi Ginny girò per il mondo teletrasportandosi attraverso lo specchio magico tramandato dalla sua famiglia di generazione in generazione. Trovò lo scienziato cattivo chiamato K19, che aveva organizzato come distruggere il mondo, ma si accorse che anche lui e i suoi cari stavano morendo. Ginny andò da lui e gli chiese con coraggio e astuzia di darle la formula per guarire il mondo. Lo scienziato non voleva aiutarla perché anche lui stava morendo e voleva che il mondo finisse. Ginny non si arrese e cominciò a leggere la mente di K19 e lesse che c’era una formula segreta con ingredienti assurdi: zampa di rospo, occhi di pipistrello, margherite fiorite, lingua di castoro, ali di libellula e antenne di farfalle. Ginny pensava fosse uno scherzo allora per prova la pronunciò, ma non era uno scherzo era la vera formula perché quando la pronunciò anche K19 guarì all’istante. Solo un cuore buono e gentile poteva distruggere il Covid-19 pronunciando la formula segreta. Ritornò tutto alla normalità, K19 fu isolato nel deserto senza potere fare più esperimenti perché c’erano solo sabbia e cactus. Tutto il mondo fu felice e Ginny ritornò dalla sua famiglia e dai suoi amici e vissero tutti felici e contenti. //
GINEVRA LUCIA AMICO, classe 2 A “M. L. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate” //
- IL MARE IN PERICOLO //
C’era una volta, in un oceano lontano lontano, uno squalo bianco di nome White. Egli era il re degli abissi. Un perfido paguro di nome Crudelius, che da tempo aveva giurato a White che avrebbe usurpato il suo trono, stava organizzando il suo piano malefico. White stava perlustrando, come sempre, i confini del regno assieme al suo fido consigliere Chicco il pesce palla, quando si è accorto che qualcuno aveva rubato la Sacra Perla del Potere. Crudelius, insieme ai suoi scagnozzi, Svampito il polipo, Nervosetto il merluzzo e Pisolone la lumaca di mare, si sono impadroniti della perla, disattivando la barriera protettrice che essa genera da secoli e secoli. A questo punto White e Chicco sono passati all’azione, cercando gli indizi necessari per risalire al colpevole. White, che era molto furbo, si è accorto che sulla sabbia, accanto alla pietra dove era posta la Sacra Perla, c’era impressa una sagoma sospetta: non poteva essere che quella di Pisolone! Era tutto chiaro, White sapeva dove trovarli, del resto, lui e Crudelius erano nemici di vecchia data! Così i due amici si sono diretti verso il covo dei quattro malfattori, ma non senza un piano! Avevano deciso di scavare un fosso e di mimetizzare il tutto con un tappeto di alghe intrecciate. Poi hanno posizionato sopra il tappeto un cesto pieno di cibo succulento e, per attirare l’attenzione della banda, il buon Chicco, ha iniziato a fare rumore. Non appena la banda di malviventi è uscita per controllare, White e Chicco hanno lanciato dall’alto una rete con dei massi alle estremità, in modo da intrappolarli nel fosso sottostante. Il piano è riuscito alla perfezione! White è entrato nel covo segreto di Crudelius e ha recuperato la Perla, riportandola al suo posto. Crudelius e la sua banda sono stati rinchiusi nelle segrete della prigione marina e non torneranno mai più! Il mare era salvo, White e Chicco hanno compiuto la loro missione, e sono tornati a casa accolti dal loro popolo come dei grandi eroi. White, come segno di riconoscenza, ha donato al piccolo Chicco una nuova casa, dove ha iniziato la sua nuova vita con la fidanzata Pallina, la stella marina. Erano tutti felici e contenti.//
MARTA GANGITANO, classe 2 C “I.C. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate”//
- ONDA MARINA E IL DRAGO SPENTO: UNA STORIA D’AMORE
(Liberamente ispirata a Onda Marina e il Drago Spento di Dacia Maraini ed Eugenio Murrali) //
C’era una volta tanto tempo fa Onda Marina una creatura del mare trasparente, ha i capelli color alga, ama i frutti della terra e sta sulla riva del mare. E’ scappata dalla sua terra perché non ama la guerra, il suo desiderio più grande che vi sia la pace tra i popoli.
Onda Marina rappresenta una donna libera che desidera amare ed è pronta ad andare lontano dalla sua terra pur di sentirsi libera. Durante il suo viaggio cerca di raggiungere il gufo delle nevi suo amico per trovare un po’ di conforto, ma non vi riesce e siccome si sente molto triste e sola comincia a piangere.
Le si avvicina cosi un grande drago bianco con 2 grosse ali robuste e una lunga coda , ha un aspetto spaventoso. Onda Marina appena vide arrivare questa enorme creatura comincia a spaventarsi ed a correre e purtroppo cadde nel dirupo. Il drago la raggiunge e la prende al volo e la porta in salvo in cima alla montagna.
Purtroppo però onda Marina è diventata troppo debole perché lei non può stare troppo lontana dalle acque del mare e il drago si è ferito ad una ala, sbattendo in un ramo di un albero. Cosi Onda Marina cerca di curare il Drago Spento con delle foglie magiche che si trovano in un albero, purtroppo però in quell’albero vive Jafarra una brutta scimmia molto dispettosa che comincia a prendersi gioco di loro.
Fortunatamente il padre di Onda Marina, il re, aveva mandato Mister Affidabile. il suo fedele soldato, per seguire la figlia. Cosi Mister Affidabile sconfigge Jafarra e porta in salvo Onda Marina ed il drago.
Riporta la creatura sulla riva del mare, dove finalmente riprende la sua forza, il drago sta per salutarla ma si accorge che l’ ama e le dichiara il suo amore; ma i 2 non possono amarsi perché appartengono a due mondi diversi. Il loro amore è cosi grande che Sibilla, la creatura magica del mare, decide di trasformare il Drago Spento in una bellissima creatura del mare, una specie di Tritone, così i due vissero felici e contenti.//
SARA MOSCA, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- LA SIRENETTA ANNA E IL PESCE GATTO //
C’ era una volta una sirenetta di nome Anna. Lei giocava sempre con il suo unicorno giocattolo.
La piccola sirena Anna giorno dopo giorno cresceva sempre di più fino a diventare grande. Così il suo unicorno giocattolo fu conservato in una sporca soffitta. Un giorno Anna decise di riprendere il suo unicorno per giocare un po’ con lui, ma arrivata in soffitta trovò tutto in ordine. “Ma cosa è successo?” si chiese, “E’ stato forse il mio unicorno?”. Allora decise di fare una prova e disse “Patapum, Patapam” e la stanza fu nuovamente tutta sporca. Quindi era proprio così! L’unicorno era magico!
Un pesce gatto venne a saperlo e decise di prendere l’unicorno magico. Un giorno si intrufolò nel castello e rubò l’unicorno. Ma il maggiordomo urlò “Re Carlo! Stanno rubando l’unicorno magico!”. Re Carlo arrivò subito, ma il pesce gatto era già fuggito via. “Niente paura!” disse re Carlo “so dove abita il pesce gatto. Stanotte andremo a recuperare l’unicorno magico”.
Calò la notte e re Carlo, la sirenetta Anna e il maggiordomo si intrufolarono a casa del pesce gatto.
Proprio quando tutto sembrava stesse andando bene, aprendo la porta si senti campanello fare “Dlin dlin”.
Il pesce gatto si svegliò, capì che quei tre erano venuti a recuperare l’unicorno, lo strinse forte e scappò.
Re Carlo, la sirenetta Anna e il maggiordomo ne approfittarono per aprire la finestra della cucina, una nuova via di fuga, e nascondersi, aspettando il ritorno di pesce gatto.
Dopo poco lui arrivò e andò a dormire, lasciando l’unicorno magico sul comodino della sua camera.
Re Carlo, la sirenetta Anna e il maggiordomo, appena furono certi che il pesce gatto dormisse, presero l’unicorno e scapparono dalla finestra della cucina.
Quella notte la sirenetta Anna riabbracciò il suo unicorno magico. Tornata al castello gli fece un bel bagnetto e lo portò in soffitta. E patapum e patapam…tutto tornò splendente.
E tutti vissero felici e contenti.//
GINEVRA CANCEMI, classe 2 C “I.C. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate”//
- LA PRINCIPESSA SPAGHETTINA E LE LUCCIOLE DEL BOSCO//
C’era una volta, tanto tempo fa, una principessa di nome Spaghettina, che viveva in un castello con la sua famiglia. Lei aveva dei capelli scuri e lisci come degli spaghetti, era molto curiosa e questo la spingeva sempre qua e là tra le stanze del castello…e molto spesso si cacciava nei guai. Spaghettina, però, era molto amata dalla sua famiglia perché era buona e dolce, e con i suoi modi gentili conquistava tutti.
Una notte, senza farsi scoprire, la principessa scappa perché voleva vedere le lucciole, che sono nel bosco incantato. In questo bosco incantato c’erano tante fatine colorate che volavano qua e la, e degli alberi grandi che parlavano con una voce squillante e dei piccoli alberelli che bisticciavano fra loro. Questo bosco era molto colorato, perché i prati erano di fiorellini colorati che cantavano e ballavano e si muovevano tutti insieme. In uno di questi alberi, quello più grande, viveva Perino, un ragazzo dai capelli rossi, il suo viso era pieno di lentiggini ed aveva dei grandi occhi azzurri come il mare. Perino aveva un aiutante di nome Dentino, un piccolo scoiattolo dalla coda magica, che riusciva sconfiggere tutti i cattivi.
Ma nel bosco incantato, viveva anche uno stregone di nome Ash!…era malvagio aveva un naso grande grande che fiutava ogni cosa, una bocca piccolina, perché parlava poco, e gli occhi neri e grandi. Lo stregone andava spesso nel bosco, per raccogliere delle erbe per fare le sue pozioni malefiche. Ash era innamorato della Principessa Spaghettina, ma lei non ne voleva sapere e lo aveva rifiutato più volte, a tal punto che lo stregone aveva promesso alla principessa che se l’avesse vista nel bosco se la sarebbe mangiata.
Spaghettina non aveva paura, lei amava il suo bosco, e non avrebbe rinunciato a non vederlo più, cosi un giorno di nascosto se ne va nel bosco per guardare le lucciole. Arrivata al bosco vide tante lucine luminose che illuminavano i fiorellini, lei era molto felice di parlare con le fatine, e quella notte si addormenta sul morbido prato colorato, mentre dal grande albero Perino si accorge di questa dolce fanciulla. Il giorno dopo Spaghettina corre qua e là tra gli alberi parlanti e mentre raccoglie le more incontra Ash, lo stregone. La principessa lo affronta con la mossa della tigre di Kung-fu, ma Ash con il suo bastone la scaglia lontano, Spaghettina scappa, ma lo stregone non si arrende con una magia le fa diventare i capelli biondi e ricci. La principessa divenne triste, lei amava molto i suoi capelli, così restò triste tra i fiori che diventarono secchi ed appassirono tutti. Il bosco incantato, sembrava invecchiato. Perino aveva visto tutto, e siccome era innamorato di Spaghettina decise di aiutarla, si presentò alla principessa che piangeva nel bosco, e le disse di non preoccuparsi, perché avrebbero trovato una soluzione.
Sulle montagne cresceva un fiore magico che aveva il potere di sciogliere gli incantesimi, così Perino assieme a Dentino partirono alla ricerca del fiore. Arrivarono ai piedi della montagna, dove c’erano molti cespugli con le spine, il povero Perino non riusciva a passare, però con la coda magica del suo aiutante, i rovi furono abbattuti tutti. Salendo verso la montagna tante aquile li infastidivano, cosi la coda di Dentino divenne luminosa e le aquile si spaventarono e fuggirono via. Incontrarono altri ostacoli, che riuscirono a superare, ma dovevano sbrigarsi perché i capelli di Spaghettina si arricciavano sempre di più. Arrivarono sulla vetta della montagna e trovarono la stella nera. Prepararono la pozione e la portarono a Spaghettina e dopo averla bevuta l’incantesimo svanì. Perino e Spaghettina si sposarono e vissero per sempre felici e contenti, sapendo che il coraggio di affrontare le cose brutte, a volte, ci fa vivere cose belle.//
MARIACHIARA DI PIETRA, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- IL REGNO DI VANILLAS//
Tanto tempo fa c’era un giovane re di nome Crabby che governava il regno di Vanillas.
Il re Crabby era un giovane alto e mingherlino, dall’aspetto simpatico ma molto timido e introverso, viveva tutto solo nel castello perché i suoi genitori erano stati uccisi molti anni prima dal perfido stregone Malfoy, che da sempre voleva governare il regno di Vanillas.
Crabby era un re un po’ fuori dal normale, a lui non interessava governare e comandare il suo popolo e soffriva molto la sua solitudine, aveva però un amico fedele di nome Sdenver, un piccolo drago incapace di sputare fuoco e per questo abbandonato nella foresta dalla sua famiglia.
Crabby e Sdenver erano molto amici e trascorrevano molto tempo insieme giocavano, andavano in giro per il regno e vivevano tante avventure divertenti. Ogni tanto Crabby doveva anche svolgere il suo ruolo di re e partecipare a delle noiose cerimonie a cui lui non piaceva andare soprattutto perché non poteva portare il suo inseparabile amico drago.
Un giorno in una di queste cerimonie fece un incontro inaspettato, una fanciulla bellissima era apparsa alla sua vista, si chiamava Butterfly ed era la figlia dei nuovi bottegai che da poco erano arrivati nel regno di Vanillas. Iniziarono a parlare e rimasero ore e ore senza nemmeno rendersene conto, legarono molto e con il passare dei giorni diventarono sempre più amici.
Un bel giorno il re Crabby, il suo fedele amico Sdenver e Butterfly decisero di andare a fare un pic-nic sulla riva del fiume per trascorrere una giornata spensierata e in allegria.
Questo momento però non durò a lungo, si era fatto vivo lo stregone Malfoy che invidioso ancor di più della felicità del re decise di gettare su di lui una maledizione, sarebbe diventato un re con un occhio solo.
Malfoy era sicuro del fatto che Crabby non avrebbe retto la vergogna e che si sarebbe allontanato dal regno lasciando così spazio al perfido Malfoy.
E così fu, il giorno dopo Crabby si svegliò disturbato e non appena si accorse del suo aspetto si mise a piangere disperato.
Per giorni non uscì dal castello e non faceva avvicinare neanche i suoi amici.
Una mattina decise di scappare via dal regno perché non poteva sopportare l’idea di farsi vedere così da nessuno.
Lo stregone aveva raggiunto il suo scopo, finalmente sarebbe diventato lui il re di Vanillas.
Ma proprio quando il re Crabby stava per andare via, arrivarono Sdenver e Butterfly che impazienti di sapere cosa fosse successo al loro amico se lo trovarono davanti e capirono il suo intento di fuggire.
Si accorsero della trasformazione del re e rimasero sbalorditi, Crabby si vergognava ma nel vedere le facce dei suoi amici era sorpreso della loro reazione, un po’ sbalorditi ma non spaventati o terrorizzati.
“Non vi spaventa il mio viso?” chiese ai suoi amici “Di sicuro è stato Malfoy” esclamò Sdenver.
Il re scoppiò in lacrime allora Butterfly lo abbracciò e lo rassicurò spiegandogli che anche se il suo aspetto adesso era diverso rimaneva sempre il loro caro amico Crabby e che il loro affetto non sarebbe cambiato perché anche se adesso era diverso, “Diverso è bello!”//
SIMONE FERRO, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- LA PRINCIPESSA DAI CAPELLI D’ORO//
C’era una volta una principessa di nome Elisabetta, i capelli color oro e i suoi occhi erano azzurri come il mare. Viveva in un castello con i suoi genitori. Tutti la conoscevano come la principessa dei capelli d’oro. Ogni pomeriggio la bella principessa dai capelli d’oro usciva dal suo castello per fare delle lunghe passeggiate. Però un pomeriggio mentre camminava beata incontrò una vecchietta con un bastone che trascinava i piedi.. Era la strega del paese, ma la principessa non la conosceva. La strega appena vide la principessa la riconobbe subito, fece in modo di attirare la sua attenzione esclamò: – Aiuto qualcuno mi aiuti! La principessa si precipitò subito dalla vecchia anziana e disse: – Mia cara vecchietta hai bisogno? – E la strega rispose: – Sì grazie, saresti così gentile di accompagnarmi a casa? – La povera ragazza rispose: – Ma certamente! –
Lungo il tragitto la vecchia strega si preparava il suo piano, che era quello di rapire la principessa e chiedere un riscatto cioè tutto il tesoro del castello. Arrivando a casa la strega, facendo finta di voler offrire a lei una ricompensa per la sua benevolenza, la fece entrare e fu così che la imprigionò in una gabbia. Il Re non vedendo arrivare la sua piccola figlia si allarmò e cominciò a cercarla. Un giovane che abitava vicino la casa della strega aveva visto entrare la ragazza e pensò subito che la strega stava pianificando qualcosa. Il giovane ragazzo il giorno dopo sentì delle urla e andò a guardare dietro la finestra e vide la principessa imprigionata che piangeva. Aspettò che la strega uscisse da casa per poi pensare a un piano per liberare la principessa e portarla nel suo castello.
La vecchia strega il pomeriggio uscì, il giovane si precipitò dentro, liberò la principessa e scapparono verso il castello. Arrivati al castello il Re scoppiò in lacrime, era molto felice di aver ritrovato la propria figlia.
La principessa raccontò l’accaduto al padre che mandò subito a far arrestare la strega, riempì di ricompense il giovane che rifiutò dicendo che si era innamorato della bellezza della principessa e se poteva prenderla come sua sposa. Si sposarono e vissero felici e contenti.//
ANITA GALLO, classe 2 C “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- LA PRINCIPESSA E IL GATTINO //
C’era una volta in un castello una principessa bellissima, con i capelli color oro, di nome Dory. Questa principessa amava molto i gatti e ne aveva tanti nel suo nel giardino. Se avesse potuto, avrebbe protetto tutti i gatti del mondo. Amava in particolare modo un gattino nero e giocherellone. Una strega cattiva glielo rubò. La strega trattava il gattino come un giocattolo. Con l’aiuto di un tappeto volante la principessa ritrovò il gattino e punì la strega cattiva per quello che aveva fatto rinchiudendola in una prigione. Da quel momento la principessa e il gattino vissero per sempre felici e contenti.
VALENTINA SPADARO, classe 2 C “I.C. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate”
- << IL MAGO CIAAO ( CON DUE A) E IL BASTONE MAGICO >>//
C’ERA UNA VOLTA UN MAGO DI NOME CIAAO. VIVEVA IN UNA CASETTA IN MEZZO AD UNA PALUDE. ERA POVERO E AVEVA SOLO UN LETTO DI PAGLIA. ERA UN MAGO, MA ANCORA NON LO SAPEVA. ERA SIMPATICO, INTELLIGENTE, FACEVA SPESSO COSE BUFFE, MA SI SENTIVA TANTO SOLO. AVEVA UN SOLO AMICO ,CRA-CRAC, UN RANOCCHIO PARLANTE, CHE SPESSO USCIVA DALLA PALUDE PER TENERGLI COMPAGNIA.
LA PALUDE ERA PIENA DI FANGO, ACQUA PUTRIDA E CATTIVO ODORE. MA IL PROBLEMA PIU’ GRANDE ERA CHE IN FONDO ALLA PALUDE C’ERA UN MOSTRO GIGANTE, BRUTTO E CON L’ALITO CATTIVO CHE FACEVA SCAPPARE TUTTI GLI ANIMALI. RIMANEVA SOLO CRA-CRAC PERCHE’ ERA CORAGGIOSO.
MAGO CIAAO SI SENTIVA SOLO ED ERA STANCO DI SENTIRE PUZZA E NASCONDERSI DAL MOSTRO. CHIEDE COSI’ AIUTO A CRA-CRAC. IL RANOCCHIO DISSE:
– CARO CIAAO, DEVO DIRTI UNA COSA IMPORTANTE! TU SEI UN MAGO. PUOI FARE LE MAGIE E SCONFIGGERE IL MOSTRO! –
– MA COME FARO’ A FARE LE MAGIE? – CHIESE CIAAO.
ALLORA CRA-CRAC PORTO’ IL MAGO VICINO AD UN’ENORME PIETRA, GLIELA FECE SOLLEVARE E TROVARONO UN << BASTONE MAGICO >> DEL SUO ANTENATO.
APPENA CIAAO LO PRESE, DIVENTO’ SUPER FORTE E CORAGGIOSO. ANDO’ A CERCARE IL MOSTRO MA NON LO TROVO’. ALL’IMPROVVISO IL MOSTRO GLI SPUNTO’ DA DIETRO PERCHE’ LO VOLEVA MANGIARE IN UN SOL BOCCONE. IL MAGO CIAAO, PERO’, SI GIRO’ E LO COLPI’ IN TESTA CON IL BASTONE PER CINQUE VOLTE.
IL MOSTRO CADDE A TERRA, MORTO.
– FINALMENTE NESSUNO AVRA’ PIU’ PAURA E NON CI SARA’ PIU’ PUZZA- DISSE CIAAO SODDISFATTO.
IL MAGO, CON IL SUO BASTONE , TOCCO LA PALUDE E, PER INCANTO, TUTTO SI TRASFORMO’ IN UNO SPLENDIDO PARADISO TERRESTRE, PIENO DI BELLISSIME PIANTE, FIORI ,ANIMALI E TANTE, TANTE FARFALLE.
ANCHE LA SUA POVERA CASETTA DIVENTO’ BELLISSIMA.
TUTTI LO RINGRAZIAVANO E LO SALUTAVANO:
<< VIVA IL MAGO CIAAO >>
(PER IL SEGUITO, VI INFORMIAMO CHE E’ SOPRAVVISSUTO UN UOVO DI MOSTRO)//
ALESSANDRO TUSA, classe 2 C “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- LA PRINCIPESSA DEGLI UNICORNI //
C’era una volta una Principessa di nome Victoria, viveva in un castello fatato, con i suoi genitori, il Re e la Regina del Regno di Unicorn.
La bellissima Victoria, era una fanciulla di rara bellezza, capelli dorati e pelle candida, occhi celesti come il mare, aveva un carattere adorabile, era buona, generosa e amorevole con tutte le creature del Regno.
I suoi migliori amici erano gli unicorni Amelissa, Lenuta, e Luke, i tre simpatici compagni di avventure avevano dei bellissimi unicorni sul capo. A Victoria piaceva moltissimo giocare con i suoi fedeli amici, insieme si divertivano tra le foreste e gli alberi Arcobaleno del loro colorato Regno. Alla Principessa però, era proibito spingersi nella foresta nera, al confine più lontano del Regno, poiché lì abitava la Strega “Malì” con il suo Drago di nome “Rosso”. La strega era stata relegata nella foresta Nera perché in un passato tanto lontano aveva cercato di impadronirsi del Regno degli Unicorni. Malì aveva lanciato un incantesimo sulla famiglia reale, maledicendo tutti gli eredi al trono, infatti qualora fossero entrati nella sua foresta Nera, li avrebbe imprigionati nella torre più alta.
Un giorno mentre Victoria si trovava vicino al lago incantato insieme all’unicorno Luke, sentì il richiamo di Amelissa provenire dalla Foresta Nera, era come se la piccola Unicorno invocasse aiuto. In realtà era la strega Malì che con uno stratagemma, aveva trasformato il suo Dragone in Amelissa, perché voleva che Victoria entrasse nella Foresta Nera per farla prigioniera. Victoria udendo Amelissa invocare aiuto, montò su Luke e senza pensarci entrò nella buia foresta. Quando si trovò nel fitto bosco di rovi vide davanti a lei la Strega Malì e il Drago Rosso che gettava fuoco dalla bocca. I due imprigionarono nella torre del Castello Maledetto la giovane Victoria e l’unicorno Luke, al fine di chiedere un riscatto al Re padre e riacquistare la libertà perduta in passato.
Non vedendo rientrare i due amici, sia Amelissa sia Lenuta iniziarono a preoccuparsi, Victoria non tardava mai a rientrare al Castello per l’ora della merenda, pensarono i due Unicorni; infatti, si recarono nel vicino regno Cartunia, dove viveva il principe Roger, amico d’infanzia di Victoria. Al Principe riferirono che Victoria insieme a Luke non avevano fatto ritorno. Roger che era da sempre innamorato di Victoria non esitò a montare sul suo Cavallo Alato di nome Max e cercarla per tutto il regno. Si spinse fino alla Foresta Nera, dove in lontananza udì i lamenti di Victoria, rinchiusa nella Torre del Castello Maledetto. Si precipitò davanti la Torre e lì a fare la guardia c’erano Malì con Drago Rosso che continuava a sputare fuoco dalle narici e dalla bocca. Roger impugnò la sua spada e con molto coraggio sfidò la Strega e il suo Drago. Il Drago continuava a incendiare tutto quello che aveva davanti e per sbagliò colpì Malì che tutta infuocata scappò per la buia Foresta Nera seguita dal suo fedele Drago, pieno di sensi di colpa per l’errore commesso. I due sparirono nel nulla venendo imprigionati da una nuvola di fuoco abbagliante.
Roger e Max il cavallo alato, seguito da Amelissa e Lenuta volarono fino alla Torre del Castello dove erano imprigionati Victoria e Luke, i due Unicorni con il loro magico Corno colorato riuscirono a spezzare le grosse grate della Torre e a liberare i due amici.
Victoria tornò dal Re e dalla Regina, i suoi genitori, ai quali chiese il permesso di sposare Roger che le aveva salvata dalle grinfie della Strega Malì e dal Drago Rosso. Il Re commosso acconsentì al matrimonio tra la figlia e il Principe del Regno di Cartunia, i due si sposarono e gli amici Unicorni e il cavallo Max fecero da testimoni alla splendida festa. Vissero tutti felici e contenti. //
VITTORIA GATTO, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- LA VOLPE DEGLI ZAFFIRI//
Parte 1//
In un tempo non precisato, vivevano due ragazzi Aisha e Tom. Questi due ragazzi avevano ricevuto un pacco dal loro acerrimo nemico. Lo aprirono e trovarono una lettera e un sacchettino vellutato nero all’inizio non capivano cosa fosse, ma poi Aisha lo aprì e trovarono uno zaffiro ancora non capivano, poi Aisha lo agitò e Tom si ipnotizzò quindi Aisha ripercorse quello che era successo, capì e disse: ”L’ho ipnotizzato!” Cercò in tutti i modi e poi arrivò alla soluzione schioccò le dita, Tom tornò alla normalità.
Parte 2 //
Poi Tom e Aisha videro delle foto su un dispositivo trovato in una valigetta nascosta in casa. Essi mentre guardavano le foto chiamò un numero anonimo loro pensavano fosse il nemico invece era LA VOLPE DEGLI ZAFFIRI ovviamente parlava con il suo verso, delle foto non ne capivano il significato, le foto erano di una foresta gigante ma c’erano tre foto particolari: due di una casetta sull’albero e la terza di un’impronta. A Tom sembrava una strana zampa perché era l’impronta della volpe. Dopo chiamò un numero anonimo, Tom disse: “Andiamo al centro informatico. Loro sapranno aiutarci… Seguimi!” Però Aisha lo fermò e affermò: “Visto che entrano in casa nostra mentre noi non ci siamo, posizioniamo delle telecamere”.
Parte 3 //
Tornarono a casa con la notizia che erano ricercati grazie al dispositivo, guardarono la casa ed era sottosopra. Rimisero in ordine e trovarono dei peli e li esaminarono, li conservarono per saperne di più, poi si sono ricordati delle camere di sorveglianza.
Parte 4//
Guardarono il video e videro la volpe con il suo esercito, avevano già deciso di restituirgli lo zaffiro.
Parte 5//
Prepararono lo zaino dell’avventura con le provviste etc. E Aisha prese degli oggetti per teletrasportarsi e si teletrasportarono.
Parte 6 //
Si ritrovarono nella foresta dove viveva la volpe, girarono e rigirarono; ad un certo punto Aisha disse: “Tom girati” Tutti e due rimasero a bocca aperta non rimaneva che entrare…
Parte 7//
Entrarono e rimasero una notte lì … nessuna volpe. L’indomani sentirono forte e chiaro il verso della volpe, si affacciarono e la videro sopra la passerella per entrare, si nascosero in bagno e…
Parte 8//
Scapparono in piena notte ma poi ritornarono. Non potevano tornare a casa a mani piene,videro la volpe a caccia e dormirono nel letto. L’indomani trovarono un cesto con la colazione che aveva mandato l’amico umano della volpe, poi sentirono che la volpe stava arrivando perché di notte era stata a caccia quindi era normale.
Parte 9//
Si nascosero nuovamente, la volpe vide che era sera e uscì di nuovo. .La coppia di ragazzi dormì nel letto della volpe che non aveva ancora scoperto la coppia di ragazzi e tutti erano tranquilli.
Ultima parte 10//
Infine i ragazzi uscirono e stavolta essi avevano già preparato la trappola per la volpe con l’esca dello scoiattolo finto. La volpe cascò nella trappola, i ragazzi spiegarono tutto alla volpe e la liberarono prima di andarsene. La volpe fece un regalo ai ragazzi. Aisha si concedò dalla volpe con un BATTI IL CINQUE. I ragazzi tornarono a casa con il regalo della volpe cioè con un segno di amicizia e … vissero tutti felici, legati e contenti per sempre. //
NICOLE MATRAXIA, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- L’ISOLA MAGICA //
C’era una volta, un bambino di 6 anni di nome Tom che aveva un sogno, voleva lanciarsi da un aereo con il paracadute.
Così un bel giorno, riuscì a convincere suo papà.
Si lanciarono dall’aereo ma il vento li trasportò in un’isola deserta.
Appena atterrati sull’isola iniziarono a cercare da mangiare e un rifugio per la notte.
Ma non trovarono nulla.
E cammina, cammina, cammina, si accorsero che c’era un bambino nascosto nella foresta. Il bambino era spaventato, Tom si avvicinò e gli chiese: “Come ti chiami ?”, il bambino rispose: “Mi chiamo Jerry”.
Tom gli disse: “Ma cosa ci fai qui tutto solo?”, Jerry rispose “Ero con mio papà, ci siamo persi ed un serpente a 9 teste lo ha rapito e mi da la caccia”.
Tom gli chiese: “Come mai sei così magro?”, Jerry rispose che era tutta colpa del mostro perché si prendeva tutto quello che si poteva mangiare e bere.
Tom gli chiese: “Come mai hai la pelle così scura?”, “Cosa ti è successo?”
Jerry era un bambino di colore di 12 anni, si mise a ridere e rispos:e “Ma noi hai mai visto un bambino con la pelle scura?”, “Non tutti i bambini hanno lo stesso colore, sono bianchi, gialli, neri….ahahahah!”.
Mentre parlavano, arrivò il mostro, allora Jerry disse: “Scappiamo, scappiamo !” ed iniziarono a correre.
Ad un tratto, videro da lontano, un luce forte ed abbagliante, allora incuriositi andarono a vedere cosa fosse.
Questa luce era dentro ad una grotta, entrarono e si resero conto che era la grotta del mostro, infatti era piena di cosa da magiare e da bere.
Trovarono la luce che li aveva attratti, era un gigantesco diamante magico, si avvicinarono e videro che dentro c’era il papà di Jerry.
Jerry fu contento di rivedere il padre, e gli chiese “Papà come facciamo a liberarti ?” , il papà gli rispose: “Piccolo Jerry questo è un diamante magico che esaudisce i desideri delle persone pure e buone, così mi ha raccontato il mostro”.
Intanto arrivò il mostro che disse: “Vi ho trovati e adesso farò di voi quello che voglio…!”
Jerry e Tom dissero: “Per favore diamante magico fa che il mostro diventi buono e che tutti i bimbi del mondo possano vivere in pace e non morire di fame”.
Come per miracolo, il mostro diventò buono, il papà di Jerry fù libero, tutti i bimbi del mondo vissero in pace e con tanto cibo, vissero tutti felici e contenti.//
FRANCESCO CHIARENZA, 2 A “I. C. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate” //
- LA FOLLETTINA CORAGGIOSA //
C’era una volta una follettina di nome Bianca che viveva in un piccolo funghetto con il suo fratellino John, la sua mamma e il suo papà. Un giorno bianca e il suo fratellino andarono a prendere gli addobbi per il fungo perchè stava per avvicinarsi il Natale ed era la loro festa preferita. Mentre camminavano un albero parlante li avvisò che nel bosco era stato avvistato un lupo che era alla ricerca di piccoli folletti. Ma la follettina bianca, molto coraggiosa e testarda, continuò a camminare nel bosco alla ricerca degli addobbi di Natale lei voleva trovare quelli più belli.
Dopo aver raccolto tanti addobbi e mentre stavano per tornare a casa incontrarono il lupo.
La follettina e il suo fratellino iniziarono a correre, ma il lupo era molto più veloce di loro, quindi dovevano trovare subito un altro modo per poter affrontare il lupo. Si nascosero dietro un albero e quando il lupo passò il piccolo folletto John gli saltò addosso e gli coprì gli occhi, la follettina con una grande corda lo legò a un albero. Il lupo era bloccato e non poteva più muoversi, cosi loro sono potuti ritornare nella loro casetta con i sacchi pieni di addobbi . Essi amavano il Natale e si misero subito al lavoro nell’attesa della magica notte, con la loro musica preferita natalizia e i loro vestitini preferiti di questa splendida festa, nell’attesa della nascita del Bambin Gesù.//
GIULIA GIORDANO, classe 2 C “I. C. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate”//
- LA PRINCIPESSA ARCOBALENO//
Tanto tempo fa, viveva in un castello una bellissima principessa che aveva tutto arcobaleno: occhi, capelli, scarpe e vestiti.
Anche nel suo giardino crescevano fiori arcobaleno perchè una fata,quando è nata le ha fatto un regalo…. lei sarebbe stata giovane,bella e felice finchè c’erano fiori arcobaleno nel suo giardino, e lei li curava ogni giorno.
Dopo un po’ di tempo passò da lì un principe che vedendola si innamorò e la voleva sposare.
Purtroppo una vecchia e brutta strega invidiosa che aveva visto tutto per dispetto trasformò tutti i fiori del giardino in erbacce secche.
Il principe sapeva che la fata buona aveva fatto un incantesimo e non voleva che la principessa diventasse triste perciò chiamò la fata e le chiese di creare altri fiori
arcobaleno, ma la fata non poteva distruggere la magia della strega nel giardino della principessa.
Allora la fata fece spuntare dei fiori arcobaleno in un posto lontanissimo così la strega non poteva vederli.
Il principe partì per cercare i fiori e dopo tanto tempo tornò e li piantò nel giardino del castello così la principessa arcobaleno felice accettò di sposarlo e vissero felici e contenti.//
GIULIA ANDALORO, 2 A “I.C.King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate”//
- IL RE GOLOSONE //
In un castello sfarzoso, con una corte di ricchi nobili, molto tempo fa viveva un re. Era un grande re, ma aveva solo un difetto: gli piaceva tanto mangiare, era un gran golosone. Un giorno venne a sapere di un frutto particolare “La corolla di mare”. Si diceva in giro che mangiandola potesse procurare una malattia rara, non facilmente curabile, ma al re la cosa non interessava. Così mandò dei pescatori a cercare la corolla di mare. Qualche giorno dopo i pescatori ritornarono con il frutto, il re lo fece subito cucinare e se lo mangiò, dicendo che era buonissimo. Solo che qualche giorno dopo cominciò a sentirsi male, aveva la febbre alta e non sentiva più i gusti. Per un golosone come lui era una tragedia. Il re capì che la cosa più importante era la salute e che mangiare la corolla di mare era stata una mossa azzardata.//
SAMUELE SIGNORELLO, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate”//
- LA FANCIULLA E IL DRAGO //
C’era una volta tanto tempo fa una fatina che viveva in un castello incantato sopra le nuvole. Insieme alla fata Trilli vagabonda viveva una fanciulla. Un giorno una fata cattiva le ha fatto un sortilegio. Il sortilegio era che le rubava la voce e la poteva riavere solo se avesse vissuto per tutta la vita con un drago. Allora la fata buona dopo una lunga lotta sconfisse la fata cattiva e cosi la fanciulla visse per sempre felice e contenta.//
LUCIA MAROTTA, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- UNA FATA DOTTORESSA//
In un mondo lontano viveva una dottoressa di nome Alice. lei ha i capelli castani, gli occhi verdi e degli occhiali tondi molto buffi. E’ una persona molto gentile e generosa sempre pronta ad aiutare tutti e sognava di guarire tutti i malati del mondo. Un giorno si accorse di un cattivissimo virus che stava facendo ammalare tante persone , Alice era molto triste perché non riusciva ad aiutare i suoi amichetti, mentre usava il suo microscopio si accorse che era magico cioè capace di farla diventare minuscola. Così con l’ aiuto del suo Miraculus, una farfallina parlante, riuscirono ad uccidere il brutto virus, creando una pozione magica così che nessuno si ammalò più e nel mondo e… vissero tutti felici e contenti, soprattutto la dolce fata Alice. //
FRANCESCA GIACALONE, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- SOLE E LA MACCHINA DEL TEMPO //
C’era una volta, tanto tempo fa, in un bellissimo regno una bambina di nome Sole.
Era stata chiamata così perché sin dalla nascita era bella come il sole.
Ella viveva in un castello perché era stata adottata dal re che era anche suo zio. Sole però non veniva trattata come una principessa ma come una serva. Lo zio re le raccontava che quando lei era piccola i suoi genitori l’avevano abbandonata e la avevano affidata a lui.
Sole però non credeva a questa storia.
Un giorno, lungo il sentiero che portava al castello,ella incontrò il mago Passatempo e gli chiese di costruirle una macchina del tempo. Lei, infatti, voleva tornare indietro nel tempo per scoprire la verità sui suoi genitori e così il mago Passatempo la accontentò. Ma quando lo zio re seppe la notizia ordinò al Mago Passatempo di portare una macchina del tempo pure a lui per inviare nel passato un suo servitore ed impedire a Sole di scoprire la verità. La verità era che lo zio aveva tentato di uccidere il papà di Sole, il principe Marco,suo fratellastro, per impossessarsi del trono. I genitori di Sole, per questo motivo, furono costretti a scappare ea lasciarla da sola nel regno.
Quando il mago Passatempo portò la macchina del tempo al re, però, per aiutare Sole fece una modifica alla macchina.Infatti alla pressione del pulsante di accensione il servitore del re non fu spedito nel passato ma venne mandato in un’altra dimensione e così non riuscì ad impedire a Sole di scoprire la verità. Così Sole ritornò dal passato insieme ai suoi genitori i quali raccontarono al popolo la verità. Lo zio re fu imprigionato e i genitori di Sole vennero nominati re e regina e lei principessa e vissero tutti felici e contenti.//
ELENA PILATO, 2 A “I.C: King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate”//
- LE AVVENTURE DEL CAVALLO BIANCO //
C’ERA UNA VOLTA, TANTO TEMPO FA, NELL’ANTICA CITTA’ DI ROMA, UN BELLISSIMO CAVALLO BIANCO CHE AVEVA UN AMICO, UN PICCOLO PONY A MACCHIE. ERA BELLISSIMO VEDERLI GALOPPRE INSIEME!
UN GIORNO HANNO TROVATO QUALCOSA DI STRANO, UN AMBIENTE PIU’ SCURO, C’ERA QUALCOSA CHE NON TORNAVA, MA CHE COSA? QUELLA COSA ERA UN CAVALLO NERO.
IL CAVALLOBIANCO E IL SUO ASSISTENTE ERANO PREOCCUPATI, PERO’ SAPEVANO CHE ERA TUTTO INTORNO ERA BELLO E FELICE.
IL CAVALLO AVEVA UNA BELLISSIMA BRIGLIA MAGICA, VERAMENTE SPLENDIDA. GLIELA AVEVA DONATA LA REGINA DEI CAVALLI.
QUELLA REGINA ERA LA SUA MIGLIORE AMICA, INFATTI DA LEI AVEVA CERCATO UN PO’ DI AIUTO, MA DI LEIIN QUEL MOMENTO NON C’ERA TRACCIA.
IL BELLISSIMO QUADRUPEDE BIANCO LA CERCAVA, MA NON LA TROVAVA. POI E’ ANDATO NEL PALAZZO DELLA REGINA, NIENTE! E’ ANDATO IN CITTA’, NIENTE! IN SEGUITO SI E’ ACCORTO CHE NEL TRONO DELLA REGINA C’ERA UN POCO DI PELURIA NERA.
ALLORA IL SUO AMICO PONY A MACCHIE GLI DISSE:”VIENI, HO TROVATO UNA SPECIE DI PELURIA”.
QUELLA SPECIE DI PELURIA ERA IL PELO DEL CAVALLO OSCURO, CIOE’ IL CAVALLO NERO CHE AVEVA RAPITO LA REGINA, INFATTI LA REGINA AVEVA LASCIATO SOTTO IL TRONO UNA MAPPA ARROTOLATA CHE RIVELAVA DOV’ERA IL SUO NASCONDOGLIO.
IL CAVALLO BIANCO, ALLORA CON L’AIUTO DI PONY CERCO’ DI TROVARE IL NASCONDIGLIO DEL CAVALLO NERO E COSI’ COMINCIO’ A CORRERE VELOCEMENTE. AVEVA VISTO DELLE TRACCE, SEGUIVA LE ORME DEGLI ZOCCOLI, FINCHE’ A UN CERTO PUNTO TROVO’ PER TERRA LA CORONA DELLA REGINA ED ESSO DISSE “ LA MIA MIGLIORE AMICA REGINA CHE MI CAPIVA E’ STATA RAPITA DA CAVALLO NERO!”.
ALLORA BIANCO ARRIVO’ FINO ALLA FORTEZZA DEL CAVALLO NEMICO. LA FORTEZZA PERO’ AVEVA TUTTO ATTORNO UN RECINTO CON LE SPINE E UN FIUME PIENO DI PERICOLI, C’ERANO PURE DEI COCCODRILLI E I PIRANHA.
TUTTO A UN TRATTO LA SUA BRIGLIA, CHE ERA MAGICA SI ILLUMINO’ E CREO’ UN PONTE MAGICO FATTO D’ORO E IL CAVALLO BIANCO CORSE, CORSE ED ENTRO’ NELLA FORTEZZA.
NEL FRATTEMPO IL CAVALLO NERO AVEVA MESSO LA REGINA IN UNA GABBIA, IL CAVALLO BIANCO AVEVA BRUCIATO LA SERRATURA DELLA GABBIA CON LA SUA BRIGLIA MAGICA E AVEVA COMBATTUTO ZOCCOLO A ZOCCOLO CON IL SUO NEMICO, MENTRE L’ASSISTENTE PONY STAVA AIUTANDO LA REGINA A USCIRE DALLA GABBIA, QUESTI SALUTO’ IN MODO IRRIVERENTE IL CAVALLO NERO, PRIMA DI SCAPPARE.
ANCHE IL CAVALLO BIANCO RIUSCI’ A SCAPPARE.
ALLA FINE IL CAVALLO NERO FU AGGREDITO DAI SUOI STESSI COCCODRILLI E DAI PIRANHA.
LA REGINA RITORNO’ NEL SUO CASTELLO, CON IL SUO CARO AMICO CAVALLO BIANCO E L’ASSISTENTE PONY A MACCHIE, L’AVEVANO SCAMPATA BELLA. //
AGNESE ELENA AZZA, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate”//
- LA PRINCIPESSA DEL CASTELLO//
Tanto tempo fa una principessa c’era una principessa in un castello molto particolare. Era bella, aveva capelli lunghi biondi e gli occhi color mare. Con lei abitava il suo papà che da una parte era buono dall’altra la faceva innervosire perché non voleva che uscisse dalla corte. Lei stava sempre chiusa nella sua stanza, le faceva compagnia il suo amico peluche. Teddy era molto morbido e sempre accanto alla sua principessa. Un giorno Teddy le consigliò di fare un salto dalla finestra, così fece. Approfittando che il padre dormiva andò a fare una bella passeggiata nel bosco. Ella doveva stare attenta a una volpe spiona, se l’avesse vista l’avrebbe immediatamente riportata dal re che l’avrebbe severamente punita. La principessa ascoltò il consiglio di Teddy e si avventurò nel bosco. Dopo circa un’oretta il padre si alzò dal letto e si accorse che la principessa non era più nella sua stanza, egli avvertì subito la volpe e i due si misero a cercarla. La principessa si era allontanata un po’ troppo e non riusciva a trovare la strada di ritorno. Lei si disperò e si gettò a terra a piangere ma, proprio sopra la sua testa passò un uccellino. Egli le chiese cosa stesse succedendo. La giovane le raccontò di essersi perse e il volatile si offrì di aiutarla. L’uccellino avrebbe volato in alto per vedere la direzione verso il castello, però doveva stare attento perché un’aquila molto cattiva lo voleva mangiare. La principessa si ricordò che nella tasca del suo vestito aveva una pozione magica che avrebbe reso l’uccellino invisibile, nel caso l’aquila si fosse accorta di lui. Così grazie all’uccellino la principessa trovò la strada per il castello. Nella reggia ad attenderla c’erano il re e la volpe. Fu richiamata dal padre, ma passò tutto perché il re aveva temuto di perderla per sempre. La principessa rientrando nella sua stanza raccontò la sua avventura sfortunata a Teddy e gli diede un abbraccio morbidoso. Però dopo la paura ottenne dal padre la semilibertà.//
KRISTEL COSENTINO, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- MARGHERITA E FLAFFY//
C’ERA UNA VOLTA UNA GIOVANE RAGAZZA DI NOME MARGHERITA, ACCOMPAGNATA SEMPRE DA UN PICCOLO, BUFFO, GUFETTO MAGICO DI NOME FLAFFY.
UN GIORNO PASSEGGIANDO NEL BOSCO, MARGHERITA, INCONTRA UN GIOVANE MOLTO BELLO DI NOME TOPAZIO.
I DUE S’INNAMORANO E DECIDONO DI ANDARE A VIVERE INSIEME; PER QUESTO SI FANNO COSTRUIRE UNA CASA CHE SAREBBE DIVENTATA IL LORO NODO D’AMORE.
OGNO GIORNO PERO’ SI PRESENTANO DEGLI IMPREVISTI CHE RALLENTANO LA COSTRUZIONE.
SI SCOPRE CHE LA CAUSA DI TUTTO CIO’ E’ SEBASTIAN, IL LORO AIUTANTE, CHE SI E’ INVAGHITO DI MARGHERITA.
INTANTO I GIORNI PASSANO E I DUE SONO SEMPRE PIU’ DISPERATI.
UN POMERIGGIO PERO’ FLAFFY CON LA SUA MAGIA FA UN INCANTESIMO, ALLONTANANDO PER SEMPRE SEBASTIAN.
FINALMENTE I DUE GIOVANI RIESCONO A COMPLETARE LA LORO CASA E A SPOSARSI.
VISSERO TUTTI FELICI E CONTENTI.//
GIORGIA PASSARO, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- UN UCCELLINO IN PERICOLO //
C’era una volta in un bosco un uccellino che cadde dal nido. Un gatto voleva catturarlo per mangiarselo, ma un bambino passando dal bosco per rincorrere le farfalle; si accorse del povero uccellino in pericolo. Il bambino spezzò un ramo dall’albero e cacciò via il gatto, prese il povero uccellino e se lo portò a casa. L’uccellino non era tenuto in gabbia, il bambino lo accudì e questi imparò a volare a casa, fino a quando non arrivò la primavera e volò via. La primavera successiva l’uccellino ritornò in casa per ringraziare il bambino che lo aveva salvato. Il bambino era molto felice di rivedere l’uccellino che aveva accudito con tanto amore, ma aveva capito anche che doveva lasciarlo libero, così lo salutò per rivederlo la primavera successiva.//
MANUEL ARMATORE, classe 2 C “I.C. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate”//
- WHALDORY E IL MAGNIFICO CORALLO //
Miliardi e miliardi di anni fa, in fondo al Mare Mediterraneo vivevano Whaledory, una bellissima balena color grigio-azzurro e i suoi amici, Jack il cavalluccio marino, Corallina la stella marina, Sally l’ostrica e Victor il polipo.
Whaldory trascorreva le giornate nuotando, giocando e danzando con i suoi amici tra i magnifici e maestosi coralli rossi.
Ma, un giorno, mentre Whaldory e i suoi amici si stavano procurando il cibo per la cena, sentirono un rumore che gli mise tanta paura!
Era Oreste, lo squalo, che con la sua dentatura affilata e le sue giganti pinne stava distruggendo il magnifico corallo.
Whaldory appena vide quell’orribile scena, ci restò tanto male, diventò triste e si mise a piangere.
Quel corallo era molto caro a Whaldory perché quando lei si trasferì dal mar della Sardegna al mar Mediterraneo, aveva portato con se un pezzetto di corallo per piantarlo nel fondale del nuovo mare; ogni giorno lo curava con tanto tanto amore!
Gli amici di Whaldory, vedendola triste, l’abbracciarono, la consolarono e gli dissero: – Non preoccuparti, tutti insieme, ricostruiremo il corallo, vedrai sarà più bello di prima! –
Così si misero a lavoro, incollarono il corallo pezzo dopo pezzo.
Ma appena finirono si sentì un forte tonfo, era il corallo che era caduto a pezzi!
Ora non c’era più speranza, il corallo non poteva più essere ricostruito!
Ad un tratto l’ostrica Sally disse: – Whaldory, non ricordi ? Quando hai piantato il corallo, me ne hai dato un pezzetto con la radice e mi hai detto di conservarlo all’interno delle mie conchiglie, cosicchè, se qualche pesce cattivo o una tromba marina l’avrebbero rovinato o distrutto, tu avevi quel corallo e lo potevi nuovamente piantare.
Ecco, cara amica, è giunto quel momento! –
Così Sally aprì le sue conchiglie e consegnò il pezzetto di corallo a Whaldory.
Whaldory ringraziò la sua amica e piantò il corallo.
Passate un paio di settimane, il corallo iniziò a crescere.
Giorno dopo giorno quel corallo cresceva sempre più bello e luccicante.
Un giorno venne una violenta tromba marina.
Whaldory era molto preoccupata per il corallo; ma fortunatamente il corallo resistette, era stato ben piantato!
La tromba marina fece sbalzare fuori dall’acqua lo squalo Oreste, lo catturò nel suo violento vortice, gli fece fare mille giri e poi lo inghiottì.
Whaldory e i suoi amici tornarono a nuotare, giocare e danzare felicemente tra i nuovi e magnifici coralli rossi.//
LUDOVICA PIA BELLOMO, 2 A “I.C. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate”//
- SOFIA, FRANCESCO E IL FEDELISSIMO CANE//
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Tanto tempo fa, in un bosco magico pieno di alberi parlanti, viveva in una casetta, una strega molto cattiva di nome Magòla la quale odiava il frastuono causato dai bimbi.
Un giorno Sofia, bimba avventurosa dai capelli ricci e biondi, insieme ai suoi amici decisero di fare una passeggiata nel bosco magico per esplorare nuovi posti. Ad un tratto, mentre camminavano, un albero parlante li avvisò della presenza di questa strega cattiva. Sofia e i suoi amici non credettero alle parole dell’albero e continuarono la passeggiata. La bimba mentre esplorava il bosco si accorse che sopra un grande albero, con tantissimi rami e radici, c’ era una casa. Incuriosita, decise così di salire con i suoi amici su questo albero. Appena provarono a salire le radici dell’albero cominciarono a muoversi ed intrappolarono Sofia ed i suoi amici. Nel mentre Tommy, il cane volante di Sofia, riuscì a scappare ed andò ad avvisare Tommy, un amico che non era con loro. La strega uscì da casa e catturò tutti portandoli dentro la sua casa. Decise così di preparare una porzione magica per fare addormentare i bambini.
Francesco cominciò a piangere e gridare poiché impaurito dalla strega. Le grida attirarono l’attenzione di Tommy, arrivato nelle vicinanze grazie alle indicazioni del cane volante. Egli riuscì, dopo aver combattuto contro i rami e le radici, a salire su questo grande albero. Poi entrò, senza far rumore, nella casa della strega Magò e afferrò un bastone appuntito magico con il quale riuscì a tagliare le corde che legavano Sofia, Francesco e gli altri amici, liberandoli. Tutti insieme felici scapparono dalla malefica strega Magò e fecero ritorno a casa.//
SOFIA DELLUTRI, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- ELISABETTA E IL SUO REGNO NELLE MANI SBAGLIATE //
C’era una volta una regina di nome Elisabetta, che viveva in un bellissimo castello. La mattina la regina si svegliava e guardava dalla finestra e vedeva questo castello nero, e si chiedeva: <<Chi abiterà mai in questo castello?>>. In quel castello viveva una strega molto cattiva che si chiamava Matilde che voleva regnare tutti i popoli che appartenevano alla regina. Un giorno la strega preparò una pozione e la mise in una torta che chiese di portarla alla regina. Quando la Elisabetta mangiò la torta cadde in un sonno profondo e la strega ha preso il suo posto. Dopo due settimane la regina si risvegliò, e vide che al suo posto c’era la strega Matilde che le disse:<<Finalmente ti sei svegliata?>>e allora la regina Elisabetta rispose:<<Tu chi sei e che ci fai qui? Non ti conosco e non ti ho ordinato di venire al castello e rubare il mio posto da regina>>. E la strega riprese:<<Io sono la regina Matilde e ti ordino di ritornare nella tua stanza>>. <<Tu non mi comandi>> rispose la regina Elisabetta. La nuova Regina Matilde guardò la regina Elisabetta con aria scontrosa e ordinò alle guardie di farla arrestare, e così fecero. Nella prigione la regina conobbe Carlo, un prigioniero che fu arrestato perché aveva rubato un gioiello prezioso. Carlo riconobbe subito la regina e le chiese cosa ci facesse lì e la regina gli raccontò tutto. Carlo si arrabbiò molto perché la strega Matilde aveva fatto di lui un ladro con un incantesimo. La regina si mise a piangere perché le dispiaceva di averlo messo in prigione. La stessa notte Elisabetta e Carlo vennero svegliati da un rumore e, ad un tratto, apparve davanti ai loro occhi una fata che disse:<<Sono venuta per liberarvi, voglio che la strega Matilde se ne vada dal trono perché ha rovinato la vita delle mie 3 sorelle che sono diventate cattive>> e li fece uscire. La mattina seguente la strega Matilde vide che i soldati la stavano portando al castello perché la fata li aveva liberati dall’incantesimo. Infine la regina Elisabetta prese di nuovo il suo trono e sposò Carlo perché si innamorò di lui. Le sorelle della fata vennero liberate dall’incantesimo e abitarono nel castello della regina tutti Elisabetta e del re Carlo, e vissero per sempre felici e contenti.
VOLETE SAPERE CHE FINE HA FATTO LA STREGA?
La strega venne condannata in esilio nel suo castello e le vennero tolte e distrutte tutte le pozioni//
GAIA LO MAGLIO, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate”//
- LA SIRENA CODA BLU //
Tanto tempo fa viveva una giovane sirena di nome Coda Blu, aveva una coda di un blu cobalto, intenso. Ella viveva, con tutta la sua famiglia nell’oceano.
Un giorno la bella sirena incontrò un amico, almeno lei credeva lo fosse; questi mentre nuotavano le diede una spinta e Coda Blu rimase impigliata a uno scoglio. Nel frattempo l’amico o ex amico se ne andò e non si fece più vedere.
Passarono i giorni, il padre di lei si mise alla ricerca e dopo tanti tentativi di avvistamento, la vide per caso su quello scoglio intrappolata, la liberò e tornarono a casa.
Ancora non riusciva a capire perché l’amico si era comportato così: gelosia, invidia? Boh!!!
Ritornati a casa fecero una bella festa e vissero tutti felici e contenti. //
DESIRE’E SCICHILONE, 2 A “I.C. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate” //
- UNA STORIA STRANA //Qualche anno fa, è successa una cosa strana, un bambino è nato da un uovo di dinosauro!
Il bambino si chiama Emanuele, è alto 1.24 cm, è biondo e la sua famiglia sono i dinosauri, la sua missione è quella di non fare estinguere la specie.
Quando Emanuele ha compiuto 6 anni ha scoperto che presto un meteorite sarebbe arrivato sulla terra causando l’estinzione dei dinosauri.
“Devo fare qualcosa” disse Emanuele.
Il meteorite era sempre più vicino così il nostro bimbo riunì i dinosauri e li avvisò di ciò che stava succedendo ed insieme cercavano una soluzione.
Ad un tratto Emanuele balza in piedi ed urla:”Ci sono ragazzi! Ho capito come fare per salvarci e salvare la nostra terra,veloci raccogliamo della legna e costruiamo un fortino dove far finire il meteorite, ma voi adesso dovete allontanatevi, ci penso io!”
Dopo tanto lavoro vedono avvicinarsi una scia di fuoco, era il meteorite che grazie ai calcoli del nostro eroe finì dritto dritto nel fortino..
Così Emanuele inizia ad urlare:”Ragazzi venite fuori c’è l’abbiamo fatta, abbiamo vinto, siamo salvi”!
Alla fine il nostro eroe è riuscito nella sua missione, evitare di fare estinguere i dinosauri.
Tutto bene quel che finisce bene! //
EMANUELE PEREGRINO, 2 A “I.C. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate”//
- IL CAVOLO MAGICO DI BRUXELLES //
C ‘era una volta tanto tempo fa, in un giardino del paese di Broccolandia, un uomo di nome Genturio che vendeva i cavoli di Bruxelles.
Non aveva mai clienti e questo lo rendeva molto triste.
Finalmente un giorno venne il primo cliente che si chiama Cololo, a comprare i cavoli. Tra tutti ce n’era uno magico ma non lo sapeva nessuno, neanche Genturio.
Questo cavolo trasformava le persone in Elfi cattivi che durante la notte distruggono i giardini e Cololo mangiandolo si trasformò.
Nei giorni seguenti, tutti gli abitanti di Broccolandia erano disperate perché ogni mattina trovavano i giardini danneggiati.
Genturio era molto dispiaciuto di ciò che era successo ed iniziò a pensare una soluzione ed una mattina camminando, vide il cavolo magico e pensò: ” Proverò a far mangiare di nuovo il cavolo all’elfo cattivo, sperando che annulli la magia.” Allora andò a casa dell’elfo cattivo ed una volta arrivato busso alla porta: “ TOC TOC”.
“Chi bussa alla mia porta”, disse l’elfo cattivo.
“Sono Genturio, il venditore di cavoli, ti volevo donare questo cavolo magico che ti renderà grande e forte”.
“Ma non ti darò un soldo” rispose l’elfo cattivo prendendo con forza il cavolo, spingendo indietro Genturio, sbattendogli la porta in faccia.
Da quel giorno nessun giardino fu più danneggiato e nessuno vide più l’elfo cattivo perché si era nuovamente trasformato in Cololo.//
VALERIA MOSCA, classe 2 A “I.C. King” Caltanissetta, scuola primaria “M. Abbate”//
- SARA E LA CAVALLA BIANCA//
C’era una volta una principessa di nome Sara che possedeva una cavalla che aveva chiamato Bianca. Un giorno la giovane principessa si accorse che Bianca, la sua cavallina adorata, si era smarrita, così mandò le sue guardie a cercarla. Le guardie la trovarono impigliata tra la fitta vegetazione del bosco. La liberarono, cercando di non farle male e la portarono da Sara.
La principessa scoprì che Bianca era stata rubata, così fece catturare i furfanti e li fece mettere in gabbia, nelle galere del regno.
Da quel giorno Sara e Bianca corrono felici al galoppo nelle praterie vicine al castello.//
JACHLINE LAMBIASE, classe 2 A “I. C. King” Caltanissetta Scuola primaria “M. Abbate”//
FIABE DI GRUPPO//
PINOCCHIO: UNA FIABA IN RIMA//
SALTA E SALTA PAZZERELLO, UN TRONCHETTO QUA E LA’//
ALLA PORTA DI GEPPETTO, CON RISPETTO BUSSERA’.//
GEPPETTO, COMMOSSO, TRA LE BRACCIA LO TERRA’,//
CON SPALPELLO E MARTELLO LO PERFEZIONERA’.//
MERAVIGLIATO ESCLAMERA’://
“UN BURATTINO DIVERRA’//
E PINOCCHIO SI CHIAMERA’!”//
QUANTI GUAI IN CITTA’ COMBINERA’//
ED IN CARCERE, IL POVERO GEPPETTO, SI TROVERA’.//
UN GRILLO PARLANTE A PINOCCHIO CONSIGLIERA’://
SE TI COMPORTI DA BURATTINO//
NON SARAI MAI UN BAMBINO!//
RITORNATO A CASA, GEPPETTO//
UN ABBECEDARIO COMPRERA’//
E PINOCCHIO A SCUOLA SI DIRIGERA’.//
IN PIAZZA, IN UN TEATRO ANDRA’//
E PER QUATTRO SOLDI L’ABBECEDARIO MOLLERA’,//
COSI’ LO SPETTACOLO SI GODRA’.//
MANGIAFUOCO LA SUA STORIA ASCOLTERA’//
E, COMMOSSO, 5 MONETE D’ORO GLI DONERA’.//
SULLA STRADA PINOCCHIETTO//
IL GATTO E LA VOLPE INCONTRERA’.//
I DUE, CON FURBIZIA, I 5 DENARI GLI SFILERANNO//
E NEL CAMPO DEI MIRACOLI LO IMPICCHERANNO.//
LA FATA TURCHINA//
CON LA SUA VOCINA, LO SALVERA’//
E DEL SUO AFFETTO LO INONDERA’.//
SULLA STRADA DI CASA LUCIGNOLO INCONTRERA’//
E AL PAESE DEI BALOCCHI LO CONDURRA’.//
IN QUEL PAESE DA FAVOLA//
IN UN ASINO SI TRASFORMERA’//
E IN UN CIRCO LAVORERA’.//
MA QUANDO UNA ZAMPA SI FRATTURERA’//
IL PADRONE DEL CIRCO//
IN MARE LO GETTERA’.//
NELLA SUA PANCIA UNA BALENA LO INGHIOTTIRA’/
E, LA’, IL SUO CARO BABBO RITROVERA’.//
MA LA BALENA UNO STARNUTO FARA’//
E IN MARE APERTO I DUE LASCERA’.//
FELICI, A CASA, PADRE E FIGLIO RITORNERANNO //…//
PINOCCHIO LAVORERA’//
E TANTO LATTE, AL PADRE MALATO, PORTERA’//
COSI’ GEPPETTO PRESTO GUARIRA’.//
LA FATA TURCHINA, COMMOSSA, IL MIRACOLO FARA’ E…//
PINOCCHIO UN BAMBINO VERO DIVERRA’.//
DA QUEL MOMENTO PROMETTERA’//
CHE UN BAMBINO BUONO E UBBIDIENTE SARA’.//
Alunni della classe II A Istituto Comprensivo “M. L. King” plesso “Michele Abbate” Caltanissetta//
“MIELE”: IL CODICE SEGRETO //
In un villaggio del Polo Nord, di questi tempi, vive una famiglia di orsi bianchi. Quattro orsi molto uniti tra loro che si proteggono a vicenda.
Una mattina, nel loro confortevole igloo, Mamma Orsa prepara la colazione per i suoi due piccoli figlioletti Ghiaccio e Banchisa, ricordando loro i pericoli che potrebbero incontrare sulla strada per andare a scuola. Dato che la scuola si trova in un villaggio lontano, Mamma Orsa, per paura che gli orsetti siano avvicinati da sconosciuti malintenzionati, dice loro: “Oggi il codice segreto è “MIELE”. Così mette al collo dei due figlioletti due fischietti agli ultrasuoni.
Papà Orso li accompagna a scuola con la sua slitta. La renna Aurora Boreale si diverte a correre veloce e a farli sobbalzare ad ogni curva che incontrano. I due sorridono felici, il papà un po’ meno, perché ha paura che si rompa la slitta, dunque rimprovera Aurora Boreale, anche se bonariamente.
Arrivati davanti la scuola salutano Papà Orso, coscienti che al ritorno dovranno fare la strada da soli, dato che il loro padre lavora sino alle cinque del pomeriggio.
Ghiaccio e Banchisa seguono le lezioni a scuola. Verso le due del pomeriggio prendono la strada di casa. Lungo la strada, vicino l’isolotto dell’iceberg, incontrano uno Yeti che dice loro se vogliono seguirlo per una tazza di brodo caldo; essi gli vedono fare un ghigno malefico sotto forma di sorriso.
Così gli chiedono qual è il codice segreto. Lo Yeti, non sapendo cosa dire, risponde: “NEVE”. I due prendono i fischietti e iniziano a fischiare come forsennati.
Subito arriva Papà Orso con la sua superslitta, pronto ad acchiappare il malintenzionato. Lo Yeti scappa a gambe levate. Sicuramente non passerà più da quelle parti, la sua faccia da ricercato è stata stampata sui volantini e appesa sui muri degli igloo dei villaggi della zona.//
Alunni classe II C Istituto Comprensivo statale “M. L. King” Caltanissetta plesso “Michele Abbate” //
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