dalla Redazione del TGTassoNews – Il 7 aprile 1915 nasceva una delle voci più rilevanti della storia del jazz: Billie Holiday.
Lady (come veniva chiamata dai suoi colleghi musicisti) inventò un nuovo modo di cantare il jazz, e non solo, e venne così largamente imitata che è quasi impossibile realizzare che tipo di rivoluzione portò, non solo a livello musicale. Infatti, Billie Holiday fu anche una pioniera nella lotta per i diritti civili degli afroamericani, attraverso la sua musica e le sue azioni, cosa che rese la sua vita sempre più dura e complicata, fino alla sua morte nel 1959.
Il brano che la rese famosa al di fuori dell’ambiente jazz, nonché suo cavallo di battaglia fu “Strange Fruit”, composta da un insegnante ebreo comunista, Abel Meeropol che la firmò con lo pseudonimo Lewis Allan.
Il brano era stato ispirato da una terribile foto scattata in Indiana, che ritraeva una folla di bianchi festanti davanti ai corpi di due uomini di colore, appena massacrati di botte e poi impiccati a un albero.
Nessuna canzone ebbe un impatto così forte sulla società prima di allora, per questo la si può considerare il primo vero inno della lotta per i diritti civili
Cantare questa canzone fu un gesto di sensazionale coraggio che le procurò tanti nuovi ammiratori e ancor più nemici. Infatti questo brano le procurò parecchi guai con la legge.
Billie Holiday si spense il 17 luglio 1959 a 44 anni, ma viene ancora oggi ricordata per la sua eredità musicale e il suo impegno civile di grandissima ispirazione.
Il suo esempio è stato cruciale per l’inizio delle lotte per i diritti civili degli afroamericani perché fu la prima ad alzare la voce della ribellione in maniera così plateale.