Lousso Giorgia – Miani Alessandra classe 5^ D. Siamo a dicembre, per noi e per i nostri compagni di avventura, alunni delle classi quinte E/F/G, il viaggio alla scoperta delle tradizioni andriesi continua.
L’atmosfera natalizia rende tutto più magico, ci si sente ben disposti verso il prossimo, insomma si è tutti un po’ più buoni, proprio come si legge nei versi della poesia ” L’à gé Natœilę”, che abbiamo ascoltato per la prima volta in aula, interpretata sapientemente dalla nostra insegnante e da noi poi piacevolmente reinterpretata. Al primo ascolto ha suscitato grande stupore e al tempo stesso ilarità. Non si può negare che il dialetto renda il linguaggio più colorito e incisivo, amplificando normali situazioni di vita quotidiana. Il testo poetico di E. Maldera racconta che da sempre a Natale la gente si abbracci, si baci ovunque, come se nella vita di ciascuno all’improvviso stia avvenendo qualcosa di straordinario. Nella natura umana, tuttavia, il dubbio si insinua nella mente, cercando di convincerci che dietro quei sorrisi, quei baci, quegli abbracci c’è solo ipocrisia e falsità. Ma il cuore sa che non si tratta di una finzione, perché ciò che infonde gioia in noi è la tenerezza per un innocente: Gesù Bambino. Questo Piccolino nasce in mezzo a noi, per addolcire i cuori, affinchè il bene prevalga sul male. Pertanto, tutti, in quanto peccatori, dovremmo metterci una mano sulla coscienza e impegnarci a migliorare, aiutando, perdonando. Soltanto facendo del bene potremo già sulla terra assaporare il paradiso (u paravoisę pętòimę assapré).
Abbiamo compreso che l’esperienza narrata attraverso la poesia, non riguarda solo i nonni, ma tutti, perché è attualissima. E’ stato una vera gioia condividere ” L’à gé Natœilę” con le nostre famiglie… Gli occhi di genitori e nonni brillavano di emozione.