di Simone Farina –
Come è strana la vita, per tanto tempo sembra che tutto sia immobile, facciamo le solite cose, vediamo le solite persone, scuola, compiti, palestra, catechismo … una sfilza di occupazioni apparentemente sempre uguali e poi improvvisamente tutto cambia.
Ho sperimentato questa sensazione in questi giorni.
Uno dei compiti “a distanza” assegnati dalla professoressa di italiano, nei primi giorni di chiusura della scuola, è stata la scrittura di un racconto per il progetto “Le storia della valigia… Omaggio a Gianni Rodari” del Veliero Parlante. I testi dovevano avere come protagonisti due oggetti che potevamo scegliere noi.
Nel tempo che ci è stato concesso per lo svolgimento del compito, in una settimana, tutto è cambiato e sono cambiati anche gli oggetti che io e i miei compagni abbiamo scelto come protagonisti delle nostre storie.
Voglio condividere con tutti voi il mio racconto, “Il peluche con gli spartiti”, che parla della forza che la musica può trasmettere in questo momento.
“Un orsetto di peluche è seduto all’angolo di un teatro con in mano i suoi spartiti. Il teatro è nuovo con un grande porticato in stile barocco. Gli spettatori, ben vestiti, cominciano ad arrivare per l’inizio dello spettacolo.
Sembra che ci sia un concerto per pianoforte ed il pianista sia un piccolo orsetto di peluche. Il programma prevede brani del grande maestro Tito Schipa di Lecce. Dicono che sia stato un grande compositore. Il teatro apre lentamente le sue porte e si intravedono i lampadari luccicanti del salone d’ingresso. Sembrano gioielli luminosi al collo di belle donne.
Ad un certo punto tra la folla si avverte uno strano vociare: il pianista, un orsetto di peluche, non è ancora arrivato. Sembra addirittura che lo spettacolo verrà rinviato. Un giovane studente ricorda di aver visto, mentre arrivava, un orsetto di peluche con degli spartiti seduto all’angolo del teatro. Si allontana dai suoi genitori e corre all’esterno.
L’orsetto è ancora lì, tremante ed assorto nei suoi pensieri. Si avvicina. “Ciao”, gli dice il bambino, “come mai sei seduto tutto solo qui fuori?”
Il piccolo peluche non risponde e continua a guardare assorto i suoi spartiti.
Il bambino riprende: “Sai, dicono che il pianista non sia ancora arrivato! Ha smarrito la strada”!
Il piccolo peluche alza lo sguardo, sorride al giovane amico e dice: “No, non ha smarrito la strada, sono io il pianista; ho visto tanta gente, mi sono spaventato e mi sono fermato in questo angolino”.
“Perché ti sei spaventato?” – incalza il piccolo studente – “In questi giorni, tutti”- risponde l’orsetto – “hanno detto che bisogna stare chiusi in casa per un nemico venuto da lontano che sta facendo tanto male alle persone. Io sono rimasto sempre nella mia tana, aiutato dalla mia musica che mi ha fatto tanta compagnia e mi ha reso sereno e felice. Ora tutta questa gente mi fa paura”!
Il piccolo lo ascolta con attenzione e preoccupazione. Poi gli dice: “Coraggio! Insieme ce la faremo”!
Il piccolo peluche, rincuorato, entra nel teatro e tiene il suo spettacolo. Suona divinamente! La sua musica riscalda i cuori, rasserena e fa dimenticare per un momento i problemi perché la musica unisce, la musica aiuta a liberare la mente!