//La forza dei modi di dire

La forza dei modi di dire

di | 2020-11-30T07:42:19+01:00 30-11-2020 7:42|Alboscuole|0 Commenti
di Francesca Spione, 3E Un bel giorno Luca, un ragazzo preciso, serio e rigoroso, andò a fare una bella passeggiata lungo il fiume del proprio paesino in compagnia di qualche amico. Tutto era magnifico: gli uccellini  cantavano, il sole splendeva alto nel cielo e i suoi raggi si riflettevano raggianti nel limpidissimo fiume, il soave venticello tirava, le foglie degli imponenti alberi sfregavano. Era una giornata perfetta, ma sarebbe diventata più strana e misteriosa col passare delle ore. Luca e gli amici, dato che aveva camminato a lungo, decisero di fermarsi a mangiare un buon gelato, e poi di andare a sedersi su una panchina lungo il fiume. Il gelataio consigliò a Luca un nuovo gusto speciale, che sembrava molto invitante, e il ragazzo lo prese. Mentre mangiava, si accorse che il gelataio lo stava fissando, come se gli dovesse accadere qualcosa di strano, però Luca non gli diede importanza, anche se in realtà avrebbe dovuto farlo. Luca, qualche ora dopo aver mangiato il gelato, sentì dentro di sé una strana sensazione, come se all’interno del suo corpo qualcosa stessa cambiando. Infatti pochi minuti dopo si sentì più leggero e spensierato, come se tutti i problemi e le cattive sensazioni lo avessero abbandonato; si sentiva più felice. Con i suoi amici era diventato più scherzoso e faceva battute a non finire. Seduti sulla panchina Luca e i suoi amici Pietro, Antonio e Gianni cominciarono a parlare tra di loro e Luca confidò un segreto a Pietro: “Volevo dirti che tra qualche giorno dovrò trasferirmi in Francia per inseguire il mio sogno da chef, però nessuno sa del fatto che io abbia partecipato a questo stage, neanche i miei genitori e loro non lo dovranno sapere, mi raccomando “acqua in bocca!”” “Luca, che bella notizia! Non capisco perché tu non la voglia dire a nessuno, sono certo che ce la far….” Pietro non era riuscito a terminare la frase perché la sua bocca si era completamente riempita di acqua e tutti ne rimasero straniti. Luca però non fece caso all’accaduto e continuò a parlare col suo amico Antonio, che gli raccontò della sua passione del canto, ma era molto insicuro sulla sua voce. Allora Luca lo rassicurò dicendogli “Non ti devi far scoraggiare da queste piccole insicurezze, anzi il canto è il tuo cavallo di battaglia!” Così Antonio, rassicurato da Luca, iniziò a cantare davanti a tutti, affrontando i suoi timori. Ma qualcosa andò storto, infatti Antonio dopo pochi minuti si trasformò in un piccolo cavallo e fu così che Luca capì di avere un piccolo potere: far diventare reali tutti i modi di dire da lui pronunciati. E fu anche in quel momento che Luca comprese che avrebbe dovuto portare più attenzione nei confronti dei suoi amici perché avrebbe potuto fare loro del male. Ma nonostante ciò, quando l’amico Gianni gli raccontò del disordine che c’era nella sua stanza, Luca gli disse: “Metti in ordine e butta quello che non ti serve: fai piazza pulita!” Quando l‘amico, munito di scopa, cominciò a spazzare la piazzetta lì accanto, Luca si rese conto di aver pronunciato qualche parola di troppo. Allora esclamò furioso: “Perché continuo a parlare in questo modo?! Ho proprio la testa tra le nuvole, non riesco a smettere!” E fu così che Luca si staccò dal terreno e cominciò a fluttuare tra le nuvole. Infatti, se in un giorno nuvoloso osserviamo bene il cielo, possiamo scorgere ancora il povero ragazzo che svolazza tra le nuvole.