a cura di Rosita Tomassetti – docente di scuola Primaria- plesso Giovanni XXIII –
Sant’Antonio Abate è uno dei santi più amati nei borghi Umbri, e non solo, ed è da tutti venerato come patrono degli animali. La sua festa, a Santa Maria degli Angeli come in tutta Italia, cade il 17 gennaio ed è celebrata con pittoresche accensioni di falò e benedizioni di animali. Un appuntamento atteso e partecipato appena passata la festa dell’Epifania.
Ma chi era veramente Antonio, questo rigido asceta della Tebaide egiziana e com’è che si è ritrovato al centro di così tante e disparate tradizioni?
Dobbiamo tornare molto indietro nel tempo: nel 270 circa, a Coma nell’Egitto dominato dai Romani, attuale Qumans, un ventenne Antonio si allontana dalla sua casa e dal suo villaggio, iniziando il suo cammino verso il deserto. Nei pressi di una zona cimiteriale, sceglie una tomba egizia e lì si rinchiude: è noto che gli eremiti in quel tempo prendevano a dimora camere sepolcrali già esistenti ricavate nella roccia.
Così l’asceta Antonio darà il via ad una nuova forma di vita semi-eremitica, che si differenzierà da quella degli asceti precedenti. In seguito lascia questo luogo e si dirige nell’ampia fascia desertica che divide la Valle del Nilo dal Mar Rosso alle propaggini del monte Galala, dove abiterà fino alla morte, avvenuta nel 356, alla veneranda età di 106 anni. In questo luogo dopo la sua morte fu costruito dai suoi discepoli un monastero: esiste ancora oggi e si può visitare a tre ore di viaggio dal Cairo.
La vicenda di Antonio ha quindi una base storica; la diffusione del suo culto, grazie all’espandersi del monachesimo e alle molteplici traduzioni e rielaborazioni della sua vita, lo vede nei secoli protagonista delle più svariate storie: tra queste c’era senz’altro il “fuoco sacro”, detto anche fuoco di Sant’Antonio e altri mali che colpivano gli animali. Così da rigido monaco del deserto e padre di monaci, Antonio finì per essere eletto come Patrono degli animali. Non vi era luogo o stalla dove non era appesa un’immagine devozionale di Antonio circondato da animali domestici; sempre” presente” al mite raduno di pecore e buoi, cavalli e capre, asini, galline, conigli e maiali.
In suo onore in Umbria piccoli centri e comunità rurali si animano di tradizioni peculiari.
A Santa Maria degli Angeli il culmine della festa, celebrata nei giorni precedenti attraverso varie iniziative, è stato raggiunto, con tutta la solennità possibile, domenica 22 gennaio 2023.
La manifestazione viene sempre meglio curata nei particolari e questo richiama molta gente dal circondario e tanti curiosi. Intorno ad essa tanta musica, gare di solidarietà, gastronomia, folclore e partecipazione dei giovani alle tante iniziative ideate e promosse dall’Associazione Priori del Piatto di Sant’Antonio abate.
L’atmosfera è sempre gioiosa, dai balconi sventolano gli stendardi in onore del santo egiziano; ci sono molte cose da vedere: dalla mostra di auto e carrozze d’epoca, ai tanti piccoli animali accompagnati dai loro custodi e non può mancare la fanfara della Polizia di stato a cavallo! Una giornata festosa accompagnata da un clima invernale e da tante voci allegre, confuse tra un panino da gustare in compagnia, i commenti e gli apprezzamenti per il suggestivo spettacolo e la musica che accompagna la sfilata variopinta delle prioranze, dei religiosi, degli amministratori, dei membri dell’Associazione Piatto di Sant’Antonio Abate…e delle numerose persone, accorse per partecipare e testimoniare l’attaccamento a questa antica devozione.
Le scuole dell’Istituto Comprensivo Assisi 2 sono state le vere protagoniste già dalle settimane antecedenti ai festeggiamenti in onore del Santo Abate. Da più di 27 anni i Priori sono impegnati verso i giovani del territorio promuovendo un concorso grafico-pittorico e scritto, uno spettacolo teatrale di sapienza didattica con grande ricaduta di valore culturale, rivolto a tutti gli alunni ed alunne delle classi quarte e quinte della scuola primaria e le classi seconde dell’scuola secondaria di primo grado: lo scopo è quello di tramandare tradizioni popolari che, sottolineando il senso di appartenenza al territorio, sappiano coinvolgere le aspirazioni e i pensieri dei giovani, che saranno gli attori della società del futuro.
Gli eventi, sospesi per 2 anni causa Covid, quest’anno sono stati organizzati in presenza: l’ incontro con i Priori, la premiazione del Concorso, lo spettacolo e la consumazione del tradizionale Piatto dedicato al Santo protettore degli animali, presso le scuole a tempo pieno ; tutto ciò per mantenere salda la tradizione poiché la Scuola è custode delle consuetudini e degli usi locali. Anche quest’anno la famiglia Del Piccolo ha voluto ricordare il compianto Gabriele con gesti di generosità verso gli alunni che si sono distinti per capacità creativa e originalità.
Ogni paese, quasi ogni borgo dell’Umbria ha il suo particolare Sant’Antonio. Sono così tante le comunità in festa che non basterebbe un libro a descrivere gli eventi di queste giornate cariche di tradizioni, vissute all’insegna di musiche, canti, balli e piatti tradizionali condivisi in gioiosa compagnia. Il sentimento popolare non poteva non essere colpito dalla personalità di questa monumentale figura di amico e servo di Dio, venuto dall’Oriente e presentato all’Occidente come maestro e prototipo della vita monastica, vita monastica di cui il territorio angelano divenne terreno particolarmente fecondo.