di JACOPO ZANON Classe 1^ A. – Ho deciso di scrivere questo articolo perché la Madonna della Salute è una festa molto sentita a Venezia e alla quale anch’io e la mia famiglia partecipiamo tutti gli anni.
Il 21 di novembre, fin dal 1631 data della sua istituzione “la Madonna della Salute” si festeggia per celebrare la fine della peste. In tutto il Nord Italia tra il 1630 e il 1631 questo morbo provocò una terribile epidemia con migliaia di morti. E’ la stessa peste di cui parla Alessandro Manzoni nel suo romanzo “I Promessi Sposi”.
Proprio in quegli anni alcuni ambasciatori di Mantova giunsero a Venezia per chiedere aiuto ma poiché portatori del morbo vennero messi in quarantena sull‘Isola di San Servolo, ma nonostante questa precauzione, nel giro di due settimane l’epidemia si diffuse in tutta la città.
La peste durò fino al novembre 1631, causando la morte di oltre 47.000 persone tra cui il Doge Nicolò Contarini ed il Patriarca Giovanni Tiepolo.
Per tale situazione il Doge fece voto solenne promettendo di costruire una Chiesa se la città fosse sopravvissuta alla peste. Quando la peste terminò si tenne il primo pellegrinaggio il 28 novembre 1631 ed in breve iniziarono i lavori per la costruzione della Chiesa che sarebbe stata dedicata alla Madonna come dono votivo. I lavori iniziarono subito e si completarono nel 1687.
A partire da quell’anno quindi ogni anno come pellegrinaggio i fedeli attraversano il Canal Grande sul ponte votivo, fatto di barche, per poi entrare in Chiesa, accendere una candela e pregare per la propria salute e quella dei propri familiari.
Il momento più divertente di questa giornata di festa è all’esterno della Chiesa, dove vengono allestiti dei banchetti dove si può comprare ogni genere di dolci: zucchero filato, frittelle bollenti, mandorlato, mele candite, frutta caramellata. Ci sono anche i venditori di palloncini variopinti, per la gioia dei più piccoli.
Una curiosità sulla peste: una delle maschere più note del Carnevale Veneziano deriva in realtà dall’abbigliamento dei medici durante la peste. L‘equipaggiamento era composto da lunghi guanti occhiali protettivi, stivaloni, una tunica cerata ed una bacchetta per sollevare la tunica del malato; sul viso una maschera dal lungo becco con all’interno un filtro imbevuto di olii essenziali ed un piccolo sacchetto di erbe aromatiche, che servivano a tenere lontana la puzza che, si riteneva che provocasse la malattia.