di Raffaele Vallone . – Il Covid – 19 colpisce ancora e fa annullare il suggestivo scenario di variegati colori che nella famosa notte illuminano gli edifici del Bacino di San Marco. Infatti la tradizionale Festa del Redentore, che a Venezia viene festeggiata da più di 400 anni e che unisce sacro e profano, è stata svolta regolarmente dal 17 al 19 luglio ma senza i suoi spettacolari fuochi d’artificio. Le origini di questo particolare evento, che per tutti i veneziani riveste un grande valore simbolico, sono lontanissime e risalgono al 1577 quando l’allora Doge Sebastiano Venier, rivolgendosi alla città, disse che nella Repubblica Serenissima il contagio della peste, iniziato nel 1575 e che ben presto si era diffuso in tutta l’Italia Settentrionale ed aveva mietuto più di 50 mila vittime, si era allontanato dalla Città. In quei due terribili anni Venezia aveva provveduto, dopo che i due Lazzaretti costruiti per accogliere gli appestati si erano ben presto riempiti, ad imbarcare i malati su navi che furono collocate al largo della Città. Lo stesso Doge, avendo riscontrato che la situazione non migliorava, esortò tutti i veneziani a pregare per chiedere al Signore l’allontanamento della peste e che, qualora il fatto si fosse compiuto, come ex-voto, sarebbe stata eretta una chiesa dedicata al Redentore. Il progetto della costruzione della Chiesa fu quindi affidato ad Andrea Palladio che nel 1577, finita la pestilenza, iniziò i lavori di costruzione. A partire da quell’anno, ogni terza domenica di luglio, viene allestito un ponte di barche lungo 330 metri che permette ai fedeli in pellegrinaggio di raggiungere, da Piazza San Marco l’Isola della Giudecca, dove appunto si trova la Chiesa. L’inaugurazione del Ponte Votivo, secondo le disposizioni dell’emergenza sanitaria, si è tenuta venerdì 17 luglio nella quale erano presenti il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, il Patriarca Francesco Moraglia e numerose massime autorità cittadine, civili e militari. Il primo cittadino nel suo discorso ha sottolineato che ‘Venezia apre alle celebrazioni del Redentore con un giorno d’anticipo rispetto alla tradizione per consentire a quante più persone volessero attraversare il ponte votivo e affidare a questo pellegrinaggio tutte le speranze, i desideri, le preghiere e, – cosa che ha appena fatto -, la sicurezza e il futuro della Città’. Nel proseguire il suo discorso il Sindaco ha aggiunto l’importanza di: ‘Un’apertura verso l’altro, al dialogo, al rispetto reciproco nella piena coscienza delle difficoltà e dei problemi che ci assillano: dalla sicurezza del nostro vivere civile alle questioni legate alla crisi economica e alle preoccupazioni per la perdita di posti di lavoro. Sono proprio questi i temi da considerare come presupposto per la nuova ripartenza e un nuovo rinascimento per tutta la Città’. Ma il passo più importante del suo discorso è stato: ’Il Redentore rappresenta, assieme alla Madonna della Salute, la devozione e la speranza di tutti noi veneziani. A loro ci votammo per uscire da momenti di grande difficoltà e a loro sentiamo ancor oggi la necessità di affidare la Città. Abbiamo affrontato, nell’ultimo anno, due vere e proprie catastrofi per Venezia: a novembre l’Acqua Granda, ora la pandemia. Nei giorni scorsi mi sono trovato a prendere una delle decisioni più difficili da quando sono Sindaco: l’annullare lo spettacolo pirotecnico del Redentore, quello che ritengo essere uno dei momenti più emozionanti e celebrativi della grandezza di Venezia, mi è costato notti insonni’. Nel terminare il suo intervento il Sindaco ha dichiarato che è stato confermato il seguente programma ufficiale curato dalla Società Vela S.p.A. ma chiaramente mancante dello spettacolo pirotecnico, che da decenni era stato sempre affidato alla famiglia Parente di Rovigo, le sagome nere delle gondole che scivolano silenziose tra una barca e l’altra, famiglie in allegria a consumare i cibi della tradizione in barca, in bacino San Marco, ormeggiati sulle rive, sulle tavolate della Giudecca e di Castello. Anche quest’anno le barche ci saranno. Ma “spente”. Divise in settori, con il rispetto delle norme e il distanziamento minimo di un metro. A garantire la distanza provvederà il corpo di polizia comunale. In Canal Grande e in Bacino San Marco i “Freschi notturni” organizzati dal Comune. Cortei di barche con musica che sfileranno dalla Stazione alla Salute e poi alle Zattere, alla Giudecca. Concertini nei locali organizzati dagli esercenti, corse straordinarie del ferry boat dal Lido a Punta Sabbioni. Resta la festa religiosa. Quella sentita da tutti i veneziani, al pari della Salute. Le due “liberazioni” dai due devastanti contagi mortali della peste (del 1578 del Redentore e del 1630 della Salute), che diedero il via all’edificazione di due tra le più belle Chiese cittadine – il Santissimo Redentore alla Giudecca e la Basilica della Salute firmata da Baldassarre Longhena – . La voga non si ferma. Così al Redentore, domenica pomeriggio, ecco la prima vera sfida della stagione sulle gondole a due remi. Quella che era un tempo la “Regata della birra”, per via dello sponsor Dreher, che aveva la fabbrica proprio alla Giudecca, e che è ancora oggi una delle gare più attese della stagione remiera comunale. 1. Per la Regata del Redentore: sono tre le regate in programma nel pomeriggio in Canale della Giudecca. Con i ‘campioni su gondole’ anche i ‘pupparini dei giovanissimi’ e ‘i pupparini con a bordo atleti che non abbiano conquistato bandiere’ nella categoria superiore. Spettacolo assicurato nel classico percorso che va dal tempio votivo fino quasi all’Isola di Sant’Angelo delle Polveri, passando per lo Stucky e Sacca Fisola. Una sfida che riaccende da sempre la rivalità fra le varie tifoserie. I ‘giudecchini’, i ‘buranell’i, la ‘gente di Sant’Erasmo’ che segue i due Vignotto. Tali sfide aprono alla Regata di Pellestrina che si terrà la prima domenica di agosto, e infine all’attesa Regata Storica che come da consuetudine avverrà la prima domenica di settembre. La regata dei campioni su gondole a due remi distinte dai colori, è stata programmata per domenica 19 luglio alle 17.30: – bianco: Donà-Bregantin; – canarin: Rudi e Mattia Vignotto; – viola: Della Toffola e Barina; – celeste: Zaniol e Lombardo; – rosso: Bertoldini e Colombi; – verde: Trabuio e Selle; – arancio: Pagan e Rossi; – rosa: Renato e Roberto Busetto; – marron: Vianello e Meneghini. Per la Fede: il calendario della festa prevede l’allestimento del ‘ponte votivo’ che rimarrà chiuso durante la serata clou, per evitare assembramenti. L’inaugurazione (lato riva Zattere) è stata svolta alle 19.45 di venerdì 17 luglio, con una suggestiva cerimonia alla presenza del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia dove il ponte votivo è stato allestito sul Canale della Giudecca per condurre alla Chiesa del Redentore. Sempre venerdì alle 20.30, davanti al sagrato della Chiesa di San Rocco è iniziato il pellegrinaggio diocesano dei giovani che successivamente si sono recati alla Giudecca. Questo particolare evento è la prima volta che accade ed ha previsto che i pellegrini procedessero, soli o a piccoli gruppi, a tappe. La prima di esse è stata la Scuola Grande di San Rocco e la seconda quella delle Zattere alla Chiesa dei Gesuiti. Domenica alle 19.00 nella Basilica del Santissimo Redentore il Patriarca Francesco ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica poi dal Sagrato ha impartito la benedizione alla Città. Ecco il calendario stilato dalla Curia per la partecipazione alle Sante Messe – ore 8.00, 10.00, 12.00, 15.00, 17.00, 19.00 – che sono state limitate al numero massimo di 80 fedeli. Quest’anno, per le disposizioni anti Covid – 19, la Festa del Redentore ha visto il numero di persone ridotto ad un massimo di 5 sulle barche che erano presenti nel Bacino di San Marco ma che comunque hanno mantenuto la preparazione e il consumo dei piatti che da sempre hanno caratterizzato la cena che sono quelli appartenenti alla tradizione veneta: pasta e fagioli, bovoeti, sardine in saòr, il tutto accompagnato dal buon vino locale. Una piccola annotazione: questo tradizionale evento veneziano che ha sempre attirato ogni anno migliaia di turisti da tutte le parti del mondo che raggiungono Venezia nel mese di luglio, quest’anno ha privilegiato i suoi abitanti scandendo la loro presenza con il 70% e lasciando solo il 30% dei posti disponibili ai turisti. Questo fatto ha certamente contribuito a renderli consapevoli poiché hanno potuto riscoprire le lontane origini della Città per amarla ancor di più e con la quale possono identificarsi e riscoprirsi come popolo unito e legato alla sue antiche tradizioni. La Festa del Redentore del 2020 ha visto la presenza di 15.000 persone in confronto alle 70.000 degli anni scorsi. _