di Rosada Angela e Bianca Bertoldini, Classe 1^ B. – Salve a tutti siamo qui oggi per tranquillizzare tutti gli utenti di Whatsapp, il social che ormai tutti usiamo per inviarci i messaggi, con l’affrontare il problema della veridicità del contenuto di alcuni di essi che sono allarmanti e incutono molta paura a chi li riceve. Lo faremo con l’aiuto del libro “FAKE – Non è vero ma ci credo“ di Daniele Aristarco illustrato da Giancarlo Ascari e Pia Valentinis edito da Einaudi Ragazzi a marzo del 2018. Su Whatsapp spesso capita che arrivi “una catena” che dice di mandare il messaggio ricevuto ai tuoi contatti altrimenti ti capiterà una disgrazia. E’ lo stesso principio che è stato utilizzato per “la danza di Vottary” solo che non esiste perché è una bufala. Avete capito bene, ciò non esiste o meglio nessuno ha avuto modo di assistere ad un filmato o ad un libro dove vengono insegnati dei passi. Ciononostante questa catena ha terrorizzato molte persone che ovviamente hanno ricevuto questo messaggio: “Per favore, avvisa i contatti della tua lista di non aprire il video chiamato – la danza di Vottary – é un virus che formatta il tuo cellulare. Attenti, è molto pericoloso. Diffondilo più che puoi!”. Quest’annuncio ha creato timore tra gli utenti perché in un telefono cellulare sono contenuti i dati personali al suo interno. I dati personali sono indispensabili e riservati ma ci sono anche molte altre informazioni quali: tutti i numeri di telefono dei relativi contatti, le foto personali, anche le chat con gli amici, la musica, le informazioni su cinema teatri e musei, i filmati eseguiti, le registrazioni dei suoni, ecc. ecc. Ebbene questo messaggio si è diffuso rapidamente grazie al metodo chiamato “catena di Sant’Antonio“. Una volta quando non c’erano i telefonini, ovvero negli anni cinquanta-sessanta, venivano passate delle lettere anonime con su scritto un breve messaggio: “Recita tre Ave Maria a Sant’ Antonio e gira questa lettera ad altri sette tuoi conoscenti. Se interromperai questa catena, ti capiterà una disgrazia!”. Queste cose purtroppo esistono anche oggi ma si diffondono più velocemente grazie ai nuovi mezzi di comunicazione. Probabilmente al giorno d’oggi questi atti vengono fatti per noia e per spaventare i ragazzi. Molti di questi messaggi sono basati su truffe che annunciano che se non si dovesse eseguire quanto detto il virus infetterà il telefonino che non potrà essere più usato. Ci sono , purtroppo, anche delle altre le quali consistono in falsi inviti a donare sangue e quelle non veritiere di adottare animali abbandonati. Il caso di bufala più recente è quello che Whatsapp diventerà a pagamento e per non pagare bisogna mandare la notizia ad alcuni dei propri contatti. Le domande che ci facciamo sono: “Chi manda queste cose orribili a dei ragazzini?”, e in più “Per quale motivo inventano queste cose?”. In ogni modo la domanda principale che bisogna farsi è: “Qual è il vero motivo per cui sono diffuse? E “Per quale motivo tutti noi stiamo al gioco di queste catene allarmiste?”.