di LEO CAPORUSSO – Quando si cominciò a diffondere l’uso di internet, molti, me compreso, lo videro come un grande passo in avanti verso una maggiore democrazia, era un qualcosa che non poteva essere controllato dai governi e dai centri di potere economico, poi l’esperienza ha mostrato che la medaglia aveva un suo rovescio. La persona che conciava al Bar Sport veniva ascoltato da 4 o 5 persone oggi invece ha la possibilità di essere letto da una moltitudine. L’affermazione più strampalata o addirittura incivile prima finiva lì oggi invece circola nella rete trovando l’assenso di tanti che si vedono confermati nei propri pregiudizi. Ed è proprio la natura stessa dei social network, che privilegiano la comunicazione veloce ed i contenuti emotivi e dì conseguenza anche la superficialità, ad aver agevolato questo processo. Il paradosso è che Internet che era nato per connettere centri di comando prima e centri di ricerca universitari dopo, oggi si rivela lo strumento ideale per diffondere pregiudizi, idee folli e bufale la cosa importante è che siano espresse in non più di 3 o 4 righi, in una foto o in un video.