di Marco Dotta – 3^A – Caro Giacomo Papi, sono estremamente onorato di poterle inviare questa lettera scritta da me, un alunno di tredici anni di una scuola media statale, riguardante il commento del contenuto del suo libro “La compagnia dell’acqua”, pubblicato per la prima volta il 31 ottobre 2017.
La sua storia ha attirato molto la mia attenzione, perché parla di un ragazzo di undici anni, di nome Otto, che ha una paura matta perché pensa che un giorno possa accadergli qualcosa di brutto e infatti i suoi scherzosi compagni di scuola decidono di buttarlo giù per un tombino e questo in poche parole è ciò che accade metaforicamente nella vita quotidiana di ognuno di noi, ogni persona nell’arco della sua vita deve affrontare delle difficoltà che ci aiutano nel costruire il nostro carattere, e a formare il nostro ego.
Ma nel momento più difficile, mentre Otto stava per annegare, qualcuno lo salva: è un membro della compagnia dell’acqua, un gruppo di persone anch’esse escluse dagli altri perché vengono ritenute squinternate o non adatte per la vita normale. Questo è proprio un esempio di libro che ci dice in faccia la realtà, poiché nella vita anche se non siamo molto fortunati ci accorgiamo poi che un grande aiuto dagli altri ci viene sempre offerto. E’ come se ci venisse data una seconda occasione per riuscire ad affrontare e a risolvere i nostri piccoli/grandi problemi della vita.
Un cordiale saluto da un suo grande ammiratore,
Marco