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La casa rossa

di | 2021-01-23T21:58:12+01:00 23-1-2021 21:58|Alboscuole|0 Commenti
Il 1° dicembre 2002 una frana la risparmiò: i massi scivolati a valle dalla montagna retrostante si fermarono a pochi metri distanza. Ma il giorno dopo a Cortenova, Comune vicino Lecco, molti ebbero la sensazione che sarebbe stato meglio vederla rasa al suolo. Villa De Vecchi, meglio nota come «la Casa Rossa», tenuta ottocentesca del conte Felice De Vecchi, è abbandonata al degrado. È diventata la «casa dei fantasmi» e fonte inesauribile di leggende che parlano di spettri, di un pianoforte che certe notti suona da solo un sinistro ritornello e persino di riti satanici e misteriosi suicidi. Innamorato della valle, il conte, protagonista del Risorgimento e delle Cinque giornate di Milano, la fece realizzare tra il 1854 e il 1857 come residenza estiva: una casa da fiaba in mezzo ai boschi. La villa fu realizzata all’interno di un parco di 130 mila metri quadrati. L’edificio contava due piani nobili e un seminterrato dedicato a cucina. Al terzo piano, mai realizzato, il conte voleva costruire un osservatorio astronomico. La leggenda dice che la decadenza della «Casa Rossa» iniziò dopo che il conte trovò la moglie orrendamente assassinata e la figlia scomparsa: niente di vero. Il conte rimase vedovo e morì nel 1862, a 46 anni, lasciando due figli ancora ragazzi. La casa fu ereditata dal fratello, poi passò ad altri proprietari, e da lì cominciò il declino. Un’altra leggenda riporta che un brutto giorno il custode trovò la moglie assassinata e si suicidò per il dolore: tutto falso anche questo. Ma le leggende aumentarono. Negli anni Venti Aleister Crowley, fonte di ispirazione per il satanismo vi soggiornò per alcune notti, e le leggende raccontano che in seguito i suoi seguaci utilizzarono la casa del custode per riti orgiastici, durante i quali sarebbero anche stati commessi dei delitti. Come se non bastasse, a un certo punto crollò il secondo piano, a causa di una copiosa perdita d’acqua dalle tubature dell’impianto di riscaldamento che il conte aveva voluto far installare. Adesso la Casa Rossa è abbandonata, i muri esterni ricoperti di rampicanti e quelli interni, una volta con affreschi e tappezzerie, devastati dall’umidità. La sua fama sinistra continua e il noto sito Usa Buzzfeed l’ha classificata fra le sette case più «haunted» (infestate) del mondo. Il sindaco, Luigi Selva, sorride, ma il suo è un sorriso amaro. La fama «nera» della tenuta, richiamo irresistibile per satanisti, spiritisti e vandali, non piace affatto alla gente del posto. «La villa fa parte del nostro patrimonio storico – dice Selva -, sarebbe stato molto importante restaurarla, negli anni Ottanta doveva diventare sede della Comunità montana, ma poi fu scelta un’altra struttura.». La villa oggi è pericolante e alla domanda quale futuro avrà, il primo cittadino e la proprietà allargano le braccia, e rispondono: «Per ora nessuno, soldi non ce ne sono». La frana del 2002 avrebbe potuto «risolvere» il problema: molti edifici furono distrutti, ma la villa no, come se fosse protetta da forze occulte. M. Fabiano 2^H