di Mazzuccato Leonardo, ex Classe 3^ B. – Cari lettori e care lettrici della nostra testata del Giornalino Scolastico online ‘Foscarini News’, l’argomento di questo mio articolo ritengo che sia molto importante non solo per noi studenti, ma per tutti gli italiani e anche per tutta la popolazione mondiale. Mi sto riferendo ad un prodotto che tutti utilizziamo e cioè alla carta che è composta da cellulosa. Ci tengo particolarmente a quest’articolo, perché vorrei partire dal suo procedimento di produzione per far capire bene che non la si deve sprecare. La speranza è che tutti capiscano il problema e così si possa attivare maggiormente la sensibilità e il rispetto verso tutte le piante legnose, poiché da esse si ricava la materia prima per la sua produzione, infatti la cellulosa, che è il componente fibroso, si trova proprio nelle membrane cellulari delle piante. Gli alberi costituiscono un enorme patrimonio vivente necessario per la vita sulla Terra poiché producono l’ossigeno indispensabile non soltanto all’uomo ma è anche molto importante per tutto il Pianeta in quanto è il maggiore componente chimico al suolo dell’atmosfera. Purtroppo si sta assistendo, soprattutto negli ultimi anni, al verificarsi in tutti i Continenti di moltissimi incendi che hanno devastato e distrutto enormemente migliaia di ettari ricoperti dagli alberi e molto spesso, purtroppo, essi hanno avuto un’origine dolosa. Il patrimonio boschivo e forestale nel corso dei secoli è diminuito tantissimo per la crescita nei territori delle dimensioni delle città per i quali si è proceduto ad abbatterli e in più riceve di recente anche una ulteriore forza distruttiva derivata dagli incendi provocati dalla nefasta mano dell’uomo. E’ certo che ci vorrà molto tempo per ristabilire l’assetto boschivo originario ormai perduto. Bisogna far capire che i boschi e le foreste costituiscono il microclima e l’habitat ambientale necessario alla vita di molte specie animali delle quali, alcune di esse, sono in via di estinzione e che gli incendi distruggono tutto ciò. Per tornare alla produzione della carta, durante la sua lavorazione si utilizzano sia i legnami a fibra lunga cioè le piante resinose quali: pini, abeti, larici e sia i legnami a fibra corta e cioè le latifoglie quali: faggi, betulle, eucalipti e pioppi. Insieme alle fibre degli alberi si introducono anche gli scarti delle segherie, tronchi di piccole pezzature, sottoprodotti della foresta come la paglia, ma anche alghe marine e alcune piante annuali. Nella fase terminale della produzione della carta vengono aggiunte inoltre delle sostanze coloranti insieme a quelle di carica cioè ossidi, solfati e solfuri e in più dei collanti quali: resine, amidi, caseina e delle cere. Al termine della produzione la carta si presenta come un grande nastro che viene fatto ruotare con dei grandi cilindri dove viene pressata, essiccata e tesa per ottenere un un unico foglio dove viene arrotolata su di un’anima di acciaio che funge da supporto. In seguito si formano delle bobine di diverse pezzature, pesi e dimensioni che vengono commercializzate per essere trasformate nei diversi prodotti cartacei quali: cartelloni pubblicitari, fogli per giornali, riviste, quaderni, libri, risme per stampanti, ecc. ecc. La carta è sempre stata importante in tutte le civiltà, venne inventata in Cina dove inizialmente i documenti venivano scritti su pezzi di tronchi di bambù che erano, per questo, ingombranti da conservare e difficoltosi da trasportare, così venne usata la seta, ma essa era troppo costosa. Fu l’inventore Cai Lu, vissuto durante la dinastia Han, che intorno al 105 d. C produsse dei fogli di carta utilizzando la corteccia degli alberi, delle piccole reti di pesca e dei brandelli di stoffa usata. La carta fu introdotta in Europa dagli Arabi che la scoprirono dopo la battaglia del 751 sostenuta proprio contro i Cinesi. In Italia giunse nel XII Secolo e a Fabriano nacque la prima cartiera dove venne perfezionata e meccanizzata la sua lavorazione in alcune fasi. Per concludere, la carta è un bene che non va sprecato e se non la si usa più va riciclata e non buttata via soprattutto in acqua dove potrebbe inquinare molto. C’è anche da dire che, per fortuna, il suo spreco a livello epistolare ultimamente è stato limitato con l’introduzione delle mail inviate per posta elettronica e con gli SMS inviati dai cellulari.