di ANNA CALLIPO – La Calabria come ogni regione è una terra ricca di leggende e tradizioni che rappresentano la cultura e l’identità di un popolo. Tra le tradizioni più vicini al mio territorio e più popolari abbiamo quella DU CAMEJUZZU I FOCU che consiste in uno spettacolo il quale si svolge sempre a conclusione di una festa paesana. Per alcuni “ U CAMEJUZZU I FOCU” ha una funzione protettiva perché simboleggia proprio la cacciata dei Musulmani che, per un certo periodo, dominarono alcune città della Calabria ed andavano a riscuotere i tributi appunto con i loro cammelli. Nel ballo infuocato viene allestito un cammello costruito in modo rudimentale con delle canne riempite di polvere da sparo e cariche esplosive e girandole esplodenti. Quando si conclude la festa, un uomo si carica sulle spalle il cammello di canne ed inizia a ballare al ritmo frenetico di tamburi assordanti. Il ballo si protrae per circa un quarto d’ora o mezz’ora tra fumo, spruzzi colorati di fiamme, scoppiettii di petardi e poi in crescendo fino all’esplosione della girandola colorata posta all’altezza della coda. Oltre ad “U CAMEJUZZU I FOCU” altro spettacolo che non può assolutamente mancare al termine di una festa paesana è IL BALLO DEI GIGANTI. La leggenda, tra storia e realtà, fa risalire l’apparizione dei giganti a Messina dove viveva una bella ragazza di fede cristiana di nome Mata ed un gigante moro di nome Ibn- Hammar, sbarcato a Messina con i suoi uomini per depredare la città. Il gigante ,vista la bellezza di Mata, la chiese subito in sposa ma al rifiuto della famiglia, divenne più crudele. Allora Mata cominciò a supplicarlo finché il re moro si convertì al cristianesimo ed il suo nome si trasformò in Grifone. A questo punto Mata se ne innamorò e se lo sposò e Grifone volle festeggiare il coronamento del loro amore con un grande ballo. Grifone viene raffigurato solitamente con una carnagione scura o nera, con un cappellaccio nero od un elmo argentato e grandi baffi neri; mentre Mata, la gigantessa, è corredata da collane variopinte, grossi orecchini, guance rosse e frutta e fiori di plastica. In realtà pure i Giganti in Calabria vogliono rappresentare la liberazione dal dominio , questa volta, dei Saraceni ed il loro ballo vuole rievocare proprio la conquista della libertà da parte dei Calabresi rispetto alle sottomissioni varie subite nel corso dei secoli. Il rituale del ballo dei due fantocci di cartapesta per alcuni antropologi addirittura simboleggia la continua lotta tra Islam e Cattolicesimo. Non è concepibile pertanto una festa patronale in cui non vi sia l’affascinante ballo dei Giganti che ormai fa parte della tradizione folcloristica vibonese e rappresenta pure una grande attrazione turistica.