È un fenomeno nato negli ultimi anni e viene messo in atto tramite internet, particolarmente diffuso tra i ragazzi come forma di prevaricazione volontaria e ripetuta, attuata attraverso il web, e-mail, chat o blog.
L’obiettivo è quello di mettere a disagio, minacciare o deridere la vittima, che non riesce a difendersi per paura, timidezza o vergogna. Naturalmente stiamo parlando del cyberbullismo, o bullismo elettronico, lo avevate capito?
Il cyberbullismo viene messo in atto in modi diversi: attraverso internet e/o telefoni, può molestare ed offendere appropriandosi di identità o profili altrui, può diffamare, escludere e diffondere informazioni personali, può infine anche perseguitare.
Il cyberbullismo essendo un fenomeno molto recente e non è facile da quantificare.
Da un’indagine condotta tramite un questionario anonimo, proposto a 70 alunni, di età compresa tra gli 11 ed i 15 anni della scuola secondaria di secondo grado del plesso di Mongrassano Scalo, è risultato che: il 43% dei ragazzi intervistati passano al giorno più di tre ore sui social network, il 31% più di 1 ora, il 16 % meno di 1 ora e solo il 10 % per niente.
Si parla di comportamenti “virtuali”, ma i loro effetti sono sempre reali, come dimostrano purtroppo numerosi tristi casi di cronaca. Le vittime, molto frequentemente, sviluppano un’autostima bassa, depressione, ansia, paura, problemi di rendimento scolastico, problemi relazionali e nei casi più gravi anche pensieri di suicidio. Una soluzione ottimale potrebbe essere quella di parlarne con un adulto o con gli amici, ma molte vittime preferiscono subire in silenzio.
Sempre dall’indagine condotta sui nostri alunni risulta che pur frequentando i social per molte ore al giorno, essi sono per lo più spettatori di ciò che altri postano, preferiscono quindi osservare e/o “subire” ciò che altri pubblicano.
Il cyberbullo compie, in genere, azioni di prepotenza contro i più fragili per ottenere popolarità all’interno di un gruppo, per divertimento o semplicemente perché annoiato.
Alcuni comportamenti specifici, che possono scatenare questo fenomeno in un ragazzo, sono: l’utilizzo di videogiochi violenti che rafforzano l’idea nel cyberbullo; le minacce e le violenze anche virtuali; l’eccessivo utilizzo di internet; un accesso alla rete senza alcun controllo da parte dei genitori; partecipazione a gruppi on-line; cosa molto diffusa oggi tra i giovanissimi, questi gruppi frequentemente incitano alla violenza, all’utilizzo di social network che favoriscono la diffusione di fotografie personali.
Per quanto riguarda l’interazione con gli altri utenti, dall’indagine viene fuori che i nostri ragazzi comunicano frequentemente tramite messaggi, like, commenti a storie o stati…
È emerso un dato in linea con le percentuali nazionali, che però molto ci preoccupa, il 14% degli alunni intervistati (10 su 70) ha risposto di essere stato bullizzato in passato.
Il 4% (3 alunni su 70) hanno risposto di aver, in passato, bullizzato un compagno o un amico.
Dopo un’attenta riflessione e discussione in classe, i ragazzi delle classi II A e II B, della scuola secondaria di I° Grado di Mongrassano, dell’IC Fagnano Castello – Mongrassano, hanno realizzato dei disegni che rappresentano scene di bullismo ed inoltre hanno cercato di rappresentare dei modi per “dire basta” al bullismo ed al cyberbullismo.
(Lavoro di Educazione Civica curato dal Prof. Gaetano Sciortino Scuola Secondaria di I Grado Mongrassano Scalo-IC Fagnano Castello-Mongrassano CS)
Totale Visite: 1.316
Condividi questo Articolo! Scegli la tua piattaforma preferita!