Il Matese è un territorio ricco di splendidi paesaggi che offre una natura meravigliosa e unica. Il miglior modo per assaporare le montagne, i ruscelli, i boschi, le gole e le pianure che ospita il Matese, è attraverso passeggiate, non solo a piedi ma anche in bicicletta, o addirittura in canoa. La città di Piedimonte Matese, come suggerisce il nome, si trova alle pedici del territorio sopracitato.
Nel suo libro su Piedimonte, Dante Marrocco, figlio del fondatore del museo MuCiRaMa Raffaele Marrocco, propone alcune escursioni che permettono di conoscere, almeno sommariamente, il nostro territorio. Esso è attraversato dal fiume Volturno lungo ben 175 km, elemento fondamentale per il territorio. Nel 1943 infatti, durante la Seconda Guerra Mondiale, ci fu la battaglia del Medio Volturno tra gli Americani e i Tedeschi. Nella pagina successiva è mostrata la cartina del nostro territorio fatta dal Canonico Gianfrancesco Trutta, vissuto tra il XVII e il XVIII secolo.
Tra gli Itinerari più significativi, proponiamo quelli di seguito descritti.
Valle dell’Inferno
Questo canyon, a dispetto del nome, è un paradiso per le piante e gli animali che lo popolano, ma anche per gli occhi dei visitatori. È un luogo molto suggestivo, ricco di flora e fauna e dove la natura è padrona del paesaggio e prende il nome anche di Valle del Torano. Il percorso ha inizio a Piedimonte Matese: si imbocca via Sorgente, partendo da piazza Roma, ritrovandosi così su un sentiero sul lato sinistro dell’acquedotto. Caratteristiche del canyon sono le alti pareti verticali che impediscono alla luce del sole di penetrarvi. Il terreno è sconnesso e a tratti presenta ostacoli, dunque è consigliato prestare molta attenzione.
Via vecchia di Castello
Castello del Matese è un comune della Campania situato a circa 470 m sopra il livello del mare. Il paese, di origini sannite è stato usato come roccaforte difensiva. Per raggiungerlo, partendo da Piedimonte Matese, oltre alla strada asfaltata, vi è l’antica mulattiera, percorribile a piedi, che giunge fin sopra l’altopiano dove è situato il comune. Il sentiero si trova alla fine di Via Cila, svoltando leggermente a destra per prende Via San Giovanni. Giunti ad un bivio con due strade di mattoni e imboccando quella che sale, dopo circa 30 min. di cammino, si arriva alla Cappella del Purgatorio del comune di Castello. Da lì si raggiunge facilmente il centro del paese. Il sentiero è leggermente sconnesso, con strada sterrata e a gradoni, ma di facile percorrenza e adatto a tutti.
Discesa del Volturno in canoa
Lungo il corso del fiume Volturno, è possibile immergersi nella natura ed ascoltare il vento tra le foglie, lo scorrere dell’acqua e i suoni che ci offre il verde paesaggio. Il percorso è diviso in tre tappe:
- Ponte Latrone – Ponte del Re 11 km
- Ponte del Re – Ponte dei Quattroventi 25 km
- Ponte dei Quattroventi – Ponte Margherita 20 km
Prima tappa – il tempo di percorrenza è di circa 5-6 ore, con difficoltà media. La discesa del fiume Volturno inizia appena dopo la confluenza con la Rava delle Cupelle – mt. 216 slm -, in Campania, presso i ruderi romani di ponte Latrone. Sono presenti tratti di rapide causate da piccoli salti di pendio che rendono la discesa impegnativa. L’arrivo sotto il Ponte del Re è suggestivo e maestoso. Si raccomanda di prestare attenzione alla cascata sotto l’arcata centrale. Raggiunta la riva a sinistra, attraverso un piccolo sentiero, si accede alla strada asfaltata.
Seconda tappa – durata di circa 6-7 ore ma di facile percorrenza. Nei periodi di secca però il tratto subito dopo il Ponte del Re è privo d’acqua e tocca spingere la canoa sui sassi. Dopo qualche chilometro dalla partenza il fiume si allarga e nonostante non sia troppo profondo, è navigabile. Prima dello sbarramento è possibile ormeggiare la canoa sulla riva sinistra nei presi della casetta del custode. Si supera il ponte e si scende di nuovo nel fiume. Da questo punto, fino al Ponte dei Quattroventi, la portata del fiume scende molto. Terza tappa – il percorso è facile e prevede un tempo di 6-7 ore circa. Si accede dal lato di Pietravairano ed il primo tratto presenta un fondale basso con acqua chiara e pulita. Dopodiché il fiume diventa largo e profondo e quindi facilmente navigabile. Dopo l’ultima ansa si intravedono i piloni del ponte Margherita, meta finale di questa tappa e del percorso.
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