//Italo Calvino: un grande scrittore

Italo Calvino: un grande scrittore

di | 2021-03-07T10:02:47+01:00 7-3-2021 10:02|Alboscuole|0 Commenti
di Alessandra Lisi e Maria Tea Santagiustina Classe 2^ A. –  Cari lettori, entrambe riteniamo che nella letteratura italiana siano presenti straordinari autori dei quali, purtroppo, non tutti conoscono la loro biografia e per questo, dopo un’accurata ricerca, abbiamo deciso di dedicare questo nostro articolo ad uno di loro che adoriamo particolarmente, con la speranza che possa suscitare un maggiore interesse verso la lettura delle sue opere, magari riscoprendo, come spesso accade, nuove sensazioni ed emozioni e una nuova visione dello scrittore. L’autore in questione è Italo Calvino che è stato uno dei principali esponenti del neorealismo, una corrente letteraria nata tra gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso. In quanto contemporaneo di quella dura realtà, ha incentrato la sua produzione letteraria per superare i limiti della realtà di quel periodo storico, che ha dovuto affrontare per sopravvivere, poiché è stato un testimone diretto. Ecco la sua biografia. Nacque in un’isola vicino a Cuba nel 1923, dove vivevano e lavoravano come ricercatori i suoi genitori Mario Calvino e Eva Mameli. Insieme a suo fratello ricevette, fin da bambino, un’educazione antifascista. Al momento dell’arruolamento dell’8 settembre 1943, entrambi riuscirono ad evitarlo poiché si nascosero per alcuni mesi.  Al termine della guerra si iscrisse alla Facoltà di Lettere di Torino e, durante gli studi, si appassionò immediatamente alla letteratura e al cinema. Conseguita la laurea, iniziò fin da subito a collaborare insieme ad altri scrittori contemporanei, tra i quali Pavese e Vittorini, con la famosa casa editrice Einaudi. Nonostante la sua passione per la letteratura, non smise mai di interessarsi anche di politica, della quale svolgeva un ruolo molto importante nei dibattiti degli esponenti dei partiti politici. Proprio per la casa editrice Einaudi scrisse il suo primo romanzo dal titolo “Il sentiero dei nidi di ragno” nel quale narra la storia di un bambino di nome Pin vissuto nell’epoca della Resistenza. Quel racconto era ispirato alla sua vita da partigiano che aveva vissuto durante gli anni relativi al periodo bellico. A partire dagli anni Sessanta incominciò a scrivere una raccolta di brevi romanzi dove approfondì il rapporto tra realtà e la letteratura fantastica. Questi componimenti letterari furono raccolti nella trilogia dal titolo “I nostri antenati”. Il primo, dal titolo “Il visconte dimezzato”,  è ambientato nel tardo Cinquecento e racconta l’episodio del Visconte Medardo che fu tagliato in due nello scontro con i Turchi. Dalle due metà si generarono il Buono e il Gramo che immediatamente ricomposero la persona di Medardo. Non è una metafora della contrapposizione del bene e del male, ma l’autore desidera mettere in evidenza l’incompletezza dell’uomo, il quale è sempre alla ricerca della sua metà. Il secondo, dal titolo “Il barone rampante”, nel quale racconta l’avventura dell’adolescente Barone Cosimo Piovasco di Rondò che decide di salire su di un albero per distaccarsi dalla realtà per viverci per tutta la vita. Sull’albero vedrà la realtà da altri punti di vista e assisterà ai grandi cambiamenti socio-politici. Il terzo, “Il cavaliere inesistente”, si ispira al romanzo cavalleresco sul tempo di Carlo Magno. Viene descritto il racconto i cui i protagonisti sono la monaca Teodora e le avventure del cavaliere Aginulfo del quale c’è soltanto la presenza della sua armatura. Con questo romanzo l’autore sottolinea il problema che fa l’uomo nella ricerca della sua identità.  Questo era proprio l’aspetto tipico della realtà di quel periodo nel quale viveva Calvino, dove le invenzioni delle nuove macchine potevano far dimenticare all’uomo la sua reale necessità di vivere.  In seguito al suo matrimonio con una traduttrice, si trasferì a Parigi dove nacque sua figlia. In questo suo nuovo periodo lo scrittore incominciò ad utilizzare un altro tipo di genere, quello combinatorio producendo, prendendo spunto da “Il Milione” di Marco: “Le città invisibili” e “Il castello dei destini incrociati”. Nel 1985 ricevette l’invito dalla prestigiosa Università di Harvard per tenere sei lezioni, proprio per questo denominate “Americane”, che dovevano riguardare i temi di: Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità e Consistenza. Purtroppo non si tennero mai perché fu colpito da un’emorragia celebrale che causò la sua morte. Postumi sono stati pubblicati altri piccoli libri, tra cui uno, che raccoglieva le sue lettere scritte a scrittori e critici, intitolato “I libri degli altri”. Per chi volesse leggere tutti i libri citati il nostro consiglio è quello di farlo, e anche se non ci si riesce subito, lo si potrà benissimo fare durante l’estate perché sono affrontati dei temi attualissimi. Grazie per aver letto l’articolo fino alla fine, e vi diamo appuntamento al prossimo articolo.