//Is Animasa-La tradizione sarda amata dai più piccoli e non solo Claudia Tugulu 3DB (Linguistico-spagnolo)

Is Animasa-La tradizione sarda amata dai più piccoli e non solo Claudia Tugulu 3DB (Linguistico-spagnolo)

di | 2023-12-09T15:05:30+01:00 9-12-2023 15:05|Alboscuole|0 Commenti
Tipico per i bambini della zona del Nuorese e Oristanese non è andare a fare dolcetto o scherzetto la sera del 31 Ottobre, ma  girare il mattino del 1° novembre per Is Animasa, una tradizione che da sempre accompagna la storia sarda ed è la festività preferita dai bambini. Da diversi anni le nostre tradizioni hanno abbracciato anche altri riti e feste come quella di halloween, per i mostri e per il detto “dolcetto o scherzetto”, ma in Sardegna la tradizione folkloristica vuole che la festa dei mostri e delle streghe sia ricordata come la festa de is animasa. È una tradizione antica che ha le sue origini tra i riti pagani che caratterizzano la storia dell’isola. In una terra con una tradizione folkloristica e religiosa corposa come quella sarda, con una indiscutibile sensibilità per il mondo dei morti, la notte tra il 31 Ottobre e il 1° novembre ha da sempre avuto un significato molto importante. Questa notte, infatti, secondo la leggenda, le porte del purgatorio si aprono e le anime possono vagare nel mondo dei vivi per andare a trovare i loro parenti. Di conseguenza le famiglie si preparano ad accogliere le anime mettendo in tavola i loro cibi preferiti che da sempre sono simbolo di eternità e rigenerazione. La cosa fondamentale da fare è cucinare e mettere da parte le pietanze preferite dai defunti in un cesto per poi donarle a is animeddas la mattina del 1° novembre. Questa è la tradizione che più di tutte si mantiene, infatti ogni famiglia sarda che segue la tradizione prepara un cesto con caramelle o dolci tipici sardi e castagne da dare ai bambini che girano tutto il paese di casa in casa e suonano alle porte urlando “Anime”, aspettando che si avvicini il padrone di casa. Quando si avvicina qualcuno alla porta con il cesto, il bambino dice “seus bennusu poi s’ animasa” (siamo venuti per le anime) e il padrone di casa ringrazia dicendo “Po figgia mia o de mammai\ de babbai (per mia figlia\ per mia mamma\ per mio babbo) in base alle persone defunte cui dedicano quei dolci e cibi. Molto spesso quando avanza qualche dolce si porta sulla tomba del defunto per assicurarsi che possa portarselo nel regno dei morti e possa gustarlo con piacere. Oggi il significato che ha questa tradizione è ricordare le anime defunte di amici e parenti attraverso il dono di cibi e dolciumi offerti ai bambini.