dalla Redazione del TGTassoNews – Oggi vogliamo raccontare la storia di una delle prime donne scienziate dell’antichità, se non addirittura la prima: lpazia.
Ipazia nacque intorno al 370 d.C. ad Alessandria d’Egitto. Fin da piccola manifestò un’intelligenza fuori dal comune e, per questo, il padre le insegnò lo studio della matematica, della geometria e dell’astronomia, ma soprattutto della filosofia.
Ipazia credeva che la cultura fosse un bene che appartenesse a tutti e non soltanto a pochi privilegiati, per questo teneva spesso le sue lezioni in strada, tra la gente comune e tutta la città la amava e le rendeva onore, mentre le autorità la consultavano spesso sulle questioni pubbliche.
Ma Ipazia faceva paura, come del resto tutte le donne libere di ogni epoca. Parlava, insegnava, ma soprattutto non accettava di piegarsi ad un sistema che la voleva sottomessa, in quanto donna. E questo per alcuni uomini era intollerabile. Un giorno il vescovo Cirillo passò presso la casa di Ipazia, e vide una grande folla di fronte alla sua porta. Quando chiese il motivo di tutto quel clamore, gli fu detto che quella era la casa di Ipazia: una grande filosofa che grazie alla sua gentilezza, alla sua intelligenza e alla sua cultura si era guadagnata il rispetto dell’intera città.
Cirillo, roso dall’invidia, aizzò gli animi dei Cristiani contro Ipazia, accusandola di essere una strega. Così, mentre faceva ritorno a casa, un gruppo di fanatici la accerchiò. Fu trascinata con la violenza fino a una chiesa dove, dopo averle strappato i vestiti e averla percossa brutalmente, venne uccisa, fatta a brandelli ed infine bruciata.
Ipazia fu uccisa per invidia e gelosia e, sicuramente, per il suo essere donna intelligente e istruita, ma non riuscirono a cancellare la sua memoria.
Infatti, dopo quasi duemila anni, il ricordo di Ipazia sopravvive ed è considerata il simbolo del libero pensiero e ci ricorda l’importanza di lottare per ciò che fece battere il suo cuore fino all’ultimo: la ricerca della verità, della libertà e della parità.