Per noi ragazzi la scuola ha sempre rappresentato un ostacolo, ci sembra da sempre qualcosa di pesante da affrontare. Ma in fondo è proprio vero che non attribuiamo il giusto valore a qualcosa fin quando non ci rendiamo conto di averla persa. Al giorno d’oggi posso dire che la scuola mi manca tantissimo e penso che lo stesso valga per molti ragazzi del mio istituto …
Per noi adolescenti rappresenta un vero e proprio punto d’incontro, era proprio lì che tutti noi trascorrevamo circa metà della nostra quotidianità con tutti i nostri amici, potevamo distrarci un po’ dalla nostra solita routine anche con una banale chiacchierata tra banchi e corridoi. Ma ora che ci è stato tolto tutto ci restano solo una penna e un foglio per lavorare da soli ed il telefono non funge più da distrazione bensì da semplice intermediario (ad oggi possiamo definirlo il nostro “galeotto”).
Le interrogazioni ora non donano più la stessa ansia e preoccupazione di quando dovevamo sederci avanti alla cattedra con le nostre professoresse; ci sembrava che quello fosse il peggior momento della giornata, come se il tempo si fermasse, per poi arrivare alla fine dell’ora e capire che in realtà tutti gli sforzi per quel lavoro erano serviti a qualcosa, che la gioia e la felicità prendevano il sopravvento su quella terribile ansia che si era impossessata di noi.
Ora ci tocca fare i conti con cellulari e computer, con interrogazioni telematiche in cui neanche sai dove guardare perché tutto quello che stiamo vivendo ci sembra una sorta di finzione e le uniche sensazioni che proviamo sono il terrore di non dare il meglio di se stessi e non far capire quanto il realtà si abbia studiato.
E’ proprio difficile spiegare quanto sia dura lavorare da soli proprio nei migliori anni della nostra adolescenza. Nessuno mai avrà pensato di trascorrere del tempo lontano dalla propria scuola, dai propri amici e anche dai propri insegnanti perché è proprio tra quelle mura scolastiche che noi in parte vi lasciamo dei piccoli segni della nostra vita.
Inoltre il tempo trascorso in casa sembra non passare mai e quindi sfogliare in continuazione pagine di libri ci fa sentire di vivere una realtà diversa, un mondo parallelo al nostro; i libri ci distraggono dai soliti pensieri pessimisti e preoccupati del solito telegiornale. Ci tengono compagnia in questi brutti giorni soli e tristi lontani dal mondo intero.
Non si sa quando potremo ritornare alla normalità, finalmente tornare tra quei banchi dove ogni giorno non risulta mai sprecato. Spero solo che questo brutto periodo passi quanto prima e che tutto ciò che stiamo vivendo ci possa apparirci solo un brutto sogno da dimenticare. #ANDRA’TUTTOBENE
ANNA DI RONZA (3^A)