di Fabiola Napolitano
E’ quando tutto ci sembra buio che la nostra mente ha bisogno di trovare un conforto anche nel più semplice giro di giostra compiuto da un bambino. “Il giovane Holden” di J.D. Salinger è un libro che si basa su una descrizione psicologica e narrativa di un unico personaggio: un tuffo nella sua vita, ma anche nei suoi pensieri dopo essere stato cacciato – per l’ennesima volta – da una delle tante scuole che ha provato a frequentare. Nel corso della storia di questo romanzo di formazione (in realtà gli eventi narrati avvengono in uno spazio di tempo molto limitato, quello di qualche giornata) ci si rispecchia nelle varie avventure di Holden come quando ad esempio la notte ti alzi e hai bisogno di chiamare quella persona per dirle tutto ciò che provi, ma poi non trovi il coraggio di farlo. Ci si ritrova quando nella solitudine ti affacci alla finestra e cerchi una speranza per andare avanti. Ci si ritrova nel ricordo di una persona a cui teniamo tanto, che purtroppo non c’è più ma continua a vivere nei nostri cuori (come fa Holden con suo fratello Allie). Ci si ritrova anche nelle tante situazioni strane che la vita ci presenta oppure quando hai perfettamente deciso cosa fare ma poi decidi di cambiare all’ultimo momento. Inoltre, il giovane Holden è un romanzo che non si limita ai fatti e a ciò che il giovane fa, ma ad avere ancora più risonanza è ciò che Holden non fa, che rivela il suo non voler scegliere o rimandare. Il giovane Holden è quella strana perdita di sé stessi nel mondo che ti circonda ed è ai nostri occhi la storia di un estraneo ma ci appassiona perché rispecchia la fragilità di ogni adolescente. Probabilmente tutto il libro è anche strettamente collegato ad una passione che Holden sembra avere: quella della musica. In ogni luogo avrebbe potuto scegliere di mettere in risalto tante cose, ma coglie invece i sottofondi che ascolta e in effetti il vero titolo del libro è “Catcher in the Rye” che riporta ad una canzone di Robert Burns. Insomma, un libro da leggere a mio parere tutt’ad un fiato, ed è quello che mi è successo. Vi ritroverete sul finale con la voglia di rileggerlo poiché la scrittura e il linguaggio sono molto semplici e tutto il racconto è molto scorrevole.