I miei genitori mi hanno insegnato che nello sport l’importante non è vincere, ma partecipare.
Per vincere bisogna impegnarsi al massimo, solo così potremo essere fieri del nostro titolo di campioni. Molti sportivi invece oggi per vincere non rispettano le regole, usano scappatoie o fanno cose illegali. Una volta sono stato a una gara di resistenza, sono rimasto deluso dal comportamento di alcuni ragazzi. Pur essendo grandi infatti si davano spintoni, gomitate e si
insultavano.
A me è capitato di gareggiare con dei miei compagni, sono arrivato 14, ma non importa. La cosa più bella infatti è che sono stato soddisfatto ugualmente del mio traguardo, perché sono riuscito a fare tutto il percorso e ho rispettato le regole. Le prossime volte farò meglio. Secondo me nella vita, non sono nello sport, bisogna rispettare le regole e gli altri, ma anche nel lavoro, nella scuola, nel gioco.
Tante persone infatti nel lavoro sono disposte a tutto. Tanti invece per primeggiare dicono bugie agli altri. Secondo me nella vita se ognuno di noi rispettasse le regole e gli altri, saremmo sempre vincitori.
G. Ripoli 2^I
Io volevo iniziare a praticare danza già da quando avevo tre anni, però ero troppo piccola per farla…anche se per le bambine che hanno tre o cinque anni non è vera e propria danza, ma si chiama “propedeutica”.
Io ho iniziato danza quando avevo sei anni però in una scuola diversa rispetto a dove vado adesso, in questa scuola sono andata solo per un anno e poi ho cambiato scuola un pò perché l’insegnante non faceva più il corso delle piccole, ovvero il mio gruppo, e poi il secondo motivo che ho capito più in là, cioè quando ho cambiato scuola.
Il secondo motivo era che non era la danza che tu vedi in TV oppure al teatro, era più un gioco e mimo diciamo, solo per farci divertire.
In realtà è così, la danza ci deve far divertire, però fino a un certo punto, perchè devi anche pensare alle coreografie, ai posti durante il balletto.
Stavo dicendo…dopo questo anno ho cambiato scuola e mi sono trovata bene alla “B…………..” dove vado ancora adesso, qui si fa la vera danza…quella che ti stupisce e ti fa dire: ”Come fanno a ricordarsi tutti quei balletti?” Anche io mi chiedo come faccio a ricordarmi tutti quei passi messi insieme, anche dopo tanto tempo…beh ora so la risposta… ”perchè mi piace”.
Non ho mai immaginato cosa farei in una vita senza la danza…è come se non esistessi.
Io mi impegno molto nella danza perché è molto importante per me, per fare danza ti deve piacere molto sennò è solo una perdita di tempo.
Ora ho quasi tredici anni e faccio ancora danza, sono ormai sette anni… che aumenteranno con il passare del tempo… otto, nove, dieci, undici…
C’è una lunghissima strada da fare che richiede impegno e volontà.
Non so di certo cosa mi aspetterà in futuro ma so sicuramente che non abbandonerò mai la danza, è una promessa che ho fatto a me stessa…più che promessa è un desiderio.
Io non accetto molto il mio corpo e anche la mia timidezza, però grazie alla danza riesco ad accettarmi, anche con qualche piccola imperfezione.
Grazie alla danza ho conosciuto i miei limiti, non solo quelli fisici che ho saputo superare con impegno, volontà e anche tanta voglia di ballare, ma anche quelli caratteriali, riuscendo a esibirmi davanti a tante persone che ti osservano con attenzione, senza aver paura di sbagliare, ma concendrandoti sulla musica e sui passi.
Io dico sempre: “Se puoi sognarlo, puoi farlo”.
Sara Mucci 2^I
“Fair play” letteralmente significa “gioco leale” e riguarda le regole dell’essere sportivo: il vero giocatore è chi rispetta tutte le regole.
Il regolamento del fair play è stato stilato dal Panathlon International, cioè un ente che vuole fare in modo che gli atleti siano leali nello sport.
Il fair play è contrario agli imbrogli, non accetta le furbizie al limite della regola, è contrario al doping (cioè all’assunzione di farmaci o sostanze che influiscono sulle prestazioni dell’atleta), alla violenza, al razzismo, agli abusi e alla corruzione.
Il fair play ricerca la vittoria in modo leale, rispettando tutte le regole.
A me il fair play piace molto e sono contento che a scuola se ne parli. Penso che il fair play possa essere esteso anche oltre l’ambito sportivo, per esempio nei rapporti tra compagni, a scuola e nella vita. I valori di lealtà e gentilezza, il rispetto delle regole, acquisiti tramite lo sport potrebbero riflettersi anche nella vita e, trasmettendoli alle nuove generazioni, potremo avere un futuro migliore e credo che così si potrebbe arginare la corruzione, che ha effetti disastrosi anche per l’economia del Paese.
Sarebbe bello se il fair play fosse una missione, un obiettivo per diventare veri Gentleman.
Umberto Popolo 2^ i
Lo sport favorisce soprattutto la socializzazione, la mia esperienza è iniziata ben quattro anni fa nel momento in cui ho iniziato a praticare la ginnastica artistica.
Nel mio gruppo ero la più piccola e inizialmente per me era tutto nuovo, anche perché non conoscevo nessuno, ma più i giorni passavano e più io entravo a far parte del gruppo e dopo me è stato molto facile fare nuove amicizie grazie anche alle allenatrici e a tutti i momenti passati insieme come tutti gli allenamenti, tutte le ore passate in palestra e soprattutto grazie a tutte le gare.
Il ricordo più bello che ho di quest’attività è la mia prima gara, era il 19 febbraio 2019 e ci siamo recate a Roma con le nostre allenatrici per le nazionali di ginnastica.
È un bel ricordo non solo per l’emozioni provate prima dell’esibizione tra cui l’ansia e l’adrenalina, è stato molto bello perché era la mia prima gara, e perché con questo ho capito l’importanza di un gruppo che ormai è la mia seconda famiglia, però non solo questo ho anche capito che in uno sport bisogna puntarsi un obiettivo e fare dei sacrifici per raggiungerlo e se non dovesse succedere non si deve mai mollare.
Devo molto a questo sport perché ormai non ne posso fare a meno, e perché con questo sono riuscita non solo a trovare la mia passione ma anche a collaborare maggiormente con le altre ragazze da cui sono nate delle amicizie molto importanti per me.
G. Rigucci 2^I