di Francesco Paolo Caputo classe IIF- “C’è un virus e non possiamo uscire”, sebbene molto piccolo Edoardo ha già precisa e chiara la triste situazione che noi tutti stiamo vivendo. Forse perché, se ben molto atteso, ha dovuto festeggiare il suo quarto compleanno in videochiamata con gli zii e con i lontani nonni soffiando così la sola candelina appoggiata sulla dolce crostata di frutta preparata da mamma Titty. Adesso tra auguri disseminati qua e là da parenti e compagni di classe (“Mi mancano la scuola, la maestra Anna e i miei amichetti Mattia, Alessio e Cialluca) è in attesa dell’estate : “Quando andiamo a Nonopoli (licenza poetica di un bambino di 4 anni per chiamare la città marina) e a Torre Canne per pranzare insieme agli anziani nonni e ai vari zii. Per Mario Karol, in attesa del suo sesto compleanno nel giorno del sabato santo, sono giorni insoliti: “Quando il tempo è bello cerchiamo di trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta, tutti insieme – racconta – dove mi diverto tanto a giocare a pallone o a nascondino con i miei fratelli Edoardo e Francesco Paolo. Se invece siamo costretti a rimanere chiusi in casa gioco con le macchinine e con i Lego”. Le sue maestre quotidianamente inviano, per lui e per i suoi compagni di classe, i compiti via Telegram con tanto di video esplicativi e messaggi di approvazione dopo averne ricevuto lo svolgimento (che è la parte meno preferita di: mamma, papà e di suo fratello più grande, Francesco Paolo) ma, sebbene per adesso difficile, Mario Karol vorrebbe ben presto tornare alla normalità: “Vorrei riabbracciare presto i nonni, gli zii, le maestre, gli amichetti Marco, Nadia, Viviana e il mio migliore amico Pietro”. Francesco Paolo, 12 anni compiuti a Febbraio, sono io, il fratello maggiore di Mario ed Edoardo e su input della professoressa di Italiano ho affidato le mie considerazioni ad una pagina di diario: “Ormai sono passati giorni dall’ultima volta che ho messo piede in un aula e questo mi rattrista un po’. Pensavo di non dirlo mai volontariamente: mi manca tutto della scuola e spero che tutto ciò possa finire il prima possibile. La cosa che più mi spaventa è che uno dei miei parenti contragga questo virus ma sono sicuro che seguendo le regole, noi italiani riusciremo ad uscirne a testa alta. Sono però immerso in una costante ansia: mio padre, in quanto medico, potrebbe essere chiamato a eseguire dei tamponi e tutti sanno che si tratta di una situazione particolarmente rischiosa”. Non tutto però sembra negativo: “In casa, anche se bisogna ripulirne ogni angolo e siamo tutti al lavoro, sto riscoprendo cosa vuol dire essere una famiglia unita, spensierata e divertita. Tuttavia rimpiango molte cose della quotidianità precedente che sono sicuro ritorneranno molto presto. Se qualcuno dovesse chiedermi “Cosa farai una volta che sarà finito tutto questo?” gli risponderei “Andrei subito ad abbracciare i miei nonni e tutti i miei parenti che sfortunatamente adesso vedo solo tramite video chiamata” senza ombra di dubbio”.