di VALENTINA ASSANTI, SARA CIOFO, FRANCESCA DE SANTIS, SOFIA DELLA ROSA, AGNESE MASSA, ASIA ONOFRI – Se si parla di invisibilità spesso si pensa a superpoteri e a racconti fantastici o a qualcosa che c’è ma che l’occhio non è capace di percepire. Crediamo che l’invisibile sia lontano da noi, ma in realtà la linea tra visibile e invisibile è davvero sottile. Nel periodo dell’adolescenza per noi giovani è molto semplice superare questo limite. Esiste un’Atlantide sommersa, nascosta dietro la maschera di noi adolescenti, un mondo non così roseo come può sembrare, che alcuni affrontano peggio di altri. Basti pensare alla vita di tutti i giorni, nella quale la nostra superficialità ci porta a sottovalutare le richieste d’aiuto o i segnali non colti che potrebbero addirittura cambiare la vita delle persone che ci circondano. Fanno parte di questa categoria gli “Hikikomori”, termine giapponese che significa “stare in disparte, isolarsi”, usato per riferirsi a coloro che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale; costoro cercano livelli estremi di isolamento e confinamento e scelgono una vita virtuale che sostituisce in pieno quella reale. Il numero di queste persone considerate afflitte da disturbi psichiatrici ossessivo-compulsivi è in continuo aumento. Il fenomeno nasce in Giappone e si diffonde in tutto il mondo. In Italia ad esempio ne soffrono circa 3 milioni di persone tra i 15 e i 40 anni. Queste, essendo più fragili di altre, avvertono la solitudine e cercano compagnia e conforto nei videogiochi, nel cibo, in internet o nei libri. Dopo un periodo di crisi, stare soli può sembrare l’unica soluzione per sentirsi meglio, come se nessuno, a parte te stesso, capisse il dolore che provi in quel momento, un dolore che ti fa sentire vuoto e che ti strazia nel profondo, che non ti permette di essere felice. E di constatare che in realtà non sei così incapace come credi; tale sentimento ti impedisce di dimostrare tutto l’amore che provi per le persone che ti stanno accanto. Per noi ragazzi è importante sentirsi accettati dal mondo che ci circonda e quando ciò non avviene perdiamo il controllo di noi stessi e siamo protagonisti di un vortice di smarrimento interiore, con un processo di cambiamento fisico e caratteriale talmente radicale che non ci fa più riconoscere la nostra vera identità, e ci porta addirittura ad avere paura di noi stessi. In questo periodo di buio totale un ruolo fondamentale lo svolge la famiglia che, secondo varie statistiche è una delle cause maggiori, perché spesso è divisa o ha aspettative troppo elevate. Ciò che il nucleo familiare dovrebbe prendere in considerazione nei confronti del soggetto è non vedere il problema come se fosse del singolo, ma come proprio di tutta la famiglia. Nella maggior parte dei casi però questo non avviene; ciò causa l’innalzamento di mura apparentemente insormontabili che separano gli adolescenti dalla realtà che li circonda e li fa diventare invisibili agli occhi degli altri. Ma il visibile o l’invisibile dipende da noi e diventiamo visibili quando non temiamo di dimostrare al mondo chi siamo veramente.