Il bullismo è un fenomeno antico che esiste in tutte le scuole e purtroppo anche nella nostra. La maggior parte delle situazioni legate al bullismo e al cyberbullismo resta purtroppo nascosta e non arriva all’attenzione degli adulti, perché spesso è difficile distinguere episodi transitori, non intenzionali o basati sullo scherzo da situazioni più gravi, in cui si agisce con violenza e in cui le forme di prevaricazione sono sistematiche e continuative. Gli adolescenti, il più delle volte, non si confidano con i genitori e con gli insegnanti e, a volte, quando trovano il coraggio di farlo, evitano di raccontare il loro stato d’animo, cercando di alleggerire la situazione per timore delle conseguenze e per non farli preoccupare. In questa esercitazione abbiamo simulato un’intervista ad un immaginario bullo, in modo da evidenziare e dimostrare quanto sia labile il confine tra vittima e aguzzino.
-Cosa ti spinge a bullizzare le persone?
Non penso di aver mai bullizzato nessuno, mi considero piuttosto un ragazzo giocherellone che ama fare degli scherzi. Provo piacere a sentirmi al centro dell’attenzione e molte volte prendo in giro alcuni compagni per affermare il mio ruolo di leader.
-Ti sei mai pentito delle tue azioni?
Mentre scherzo e prendo di mira alcuni ragazzi non mi rendo conto della reale portata dei miei gesti, la mia unica preoccupazione è apparire forte e brillante. Solo successivamente comprendo che le mie azioni possono aver creato sofferenza in altri ragazzi. Sono consapevole della delusione che infliggo ai miei genitori e delle conseguenze che tutto questo ha sul mio rendimento scolastico.
-Come fate a “scegliere” le persone da prendere di mira?
Prendiamo di mira i “secchioni” o i più deboli o come li chiamiamo noi i “pisciasotto”, almeno questo è quello che raccontiamo a noi stessi, in realtà, ora che ci rifletto, prendiamo di mira soprattutto colore che invidiamo perché più bravi e probabilmente più forti di noi, ragazzi apparentemente deboli ma allo stesso tempo così carismatici da svelare tutte le nostre debolezze.
-Hai mai pensato che la persona che hai preso “di mira” non si diverta affatto e che possa soffrirne?
Si ma non posso farlo vedere agli altri perché perderei il loro rispetto. Continuo a ripetere a me stesso che si tratta di semplici scherzi e che sono loro ad avere dei problemi. Non nego che ogni qualvolta vedo un compagno allontanarsi con gli occhi rossi provo una sensazione di amarezza ma anche di potere.
-Come hai iniziato a diventare un bullo?
Ho iniziato a comportarmi da bullo perché anche io sono stato vittima di bullismo. Da piccolo ero spesso preso in giro per il mio look e per la mia statura, crescendo ho pensato che fosse normale utilizzare la forza per affermare le proprie idee. Anche a casa, d’altronde, ho sempre assistito a liti violente tra i miei genitori e penso che sia un comportamento del tutto normale.